sabato 26 giugno 2010

PERCHE’ LE GUERRE SEGRETE SONO STATE UNA DELUSIONE

(Questo articolo è stato scritto per il sito fumettidicarta)

Ho sempre amato la figura del supereroe sin da quando ero piccolo. Ricordo ancora chiaramente quando, da bambino, insieme a mio nonno guardavo i cartoni animati di Supergulp! Tra i tanti, il mio personaggio preferito era l’Uomo Ragno. Inoltre su qualche rete privata era possibile godere delle avventure non di un unico supereroe ma bensì di un intero gruppo: “I Superamici”. Certo il nome del cartone animato era ridicolo (per chi non conoscesse la serie i tipi erano niente meno che la Justice League of America al completo di tutti i grossi calibri) ma io impazzivo per quei personaggi e per le loro imprese. Poi c’era il Batman panciuto di Adam West, come dimenticarlo. Insomma, per farla breve, tutte queste visioni, con l’aggiunta di qualche fumetto ogni tanto, mi instradarono verso quella che ancora oggi è una delle mie passioni.
Tra quei fumetti ce ne fu uno che fece scoccare la proverbiale scintilla. La saga pubblicata dalla Labor Comics anni or sono (molti, sigh!) incentrata sullo scontro tra Proteus e gli X-Men. Ancora oggi gli uomini X sono i miei personaggi preferiti e il duo Claremont/Byrne il mio team creativo ideale.
Cominciai a seguire in maniera continuativa questi eroi sulla carta stampata solo all’epoca delle scuole medie. Con la “paghetta” riuscivo a seguire l’albo dell’Uomo Ragno (parliamo dell’era Star Comics) che, con mia grande gioia, in appendice ospitava proprio la serie degli X-Men.
Vi starete chiedendo cosa c’entra questo pistolotto con il titolo di questo pezzo. Ci sto arrivando, abbiate pazienza.
Leggi, leggi un bel dì arrivai a un punto cruciale verso il quale convergevano le serie di diversi eroi. Spidey, gli X-Men e altri eroi ancora, chi in un modo, chi in un altro, andarono tutti ad infilarsi in una specie di “Stargate” piazzato da un essere potentissimo nel bel mezzo di Central Park. Si prospettava un’avventura con i fiocchi. Gli strilloni promettevano lo scontro definitivo, tutti gli eroi Marvel contro tutti i peggio farabutti su un pianeta alieno. Non vedevo l’ora di leggere, ammirare i disegni, sapere come sarebbe andata a finire.
Poi realizzai. La Star Comics avrebbe pubblicato la saga in tre numeri speciali brossurati. Al prezzo di 7.000 lire i primi due e 8.000 lire l’ultimo. 22.000 lire.
Bene, chi cazzo me le avrebbe date queste 22.000 lire? I miei no di sicuro, io lavorare non lavoravo altre soluzioni non se ne vedevano.
Saltai gli speciali e continuai a seguire le serie regolari del periodo senza sapere cosa fosse successo dall’altra parte di quel maledetto “Stargate”. Così l’Uomo Ragno tornò in versione “all black”, gli F4 partirono con un mostro arancione e tornarono con una strafiga verde, Colosso era in preda al dolore di una crisi ormonale soppressa e tutti gli eroi parlavano di esperienze uniche e incredibili. E io mi chiedevo perché.
Il tempo passò e, per un motivo o per l’altro, non ebbi mai modo di recuperare questa maxisaga.



2009. L’anno del contatto. In realtà il film recitava “2010 l’anno del contatto” e in effetti l’albo di cui vado a parlarvi io l’ho letto davvero nel 2010. L’ho acquistato però nel 2009. Dopo quasi vent’anni ce l’avevo fatta, avevo recuperato questa ormai storica saga. La stringevo tra le mani grazie alla collana di ristampe Super-Eroi (Corriere della sera e Gazzetta dello sport in collaborazione con Panini Comics) che sul 15esimo numero presentava proprio le tanto agognate “Guerre Segrete”.
Il primo impatto fu ottimo. Intanto a un supervolumone a soli euro 9,99 contenente ben 12 storie originali non ci si sputa sopra. La copertina di Alex Ross è uno splendido omaggio a quella presentata sul primo volume Star di vent’anni prima. Leggo gli articoli introduttivi e mi rinfresco la memoria.
Mi addentro nelle tavole disegnate…. cavolo riprendono proprio da quel punto lì, quello di vent’anni fa. Leggo l’intero volume in un paio di giorni, forse tre.



