lunedì 18 giugno 2018

NERO WOLFE APRE LA PORTA AL DELITTO

(A family affair di Rex Stout, 1975)

Ogni tot di tempo, soprattutto con l'avvicinarsi dell'estate, torna a farsi sentire il richiamo del giallo classico, della lettura da ombrellone (nonostante siano secoli che io non veda nemmeno l'ombra di un ombrellone) al quale si cede sempre con una certa facilità. A causa (o per merito) della foga compulsiva che avevo fino a qualche anno fa per quel che riguardava l'acquisto di libri, la nostra libreria è ancora ben fornita di questo tipo di letteratura che in verità ho un po' accantonato nel corso degli anni ma alla quale torno sempre volentieri per qualche excursus più leggero e defatigante. Questa volta la scelta è caduta su uno dei romanzi brevi di Rex Stout, il papà del celebre investigatore Nero Wolfe.

Per chi no lo conoscesse. Nero Wolfe è il più celebre investigatore d'America (almeno nei libri a lui dedicati), uomo dal carattere non facile e dalla stazza spropositata che lo porta ad uscire molto poco dalla sua elegante casa newyorkese, si affida al suo cervello oltremodo fino per risolvere i casi senza muoversi dalla sua poltrona. Amante ed esperto della buona cucina, passione seconda (forse) solo alla sua fissazione per le orchidee di ogni genere, Nero Wolfe si avvale dell'aiuto del segretario/investigatore Archie Goodwin che si occupa di tutto il lavoro di gambe senza mai dimenticare di metterci anche la testa. Il duo forma una coppia ben amalgamata e funzionale che si avvale di quando in quando di altri collaboratori come i fidi Saul Panzer, Fred Durkin e Orrie Cather, una sorta di famiglia allargata di occhi privati. Proprio il titolo originale del romanzo, Un affare di famiglia, tradotto qui da noi come Nero Wolfe apre la porta al delitto, identifica al meglio il tono della vicenda donandole un doppio significato che in traduzione purtroppo si perde.

Una sera alla porta di casa di Nero Wolfe si presenta Pierre Ducos, il miglior cameriere del Rusterman's Restaurant, ristorante amato da Wolfe e del quale in passato lo stesso investigatore fu uno degli amministratori. Vista l'ora tarda il signor Ducos viene accolto da Archie Goodwin al quale il cameriere racconterà alcuni suoi timori, l'uomo teme infatti di essere sotto minaccia e in pericolo di morte per questioni che solo a Wolfe vorrebbe raccontare. Goodwin offre così a Pierre riparo per la notte con la promessa di fissargli un appuntamento per il mattino seguente con Nero Wolfe. Dopo avere accomodato l'ospite per la notte, Goodwin lo lascia solo e, sorpresa sorpresa, l'uomo viene ucciso tramite una piccola bomba proprio in casa del celebre investigatore (che smacco!). Wolfe ovviamente prenderà la cosa molto sul personale, in un colpo solo perde un conoscente e il suo cameriere preferito e, essendo il delitto avvenuto in casa sua, colleziona anche una bella figura da niente. Il vero protagonista della storia è poi Archie Goodwin che si incaricherà del grosso delle indagini, i meccanismi sono conosciuti e ben oliati, Stout scrive di mestiere una vicenda che si lascia apprezzare senza grossi scossoni, una buona lettura di puro intrattenimento per il piacere dell'intrattenimento; in fondo di chi ha ucciso Pierre Ducos non frega nulla a nessuno (almeno non fregava nulla a me), però per passare un po' di tempo senza pensieri libri come questo vanno bene e sono una buona alternativa a Tex Willer. Anche se io continuo a preferire Tex Willer.

Rex Stout

7 commenti:

  1. La copertina è brutta come una coda all'ufficio postale quando ho dimenticato di portare seco uno dei miei amatissimi Omnibus Mondadori colle covers di Ferenc Pinter e le avventure del dinamico duo Goodwin e Wolfe, ma pazienza. Mi spiace non ti piaccia, ma de gustibus. Ho letto Un Affare di Famiglia quando ero poco più vecchio di Crepascolino oggi ( nove anni ndr ) e lo ricordo come una ottima storia, il crepuscolo della serie, in tutti i sensi, considerata la soluzione ed il fatto che Rex Barbettacaprina Stout sarebbe scomparso di lì a poco. Segnalo per chi avesse curiosità di leggerlo che il Watergate è sullo sfondo ed in più modi considerato che il pachidermico genio della 35ma strada ovest la pensa come molti altri americani del tempo su Trickie Dickie Nixon e che si convince fino ad un momento ics che una delle vittime sia stata uccisa proprio perché aveva una sua idea sullo scandalo che portò alle dimissioni del Prez.
    Non dico altro, se non che ad un certo punto alzai il mio musino da gemello brutto di Pippi Calzelunghe e pensai che l'assassino non poteva essere chi pensavo fosse, ma avevo indovinato. Brr. Ogni tanto rileggo qualche pagina dei volumi solo per lo stile. Come dicevo, de gustibus . Ciao ciao

