Il progetto Antimatter nasce nel 1998 dall'incontro del musicista Mick Moss con l'ex membro degli Anathema Duncan Patterson, entrambi compositori capaci di attingere a fonti d'ispirazione comuni nonostante la loro abitudine nel creare pezzi in maniera del tutto individuale e non collaborativa, pezzi che trovano poi, quasi incredibilmente, un amalgama perfetto all'interno di album dalla cifra stilistica assolutamente coerente. La via delle composizioni separate viene percorsa dal duo per l'assemblaggio del loro album d'esordio Saviour (2002) e riproposta l'anno successivo per questo Lights out.
L'album si apre con l'inquieta sirena già citata, il suono si scioglie progressivamente in un ingresso evocativo di tastiere ed elettronica minimale, la voce di Hayley Windsor ci introduce alle atmosfere pessimistiche delle liriche, contrastata in maniera perfetta dalle splendide chitarre acustiche di Patterson e Moss, di quando in quando il bip di uno strumento per monitorare i battiti cardiaci scandisce una tensione palpabile, fredda e rassegnata ad una visione nera dell'animo umano, puntuali raddoppi vocali e un verso significativo (Lights out and you hit the ground) chiudono la titletrack. Con Everything you know is wrong arriva il primo gioiello dell'album, giocato tra l'incedere di un piano oscuro, accenni di trip hop e voci misurate volte ad esprimere tutto il disincanto e la perdita di riferimenti che Moss, autore del brano, sintetizza in maniera ficcante nelle poche parole del titolo del pezzo che si concede anche una bella coda space rock. È ancora la voce della Windsor a illuminare l'oscura elettronica di The art of a soft landing, questo terzo pezzo conferma come l'ascolto al buio, in cuffia, sia quello migliore per apprezzare al meglio i raddoppi delle voci, le atmosfere oscure, i passaggi più tesi e corposi così come quelli più delicati di un album dal potenziale enorme, in questo brano brevi squarci industrial e passaggi che richiamano anche i Tool dello strambo (e sicuramente più ironico) Message to H.M. Expire richiama i suoni dei Massive Attack, una discesa nel disagio, forse nella follia verso una terribile soluzione finale: I've a solution, final solution. I passaggi da un brano all'altro sono calibrati alla perfezione lungo la creazione di un mosaico di pezzi dalle sfumature diverse ma con incastri a orologeria che uno dopo l'altro funzionano senza intoppi con precisione svizzera. L'uso sapiente dei tappeti elettronici e delle belle linee melodiche, le improvvise accelerate, gli ottimi inserti di basso (vedi In stone) che contribuiscono a comporre un album di sicuro interesse, vengono compromesse soltanto, se proprio vogliamo trovare un difetto a questo Lights out, dall'assenza di luce nei toni e nei testi dei brani, composizioni di un pessimismo che potenzialmente potrebbe rivelarsi duro da digerire per diversi ascoltatori. Reality Clash segue i binari tracciati da diversi brani precedenti, presenta brevi passaggi di chitarra di forte impatto e sfocia ancora una volta in un misto di elettronica e trip hop. Con Dream, vera perla dell'album, si apprezza al meglio la seconda voce femminile presente in Lights out, quella di Michelle Richfield, fugacemente apparsa in Expire e In Stone, brano questo forse più canonico ma di grandissima bellezza. In chiusura la strumentale Terminal, pezzo che nasce delicato per andarsi via via a scomporre in passaggi più cupi e angoscianti per chiudersi ancora sul suono di un battito cardiaco filtrato da una fredda macchina.
Come sta a dimostrare la copertina del disco, la luce è flebile ed è lontana, persa in un mare d'oscurità, starà a noi trovarla in mezzo alla bellezza dei suoni oscuri propostici da Moss e Patterson, poi ci sono momenti in cui crogiolarsi in stati d'animo meno solari e sorridenti non si rivela per forza una brutta cosa. Allora, Antimatter, Lights out... spegnete le luci.
Lights out, 2003 - Prophecy
Duncan Patterson: voce, basso, chitarre, tastiera
Mick Moss: voce, basso, chitarre, tastiera
Hayley Windsor: voce (brani 1, 2, 3)
Michelle Richfield: voce (brani 4, 5, 7)
Jamie Cavanagh: percussioni addizionali
Tracklist:
01 Lights out
02 Everything you know is wrong
03 The art of a soft landing
04 Expire
05 In stone
06 Reality clash
07 Dream
08 Terminal
Davvero un bel pezzo, anche per la bellezza della voce femminile, che però a quel che ho capito è presente più qui che altrove nel disco.
RispondiEliminaQuesto è effettivamente il brano dove risalta maggiormente la voce della Richfield, tieni conto che però anche la Windsor non è da meno e le voci di Moss e Patterson si difendono benissimo. Un ascolto completo all'album te lo consiglio, è davvero un ottimo disco.
EliminaMe li segno, grazie della segnalazione.
RispondiEliminaSiam qui apposta ;)
EliminaDimenticavo: ti ho nominato in un meme degli anni 90 (ideato da Moz XD)
Eliminahttp://giocomagazzino.blogspot.it/2017/10/very-pop-blog-i-miei-anni-90.html
Vado subito a vedere, thanks ;)
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