La prima osservazione da fare è che gli eroi non ci sono tutti. Quando la Marvel-crew arriva sul pianeta dell’Arcano gli eroi sono una ventina. Sono tanti, sono i più famosi certo, ma io ero rimasto con quell’idea che ci fossero proprio tutti… sì insomma, riunione plenaria al gran completo sfumata. Lo stesso discorso vale per i Villains.
L’aspetto grafico della miniserie si è rivelato una grande delusione.
Pur avendo contribuito a creare pagine di storia Marvel con le sue matite, vedi “L’ultima caccia di Kraven”, “Circolo di sangue” e la stessa “Guerre Segrete”, il lavoro di Zeck su questa miniserie non mi ha convinto. Probabilmente anche le chine di Beatty e in generale l’uso del colore non hanno aiutato le matite di Zeck. In molte tavole le chine sembrano davvero poco definite e i colori oltremodo sbiaditi e slavati (sì, tendo ad usare termini molto tecnici, perdonatemi). L’ultima tavola del primo episodio è un esempio perfetto per capire ciò che intendo ma non è certo l’unica.
Per mio puro gusto personale avrei preferito vedere ai disegni un George Perez o, perché no, il mio idolo d’infanzia John Byrne. Comunque, meglio Zeck che non Layton (autore degli episodi 4 e 5 della saga).
Facciamo un esempio: l’Octopus di Zeck riesce a non sembrare un totale cretino ed è già un fatto. Chi possiede il volume può provare a guardare la prima vignetta di tavola 7 del primo episodio disegnato da Layton. Fatto?
Ok, ora rimane solo da decidere se sembra più imbecille l’Octopus di Layton o Javier Bardem in “Non è un paese per vecchi”.
Ci mette una pezza l’aspetto nostalgico del tutto: il viso di Richards disegnato in quella maniera, un Wolverine rissoso in marrone e oro, Tempesta punk style e via dicendo.

La trama l’ho trovata di una lungaggine sconsiderata. Si parla tanto al giorno d’oggi di decompressione delle trame ma anche Shooter non ha di certo scherzato con queste Guerre Segrete.
Tutti gli avvenimenti importanti che prendono il via sulle pagine di questa saga sono semplici abbozzi che verranno sviluppati al meglio dagli scrittori delle serie regolari di ogni singolo personaggio.
Il caso più lampante è quello di Spidey che ancora oggi si trova a fare i conti con Venom, personaggio derivante dal costume alieno che proprio da Secret Wars muove i primi passi.
Ma in tutto ciò il merito di Secret Wars dove sta? Del simbionte, così come di molte altre sottotrame, si fa solo un rapido accenno lasciando lo sviluppo delle idee ai mensili dei vari eroi.
Per il resto scontri e sganassoni a ripetizione, acquisizioni e perdite di enormi poteri, morti e resurrezioni che non lasciano segno sui personaggi coinvolti. La caratterizzazione di questi ultimi è proprio il punto debole di tutta la saga. Eroi che si portano dietro una storia illustre da protagonisti di primo piano nell’universo Marvel come Tempesta o Nightcrawler sono messi totalmente (o quasi) da parte. L’Uomo Ragno, bandiera della Marvel, non fosse per le poche tavole nelle quali si parla del simbionte, sarebbe potuto tranquillamente rimanere a New York a ridare il bianco a casa e nessuno se ne sarebbe accorto (magari quelli del marketing Marvel).
Wolverine ogni tanto ringhia e l’Hulk versione intelligente sembra invece un’imbecille. Maggiormente approfondite le vicende di Colosso e del suo rapporto con Zsaji, la figura di Magneto e quella di Destino.
Forse “Le Guerre Segrete” non hanno retto al passare del tempo e sono invecchiate male. Sicuramente i miei parametri di giudizio sono cambiati col passare degli anni.
Con tutta probabilità avrei dovuto trovare allora quelle 22.000 lire perché sono sicuro che in quel preciso momento e a quell’età queste “Guerre Segrete” me le sarei godute molto di più.
Se per queste “Secret Wars” citando i Pink Floyd potrei dire “the child is grown, the dream is gone”, fortunatamente ci saranno ancora tantissime Marvel storie a tenere viva la nostra passione.

Le Guerre Segrete. Collana Super-Eroi. Le grandi saghe. La Gazzetta dello Sport/Corriere della Sera in coll. Con Panini Comics. Euro 9,99. 336 pp.

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