lunedì 14 luglio 2014

HELLBOY - LA MANO DESTRA DEL DESTINO

(Hellboy: The right hand of doom di Mike Mignola, '98/'00)

Il volume in questione, il quarto dedicato al personaggio di Hellboy, riprende la struttura narrativa del precedente concentrandosi su storie brevi di varia foliazione (dalle due alle tredici pagine) e concludendosi con la miniserie più corposa Hellboy: box full of evil. Mentre nella prima parte Mignola continua ad attingere al folclore e alla tradizione dei più svariati paesi del mondo (questa volta si pesca anche in Giappone) per creare le sue splendide storie brevi, con la miniserie finale e con il racconto che dà il titolo al volume, La mano destra del destino, l'autore esplora in misura maggiore il suo personaggio, il suo legame con il mondo infernale ma soprattutto pizzica la curiosità del lettore insinuando dubbi sul reale significato della enorme e rocciosa mano destra di Hellboy.

E' proprio la storia d'apertura, la più breve, intitolata Pancake a rivelare l'attitudine geniale e fortemente ironica del Mignola narratore che in due pagine ci mostra il cazzutissimo demone infernale Astarotte in preda allo sconforto più totale a causa di alcuni semplici pancake. Il protagonista della storia è un Hellboy bambino all'età di due anni, una piccola perla. Ne La natura della bestia, in controtendenza ai nefasti presagi gettati sul potenziale destino del nostro nei due racconti di chiusura al volume, grazie a poche goccie di sangue e alla nascita di un fiore, Mignola riesce a farci sperare per Hellboy un destino migliore rispetto a quello che sembra essere stato già deciso per lui dal suo retaggio infernale. Ancora una volta quello di Hellboy sarà un viaggio itinerante che lo porterà dal Sussex allo Yorkshire inglesi passando per la Norvegia, il Giappone e gli Stati Uniti d'America.


Ma saranno le esperienze in Spagna e Scozia a segnare in misura maggiore il protagonista, un demone infernale che ha rinnegato la sua provenienza e che non vuole dare ascolto ai numerosi indizi che predigono il suo terribile destino e sembrano assegnargli un ruolo in questo mondo che Hellboy rifiuta, rinnega e ignora (o tenta di ignorare come dimostra l'epilogo di Una scatola piena di malvagità). Cos'è Hellboy, un demone per caso, fatalista, che tenta di buttarsi tutto alle spalle con un bel vaffanculo, o un umano adottivo in un corpo demoniaco spaventato da quel che potrebbe essere o diventare? O entrambe le cose?

La continuity delle storie di Hellboy non può definirsi fitta ne imprescindibile, con alcune di queste storie Mignola inizia a scavare e delineare meglio la sua creazione in attesa, forse, di eventi futuri. Parlando dei precedenti volumi ho già tessuto le lodi di Mignola, autore completo ed eccezionale, che in questo volume aggiunge al suo repertorio atmosfere orientali, ectoplasmi lovecraftiani e un Hellboy bambino. Chiude il volume uno sketchbook di Mignola veramente degno di questo nome, pieno di volti, mostri, demoni e con uno splendido Hellboy tratteggiato a matita.


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