venerdì 21 settembre 2018

MICHAEL CLAYTON

(di Tony Gilroy, 2007)

Esordio alla regia per lo sceneggiatore Tony Gilroy, già noto nell'ambiente di Hollywood per aver firmato gli script della saga di Jason Bourne e di altri film celebri come Armageddon e L'avvocato del diavolo; Gilroy sceglie per la sua opera prima dietro la macchina da presa uno stile classicissimo per un film dallo sviluppo altrettanto classico. Siamo dalle parti del Cinema di denuncia, un filone molto preciso e tanto caro ai filmmakers provenienti dagli U.S.A.

Michael Clayton (George Clooney) è un ex procuratore distrettuale affiliato allo studio di avvocati che ha tra i soci di maggioranza alcuni uomini che Michael conosce ormai da anni, tra di loro spiccano il socio Marty Bach (Sydney Pollack) e l'avvocato Arthur Edens (Tom Wilkinson). Clayton non esercita la professione di avvocato né quella di procuratore, è una figura ambigua, una specie di risolutore che interviene per togliere le castagne dal fuoco ai migliori clienti dello studio quando se ne presenta la necessità. Michael è un uomo intelligente, uno che si sa muovere, che pensa in fretta e che ha gli agganci giusti e le soluzioni per risolvere situazioni intricate, col tempo è diventato una figura poco istituzionale ma inequivocabilmente preziosa per il suo studio. Quando Arthur Edens inizia a muoversi per portare alla luce le malefatte della U-North, azienda in procinto di immettere sul mercato prodotti nocivi per gli uomini e importantissimo cliente dello studio, viene chiesto proprio a Michael Clayton di riportare alla ragione il suo amico Arthur che negli ultimi giorni ha iniziato a mostrare anche alcuni segni di squilibrio. Durante le ricerche condotte da Clayton si delinea uno scenario per il quale i comportamenti di Edens non sembrano più così stralunati e le colpe della U-North sempre più chiare, Clayton si troverà a dover prendere decisioni difficili e importanti e a dover affrontare l'avvocato Karen Crowder (Tilda Swinton), una donna arrivista fermamente intenzionata a coprire le malefatte della U-North e a mettere i bastoni tra le ruote a Clayton.


Di film dove grosse aziende mettono il loro profitto davanti alla salute dei cittadini ne abbiamo visti già molti, titoli come Erin Brockovich o Insider - Dietro la verità giusto per citarne un paio, Michael Clayton ne segue la scia sorretto da una sceneggiatura e da una narrazione molto solide, forse non si rivela uno dei migliori esiti del filone ma sottolinea in maniera convincente il dilemma morale, la scelta difficile, davanti alla quale il protagonista si viene a trovare. È un film etico più che realmente appassionante Michael Clayton, soddisfa ma non entusiasma fino in fondo pur essendo costruito in maniera diligente e senza sbavature, assesta i suoi colpi e concede interpretazioni di rilievo da parte di un cast di attori di livello molto alto. Clooney offre una prova impeccabile, a dimostrarlo rimane il pianosequenza finale con il protagonista seduto per minuti sul sedile posteriore di un taxi, non parla mai ma la sua mimica facciale dice molto dei dilemmi, del dramma che il protagonista ha dovuto affrontare nei giorni precedenti. Wilkinson è un caratterista d'eccezione, non si ricordano moltissime parti da protagonista ma nei film in cui è presente il suo apporto è sempre prezioso. La Swinton, opportunista ma non esente da paure e tensioni (come testimoniano le sue ascelle) è un ottimo villain; compare anche il compianto Sydney Pollack, grandissimo regista prima che attore. Gilroy dirige senza eccedere, con la giusta classe, compito, tutto è funzionale alla narrazione, come dicevamo tutto molto, molto classico. Forse un pizzico di pancia in più non avrebbe guastato.

6 commenti:

  1. Risposte
    1. Sicuramente quella di maggiore impatto visivo, ottima anche la sequenza finale, il confronto con la Swinton...

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  2. Son passati parecchi anni da quando lo vidi, ed è uno dei migliori film con Clooney protagonista ;)

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    1. Beh, si forse è vero, ha anche fatto tanti film corali dove mi è piaciuto ma non era l'unico protagonista, penso alle cose fatte con i Coen, gli Ocean's, Dal tramonto all'alba, etc...

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  3. Crepascola appoggiò il capino alla mia spalla all'inizio del film e si addormentò per svegliarsi ai titoli di coda. Stanca dopo una intensa giornata d'ufficio. Oltre due ore senza muovermi per non svegliarla. Per evitare sussulti, ricordo che mi concentrai sul film e pensai che : 1) da Full Monty in poi qualcuno deve essersi accorto che Tom Wilkinson biotto fa staccare più biglietti 2) quando un manager svalvola, si appassiona al fantasy
    Per quel che vale, non credo sia un lavoro ascrivibile al filone dell'impegno civile che è un mero espediente narrativo e non il motore della storia. Clayton cerca di uscire dalla ruota che ha stritolato, per esempio, Al Pacino in Carlito's way ovvero la ineluttabilità di un destino una volta presa una direzione ed un verso. A Geo va molto meglio di quanto non sia andata a Carlito Brigante. Tilda è una creatura del 21mo secolo. Ingranaggio di una macchina di cui non comprende appieno le finalità, arriva ad immolare Full Tom e la sua anima ascellare perché la carovana non si fermi, non si inceppi , non inverta la marcia. Non ricordo un Mike Clayton, ma sono incappato in tante potenziali Tilde e Tildi. Sono là fuori anche in questo momento. Le abbiamo create noi quando abbiamo accettato che lo show - qualsiasi show - must go on . Brr.
    Una idea per un fantasy nel caso Tony , come spesso fa, stia leggendo il tuo blog: Tildo è considerato lo scemo del villaggio perché ha una spalla semi paralizzata e cammina di lato come un granchio, ma è scaltro e rancoroso e diventa il manager di uno spettacolo itinerante in cui si esibiscono biotte le comari del suo paese mesmerizzate perché si credano principesse bellissime tra le risate degli spettatori. Una sera, poco dopo il crepuscolo, gli apparirà un cavallo alato dai riflessi cangianti che gli parlerà e gli chiederà di seguirlo oltre le stelle. Il corpo fu ritrovato nella scarpata il giorno dopo. Quando si drogano così tante donzelle, è facile sbagliare la dose e , prima o poi, qualcuna delle signore ipnotizzate si sveglia...

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  4. Bella la versione fantasy, soprattutto il passaggio dove la sera, poco dopo il crepascolo, appare il cavallo alato... e, sì, diciamo che l'aspetto da film di denuncia si può considerare un pretesto per narrare anche altro, la costruzione del film rimane comunque ancorata ai topoi di quel filone. Nella realtà le Tilda Swinton sono infinite/i, di Clayton così com'è presentato qui forse davvero nessuno, però qualcuno che prova a mettercene un pezzettino ancora c'è, poi viene mangiato dallo squalo, ma che vuoi... almeno ci ha provato.

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