Se prendiamo in esame le iniziative intraprese dalla Sergio Bonelli Editore negli ultimi anni non si può certo dire che in via Buonarroti non abbiano sperimentato o tentato di portare innovazione al fumetto popolare italiano, se non proprio con il formato almeno con formule nuove e contenuti differenziati.
Ricalcando un poco, ma in maniera senz'altro diversa, il lancio di qualche anno fa della collana Le Storie, è ancora fresca la partenza di una nuova proposta slegata da qualsiasi personaggio ricorrente o da autori unici. Se con Le Storie ogni mese il lettore trova nuovi personaggi e differenti ambientazioni con Le Miniserie Bonelli l'idea è più o meno la stessa ma le vicende presentate godono di più ampio respiro e di una narrazione scandita nell'arco di tre o quattro uscite mensili. Coney Island è quindi soltanto la prima di una serie di storie che questa nuova iniziativa porterà in edicola.
L'esordio è affidato ai testi di Gianfranco Manfredi e alle matite di Giuseppe Barbati (purtroppo recentemente scomparso) e di Bruno Ramella. Devo dire che i tre numeri che compongono la miniserie Coney Island non mi sono affatto dispiaciuti, anzi. Innanzitutto si nota come all'interno di una formula già nuova di per sé, Manfredi decida di scandire gli eventi narrandoli a blocchi e seguendo per ognuno di questi il punto di vista di uno dei suoi protagonisti. Questa scelta dona alla storia un bel ritmo e una concatenazione di eventi che funziona sinceramente bene senza mai risultare artefatta o pretestuosa. Gli elementi narrativi sono numerosi e intriganti: per iniziare il connubio tra la location, il vecchio Luna Park di Coney Island, e il periodo storico degli anni '20 del 1900 è di grande fascino. Poi la scuola dei duri e i dialoghi e i personaggi ispirati all'hard boiled, uno su tutti l'ispettore Jack Sloane, uno che non va fiero dei suoi metodi spicci ma nemmeno se ne vergogna. E ancora il circo, il mondo degli stunt, quello degli illusionisti e dei fenomeni da baraccone, la malavita organizzata, la storia e il sovrannaturale. Elementi diversi che però ben si combinano un con l'altro andando a creare un mosaico di suggestioni tutto sommato piacevole e ben riuscito. La durata più lunga rispetto agli episodi presentati su Le Storie permette probabilmente di delineare meglio i personaggi, magari non tutti, dandone una versione abbastanza approfondita e articolata come nel caso dei co-protagonisti Mister Frolic e Speedy per esempio.
Bilancio dunque positivo per un esordio molto interessante, si passerà ora al Tropical Blues di Luigi Mignacco e Marco Foderà con la speranza che la nuova iniziativa possa godere di una seconda prova altrettanto valida.
Anch'io trovo carina l'idea. Giusto lo spazio di due tre albi per raccontare una storia di un certo tipo. Vedremo con il passare del tempo cosa ci riserverà la collana. Ho letto l'intervista a Mignacco per il suo Tropical Blues e mi ispira parecchio.
RispondiEliminaInvece questa di Manfredi, con qualche slavatura qui e lì, può comunque considerarsi una bella mini riuscita.
L'intervista non l'ho letta, non andrò ad approfondire così mi godrò la nuova mini come una sorpresa totale :)
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