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    1. In realtà non ho mai detto che il libro non mi sia piaciuto, semplicemente è un filone letterario (e quindi non parlo solo di Stout sia ben chiaro) che ormai leggo proprio per avere un po' di svago senza troppo impegno, ciò non vuol dire che i libri siano scritti male, tutt'altro, Stout ha nelle sue mani un gran mestiere, la lettura fila via liscia e via dicendo, è solo che apprezzo di più un alto genere di libri, poi ogni tot anche questi vanno bene, si stacca un po', ce li si gode, proprio come si fa con Tex Willer. Arrivo dalla lettura di Perfidia di Ellroy che è un'altra cosa.

      Hai fatto bene a sottolineare i collegamenti con il Watergate, punto che non avevo sottolineato (colpevolmente) nel post, indubbiamente una traccia interessante da seguire.

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  2. Io ho provato a leggere anche i romanzi che Stout ha dedicato ad altri personaggi come l'ispettore Cramer e Dol Bonner ( presi dalla continuity di Nero Wolfe ndr ) o Tecumseh Fox ( mirabilia: ha creato un lupo ed una volpe ! ) senza trovarli divertenti perché non sono raccontati da Archie Goodwin e lo stile del segretario/assistente/capro espiatorio è il valore aggiunto delle storie dei due investigatori.
    Immagino si divertisse un frappo a scrivere quelle storie lungo un arco di 40 anni ( 1934-1975 ) e che i suoi lettori - compreso il sottoscritto quando bimbo - perdonassero la incongruenza del mondo che invecchiava tutto intorno alla capsula temporale della 35ma strada ( ne Il diritto di uccidere un professore di antropologia afro americano chiede a Wolfe di trovare le prove della innnocenza del figlio - Nero ed Archie avevano conosciuto l'insegnante quando era ancora uno studente in un romanzo di oltre 20 anni ed il tempo era passato solo per il loro cliente ndr ). Stout via i suoi personaggi, senza arrivare al noir di Ellroy, tocca altri generi oltre alla detection novel: tanto per fare un esempio, Nero Wolfe fa la spia ( The Black MOuntain ) è appunto una spy story nel Montenegro.
    Consiglio la lettura anche delle raccolte dei racconti dove lo stile frizzante dei diari di Goodwin è al servizio della classica svolta narrativa che capovolge le premesse.
    Ai lettori di comics ricordo che nello Special del 1997 di Martin Mystere compare Milo Thorpe che è la versione di Alfredo Castelli e Giancarlo Alessandrini del corpulento, bizzoso, eccentrico genio. Alessandrini disegna i due detectives con le sembianze di Tino Buazzelli e Paolo Ferrari ( recentemente scomparso ndr ) dal serial RAI del 1968. Ciao

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    1. Grazie mille per i tuoi commenti Crepa, le info che ci si trovano dentro impreziosiscono sempre i miei post. ;)

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  3. Grazie cara Firma che cangia come lo Shade di Ditko negli albetti mensili Il Super-Eroe della Editoriale Corno. Devo confessare che, sebbene sia stato alpino durante la leva e sia anche di origine veneta, posso assumere una birra rossa colla pizza ogni tanto, ma non spesso, e la mia droga non si chiama Julie come quella del film tratto da Woolrich quanto il caffé che per me ha il significato della birra per Nero Wolfe. Ora che ci penso, non sarebbe male il concept di un detective dipendente dalla caffeina affetto da personalità multipla che si firma ed agisce in modo diverso nel momento in cui interpreta un pulotto corrotto alla Ellroy o un occhio privato alla Chandler o un detective cerebrale ed eccentrico alla Stout. Fisicamente potrebbe ricordare Voltaire che, secondo una leggenda, sarebbe morto per collasso provocato da overdose di caffé che pareggiava colla camomilla nel tentativo di finire la sua enciclopedia. Short novels alla Arthur Conan Doyle. O anche fumetti. Direi Dal Pra ed Alessandrini che ci hanno già dato il notevole Anastasia Brown. Ciao ciao.

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