martedì 21 settembre 2010

ECCE BOMBO

(di Nanni Moretti, 1978)

Nanni Moretti non mi ha mai ispirato simpatia. Lo dico subito così mettiamo le carte in tavola e non se ne parla più. Partendo prevenuto mi sono anche avvicinato poco ai suoi film. Così, a pelle, mi è antipatico e non lo seguo. So che non è il modo migliore per valutare i lavori di un regista ma così è (quasi) sempre andata.

Poi ho voluto provare, andai anche a vedere La stanza del figlio al cinema. Osannato a Cannes e bravo lì e bravo là a me La stanza del figlio non è piaciuto per niente. Un film freddo, il suo faccione sempre presente, mi dava l’impressione di un ego un tantino smisurato. Forse ero davvero prevenuto.

E giù a stracciarci le palle con i girotondi poi, forse sono io che la politica la digerisco poco. O sono solo ignorante che può pure essere. Ma sì che magari serve a farci un po’ di cultura, guardiamoci Palombella Rossa. Mi sono fatto due palle così solo perché non ne avevo una terza a disposizione. Grande lavoro mi dicono. Sarà.
A mia moglie piace, dice che è bravo (non come attore magari, in senso lato).

L’unico ricordo decente che avevo era per Il portaborse che non era manco suo e più che altro il merito era di Silvio Orlando. Ma dai che ci si riprova. Mi sono visto Ecce Bombo. Oh, mi sono divertito.

Un film di pochi mezzi, azzeccato, divertente, mai prolisso dove i temi cari al regista già ci sono tutti ma amalgamati con una leggerezza che bisogna fargli i complimenti. Non è che ora mi rimanga simpatico ma diamo a Cesare quel che è di Cesare e a Moretti quel che è di Moretti. E bravo Nanni.

Il suo personaggio è qui ancora divertente e dico ancora perché, se non erro, dovrebbe essere lo stesso di Palombella Rossa dove lo sarà molto meno. Un gruppo di amici, tra i quali lo stesso Moretti (Michele), reduci dagli anni della contestazione, passano le giornate tra l’insoddisfazione perenne e la ricerca del cambiamento. La ribellione misurata, il disagio verso la famiglia, i rapporti con l’altro sesso e la voglia e la difficoltà di comunicare.

Brevi sequenze, montate una dietro l’altra, brevi attimi che inquadrano perfettamente i sentimenti di molti (allora) giovani condizionati dal momento politico e sociale che si trovavano a vivere. L’esigenza impellente e un po’ vuota di fare cose, vedere gente… una cricca di personaggi sfigati e quasi assurdi da rivelarsi subito simpatici. C’è pure un giovanissimo Mughini. E i ragazzi tra di loro parlano, tirano fuori le cose, creano quelli che sembrano quasi gruppi di sostegno e la loro voglia di cambiamento ormai sembra così lontana e, lasciatemelo dire, quasi ridicola.

Magari ne provo un altro. Consigli?

6 commenti:

  1. Cara Firma, personalmente ti dico che Nanni Moretti mi piace molto. Penso però che "La stanza del figlio" sia un film molto particolare e atipico all'interno della sua filmografia (certamente non il film più indicato per entrare nel mondo del regista). Comunque il suo lavoro che amo di più è "Caro Diario", a mio avviso decisamente imperdibile (vincitore a Cannes del premio per la miglior regia). Tra i primi lavori ti consiglio caldamente anche "Bianca" e "Io sono un Autarchico" entrambi bellissimi...

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  2. E vada per questi allora, appena potrò s'intende.
    Grazie per i consigli.
    Di Palombella Rossa che ne pensi?

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  3. Palombella Rossa l'ho visto una volta sola tantissimo tempo fa e ricordo che non entusiasmò neppure me all'epoca. Penso sia uno dei suoi film più politici (non che gli altri non lo siano...) e forse l'ho visto ad un'età nella quale era più difficile per me comprenderne completamente il significato. Credo che prima o poi, quando ne avrò l'occasione, proverò a rivederlo...

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  4. Arrivo dopo un anno, magari non te ne frega più niente, ma Moretti per me è un punto fisso (E palombella rossa mi fa sempre ridere). Io li guarderei tutti, in cronologia, perché per una volta nella vita HA SENSO vedergli in cronologia. Il personaggio di Michele Apicella cresce e ci si affeziona e ci si rivede, forse, in alcuni suoi errori e sue fisse... Anche se non è mai lo stesso personaggio, a parer mio, ha solo lo stesso nome.
    Il vantaggio dei film "politici" che crea è che hanno una dimensione anche extrapolitica. A me importa poco sapere se Palombella rossa era una critica di qualcosa in particolare accaduto in quegli anni. Io so solo che in Palombella vedo l'inutilità della politica dei partiti ma raccontata in modo semplice, quasi come se non gliene fregasse niente (la scena in cui sta sul pullman, dove tutti parlano delle tecniche per la prossima partita di pallamano, e lui si ripete Stanno parlando di uno sport... ma quale??? è geniale...).
    Forse Moretti voleva intendere altro ma a me importa poco.

    Ah, Moretti nella vita reale lo detesto pure io.

    Scusa per i troppi commenti ma mi sto girando il sito e mi piace quasi tutti, sto recuperando Sandman (non l'ho mai letto) ed un altro paio di comics, mi stai facendo venire voglia di scoprire un mondo che da troppo tempo ho accantonato.

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  5. Commenta pure, quando posso risponderò a tutto.

    Moretti in effetti ho l'intenzione di recuperarlo, anche a mia moglie piace parecchio e potremo guardarci questi film insieme (non sempre abbiamo gusti coincidenti).

    Il mio grosso problema è che mi piace veramente troppa roba e non riesco a stare per lungo tempo solo su un regista, su un autore, etc..

    Comunque recupererò appena potro e poi posterò, si io posterò...

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  6. "Il mio grosso problema è che mi piace veramente troppa roba e non riesco a stare per lungo tempo solo su un regista, su un autore, etc.."

    LOL, la storia della mia vita...

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