mercoledì 22 ottobre 2014

LA GUERRA DI CHARLIE WILSON

(Charlie Wilson's war di Mike Nichols, 2007)

La guerra di Charlie Wilson è un film che narra i retroscena poco noti di una situazione internazionale invece molto nota: l'invasione dell'Afghanistan da parte dell'esercito russo (1979 - 1989). Il film di Mike Nichols, basato sul libro di George Crile III, si concentra sulla vera storia del deputato democratico al Congresso americano Charlie Wilson e su come questi, con l'aiuto di altre personalità interessate alla causa, sia riuscito a far ottenere ai mujaheddin afghani gli armamenti necessari a scacciare i russi dal loro territorio grazie a continui innalzamenti del budget americano destinato a questa particolare causa, umanitaria se vogliamo ma soprattutto politica.

Il film gode di un cast di primissimo piano, si rivela una visione piacevole e tratta un argomento effettivamente di un certo interesse. Diciamo anche che se Aaron Sorkin non ne avesse scritto la sceneggiatura, se Nichols non l'avesse diretto e se il cast non ci si fosse dedicato nessuno ne avrebbe comunque sentito la mancanza, i film davvero grandi sono altri (scusatemi ma ieri ho visto Onora il padre e la madre).

Il ruolo del deputato protagonista della vicenda è andato a Tom Hanks, nonostante l'attore non sia in cima alla lista delle mie preferenze la scelta mi sembra azzeccata, dando un'occhiata alla foto del vero Wilson potrete farvene un'idea anche voi. Tom Hanks, come il resto del cast composto da grandi nomi, offre una prova dignitosa ma lontana da qualsiasi slancio passionale o da memorabili pezzi di bravura. A sostenerlo troviamo Julia Roberts a interpretare la filantropa Joanne Herring, Philip Seymour Hoffman nel ruolo dell'agente della CIA di origine greca Gust Avrakotos e Amy Adams, l'assistente di Wilson Bonnie.


L'unico vero pregio del film è appunto la materia trattata finora almeno a me sconosciuta. Attenendosi a quello che realmente era Charlie Wilson, Hanks impersona un deputato molto attento alle belle donne e al whisky di qualità piuttosto che ai grandi dibattimenti del Congresso, un politico di parola lontano dalle grandi decisioni, capace però di parlare con le altre persone e di accumulare favori da chiedere poi in cambio. Per un caso all'apparenza fortuito Wilson inizia a interessarsi alla condizione Afghana e a quella del suo popolo decidendo di battersi per aumentare il budget per rifornire di armi il popolo afghano. Troverà come alleati una ricca e affascinante Joanne Herring, amante dedita alla causa e l'agente CIA Avrakotos, personalità fuori dagli schemi, sicuro delle sue capacità e in rotta con i piani alti della sua organizzazione. Insieme riusciranno a creare stranissime alleanze e a farle funzionare garantendo la riuscita dei loro scopi.

I protagonisti sono quanto di più lontano ci si possa immaginare da personalità coinvolte in una causa del genere, le manovre del potere mostrate da Nichols assumono toni quasi farseschi e sembra impossibile che con parti in causa come queste, attivate da quella che doveva essere una semplice visita di cortesia al leader Pakistano, si sia arrivati a risultati tanto rilevanti. Il registro della pellicola si mantiene comunque sobrio senza osare troppo e senza calcare la mano su risvolti che avrebbero potuto virare verso il grottesco. Nichols confeziona un prodotto Hollywoodiano, medio, anche piacevole se può interessare l'argomento. Ok, visto. Possiamo passare oltre.


7 commenti:

  1. Concordo in toto con la descrizione che ne hai fatto!
    Non dico che ho fatto fatica a guardarlo (cometu stesso hai detto, i grandi film sono altri), ma una volta terminato è stato immediatamente spostato nel dimenticatoio! Insomma senza infamia e senza lode!
    "Onora il padre e la madre" dovrò decidermi a guardalo! u_u

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    1. Beh, Onora il padre e la madre è proprio un'altra cosa, non è lo stesso fottuto campo da gioco, non è lo stesso campionato e non è nemmeno lo stesso sport, non so se mi sono spiegato :)

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  2. Ho il dvd
    apprezzo la bravura di Ph. S. Hoffman (che bravo che era!!!) e l'aneddoto del maestro zen (siamo sicuri cosa sia un bene e cosa sia una sfiga?)
    Secondo me, il vero obiettivo di Sorkin è la destra ultraconservatrice cristiana: il protagonista va a letto con Jane Liddle sotto il naso del religiosissimo padre

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    1. Anche io ho apprezzato l'aneddoto del maestro zen. Sorkin si muove nel suo, non è la prima volta che descrive certi ambienti mi sembra, semplicemente non graffia più di tanto.

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  3. Ricordo che dopo che lo vidi andai a documentarmi su wikipedia.
    A scuola nemmeno ci si arriva a quel periodo storico...

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    1. Infatti da questo punto di vista il film l'ho trovato comunque interessante.

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