lunedì 25 novembre 2024

THE DELTA

(di Ira Sachs, 1996)

The delta, esordio nel lungometraggio del regista di Memphis Ira Sachs, esce nel 1996 quando è ormai conclamata la vitalità di quel movimento che dai primi anni Novanta è stato etichettato come New Queer Cinema, definizione coniata dalla giornalista Rudy Rich. La corrente del New Queer Cinema contribuisce a dar vita a una sorta di riconoscimento per la comunità LGBT, a crearne una più forte consapevolezza, una consapevolezza fortificata anche dalla possibilità di godere finalmente di una giusta rappresentazione con la quale riconoscersi e attraverso la quale portare al mondo conoscenza e ampliare i margini di un'accettazione ancor oggi da promuovere e normalizzare, questo nonostante la situazione con il tempo vada (molto) lentamente migliorando. A fenomeno già affermato, grazie a film di autori quali Gus Van Sant, Todd Haynes, Gregg Araki, Jennie Livingstone (del suo Paris is burning abbiamo parlato da poco), John Cameron Mitchell e altri ancora, alla corrente si unisce  anche la voce dell'allora trentenne Ira Sachs. Molti dei film ascritti al New Queer Cinema erano pellicole indipendenti girate con mezzi poveri, caratteristiche che identificano anche questo The delta di Ira Sachs realizzato con pochissimi mezzi e uguale consapevolezza, affidandosi per la sua buona riuscita in gran parte alle prove attoriali di attori non professionisti qui, per fortuna, felicemente indovinati.

Siamo a Memphis, nel Tennessee, sul finire degli anni Novanta. Lincoln (Shayne Gray) è un giovane che conduce la classica vita di molti ragazzi della sua età: famiglia borghese benestante, un gruppo di amici con cui passare il tempo, sballarsi un po', partecipare a qualche festa e con i quali andare in giro per Memphis, una bella ragazza, Rachel (Rachel Zan Huss), bionda, per bene e con la quale porta avanti un rapporto ancora da ben definire. Nei momenti in cui è solo Lincoln frequenta alcuni luoghi ritrovo di omosessuali; è in uno di questi che ha un primo incontro con un giovane di origini vietnamite ma con padre afroamericano, un incrocio di razze che dona a Minh (Thang Chan) parte del suo fascino naturale che l'uomo usa per avvicinare nuove conoscenze. Minh è un giovane aperto a nuove esperienze, spiritoso, schietto che non manca di fare colpo anche su Lincoln; dopo quel primo e fugace incontro Minh, invaghitosi di Lincoln, farà in modo di incontrarlo di nuovo e i due passeranno così del tempo insieme sulla barca di famiglia di Lincoln, in una fuga di pochi giorni da tutto e tutti lungo le acque del Mississipi. Non tutto però è sempre semplice come una piccola fuga, soprattutto in un Paese così sfaccettato e multiculturale come quello degli Stati Uniti d'America.

Come sottolineato dallo stesso Ira Sachs in occasione di alcune interviste, The delta propone diversi elementi autobiografici se non altro nella scelta dei luoghi che sono gli stessi dove, alcuni anni prima, effettivamente crebbe il regista; anche le tematiche omosessuali appartengono al vissuto di Sachs, gay dichiarato, sposato e padre di due figli. È, per sua stessa ammissione, un Sachs ancora molto inesperto a girare questo The delta, un regista ancora immaturo, acerbo, tutto da farsi e che gira senza idee precise e con i pochi mezzi a sua disposizione. La grana grossa da cinema indipendente, underground, viene fuori già dalle primissime sequenze: immagini sporche, realistiche, notturni assoluti dove il buio è vero buio, illuminato solo a sprazzi da rari lampioni o dai fanali delle automobili di passaggio, non c'è luce artefatta, la messa in scena è povera, naturale, rende però molto bene una Memphis fatta di ritrovi, locali, luci vaghe sullo sfondo, un mondo notturno che ritorna a più riprese e che contrasta con i diurni non proprio puliti ma che sicuramente danno un'impressione di maggior ordine, quasi una dicotomia tra la vita alla luce del sole del protagonista e le sue scorribande notturne. In questo contesto Sachs racconta il rapporto estemporaneo tra questo ragazzo bianco e benestante e l'affascinante immigrato dalle origini miste, lo fa con una certa grazia ma anche con pochi passaggi realmente interessanti, c'è una bella spontaneità che tratteggia luoghi e personaggi, manca un poco di struttura, nonostante il film sia stato "molto scritto" come ha dichiarato il regista si sente la mancanza di qualche passaggio più forte o di un maggior coinvolgimento emotivo. Considerando The delta nel suo essere un esordio il risultato finale può anche essere considerato sufficiente, c'è già una buona direzione degli attori, non semplice in quanto trattasi di ragazzi non professionisti e, nel caso di Thang Chang, neanche scolarizzati. Sotto questo aspetto Sachs porta a termine un buon lavoro, un'attitudine tutta da esplorare nelle sortite in sala successive a questa.

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