domenica 27 novembre 2016

KUNG-FU PANDA 3

(di Jennifer Yuh e Alessandro Carloni, 2016)

La saga del Maestro Dragone Po si muove sui binari della coerenza e della tradizione, il terzo capitolo apporta qualche nuovo elemento alla storia, mette in campo una nuova fase di ricerca e crescita per il protagonista e lo pone di fronte a un nuovo e temibile (?) avversario. Felice riconferma per gli amanti del brand Kung Fu Panda, questo nuovo episodio non innova ma continua a far crescere, anche a livello economico, un progetto che già funziona e che ha trovato fin dal primo capitolo la sua strada verso il successo. Realizzato in collaborazione con gli studios cinesi della Oriental Dreamworks, il film è stato prodotto con accorgimenti mirati (come quello di ritoccare il labiale per il mercato cinese) atti a produrre incassi da capogiro in tutto il mondo, anche se poi questo si rivelerà il film meno remunerativo della trilogia. Da segnalare l'arrivo alla co-regia dell'italiano Alessandro Carloni, già al lavoro in altri ruoli nei primi due episodi della serie.

Si riprende il discorso interrotto in Kung-Fu Panda 2 sulla famiglia di Po, il Guerriero Dragone scoprì infatti nel precedente episodio come da un'oca non possa nascere un panda e di conseguenza quindi come il suo papà Ping non potesse essere il suo vero padre biologico. La famiglia si allarga in questo nuovo capitolo con l'arrivo di Li Shang, il vero padre di Po alla ricerca del figlio perduto. Proprio questo risulta essere il tema più interessante del film, visto anche nell'ottica di proporre in maniera naturale e assolutamente non traumatica ai bambini un modello differente di famiglia, compito portato a segno alla perfezione in un film dove traspare come le uniche cose importanti siano l'aiuto reciproco e l'amore, un messaggio ricevuto ad esempio da mia figlia senza nessun problema, i bambini che infatti non hanno ancora preconcetti forti non fanno probabilmente grosse difficoltà ad accettare un nucleo affettivo con due papà se a muovere questa unione sono solo sentimenti positivi. Ovviamente il concetto rimane a livello di superficie, i temi non vengono approfonditi in maniera particolare, si tratta pur sempre di un prodotto rivolto prevalentemente ai bambini.


Sul versante avventuroso invece assistiamo all'arrivo di Kai direttamente dal regno degli spiriti, essere dalle capacità sovrannaturali in grado di rubare la forza vitale (il chi) dei più abili maestri, Shifu compreso, e crearne dei costrutti di giada ai suoi servigi. Per sconfiggerlo il Guerriero Dragone dovrà diventare insegnante e maestro lui stesso, fino ad arrivare a padroneggiare la forza del suo Chi interiore. Ma la situazione potrà sbloccarsi solo con l'aiuto degli amici di sempre e della sua nuova famiglia.

Splendide come sempre le sequenze in flashback realizzate in animazione tradizionale, tra le cose più belle del film, a livello visivo si prosegue sulla strada già battuta con ottimi risultati coltivando pellicola dopo pellicola un brand che almeno al momento non stanca.

4 commenti:

  1. Personalmente lo reputo il "Kung fu Panda" più fiacco.
    Gli è mancato quello spessore degli altri capitoli, nonostante i buoni propositi...

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    1. Capisco cosa intendi, probabilmente paga un po' proprio la mancanza di vere e proprie novità e un villain non proprio al top. Comunque per chi ama la saga anche questo non è un brutto episodio.

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  2. A me non era dispiaciuto per niente. E a Teo pure. Ma vi do ragione sul fatto che il cattivo di turno è ben poca cosa rispetto ai precedenti.
    O almeno, all'inzio è ben pompato, poi si sgonfia tutto all'improvviso.
    Molto, molto, molto buona, invece, la cura dietro il personaggio di Tigre.

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    1. In fin dei conti anche a me non è dispiaciuto, ho forse preferito lievemente i primi due ma anche questo non era male. De cinque cicloni Tigre è l'unica sul quale si è effettivamente fatto un po' di lavoro.

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