Black Mirror sta cambiando. Come prevedibile per un prodotto dalla qualità media altissima, il cambiamento si è portato dietro anche qualche inevitabile critica, alcune di queste tra l'altro non arrivano proprio come il classico fulmine a ciel sereno. Chi ha seguito la serie lungo le tre stagioni precedenti ne conosce a menadito le tematiche: critiche spietate e riflessioni argute sui futuri sviluppi della nostra società in rapporto all'evoluzione e all'uso scriteriato delle nuove tecnologie, dai social media all'intrattenimento fino alle applicazioni più avveniristiche che toccano realtà virtuali, coscienze artificiali e via discorrendo. Pur nelle numerose derive applicabili, il tema è circoscritto e tra le puntate dello show qualcosa inizia a ripetersi, lo sottolineo ancora una volta, tutto ciò era inevitabile e prevedibile. Inoltre, seguendo una strada tracciata in parte anche nella stagione precedente, sembra esserci un'autorialità maggiore, dettata probabilmente dalla partecipazione al progetto di registi già affermati (Jodie Foster, David Slade, Tim Van Patten, John Hillcoat, James Watkins, Joe Wright, tutta gente con già all'attivo diverse uscite cinematografiche), questo ha portato alla nascita di alcuni episodi che sembrano solamente lambire lateralmente quella che era la cifra stilistica, o ancor meglio di contenuti, dettata da Black Mirror. Alcuni di questi episodi semplicemente possono sembrare allo spettatore qualcosa di diverso da Black Mirror. Dallo scarto stilistico, dalla ripetizione di qualche contenuto, dalla qualità comunque altalenante delle singole puntate, è comprensibile come sia venuta fuori quel pizzico di delusione che mi sembra serpeggi in rete in merito alla nuova annata.
Fatta l'inevitabile premessa ammetto che sì, qualche punta di delusione l'ho provata anche io, soprattutto guardando la puntata d'esordio dove il sapore della ripetizione mi ha pizzicato più volte la gola. Giudicando la stagione nel complesso, sicuramente non riuscita come le prime e tenendo presente che non è più proprio quella Black Mirror che conoscevamo e amavamo, la tenuta della stagione mi è sembrata migliore della precedente, nessun episodio infatti mi è sembrato mal riuscito o troppo sbilanciato nel rapporto contenuti/coinvolgimento, anche il peggior episodio di questa stagione mi è sembrato migliore di almeno un paio della precedente, fermo restando che comunque da Black Mirror mi aspettavo di più, il problema è che ci hanno abituati troppo bene.
USS Callister (addirittura in odore di spin-off sembra), episodio nel quale si omaggia a piene mani il mito di Star Trek, ri-propone i temi delle realtà virtuali legate al gioco già visti in altri episodi e quello delle identità digitali (o intelligenze artificiali) più o meno autocoscienti, inseriti in una vicenda ben scritta e ben strutturata, con un bel cambio di visione da parte dello spettatore, vicenda che però emoziona e coinvolge poco e che ha il sapore del già visto. Simpatico però l'omaggio a Star Trek, qui sublimato nell'invenzione della navicella USS Callister e del suo equipaggio che richiama quello di Kirk e soci. Si guarda con piacere, forse un po' lungo, ma poco ci lascia.
Arkangel è uno dei due episodi che ho preferito, i temi dell'innesto tra tecnologia e umano, così come l'interfaccia tra la vita reale e un sistema di controllo digitalizzato, ci era stato già proposto fin dalla prima stagione, quello che qui invece coinvolge molto è l'aspetto psicologico della vicenda (che poi è forse l'aspetto più interessante anche dell'episodio precedente). Si riflette sul ruolo del genitore, sul labile confine che passa tra un giusto e doveroso controllo sulla vita dei propri figli e un comportamento invasivo che facilmente diventa dannoso per bambini e ragazzi soprattutto in ottica della loro maturazione e del raggiungimento di una giusta dose d'indipendenza. Assolutamente coinvolgente, soprattutto per chi genitore lo è davvero, gli spunti di riflessione sono ottimi, questa è davvero Black Mirror.
Crocodile. Questa invece no. Forse l'episodio più deludente del lotto. Si lascia guardare, con le dovute modifiche sarebbe potuto essere un buon thriller, c'è un'aspetto tecnologico legato all'estrazione e successiva visualizzazione su device dei ricordi, potenzialmente anche interessante ma qui usato in maniera pretestuosa. Belle però la fotografia e la scelta delle location. La meno Black Mirror di tutte?
Hang the DJ si gioca la mia preferenza assoluta con Arkangel, non si capisce bene fino in fondo se siamo davanti a un futuro terribile oppure no, c'è un bel messaggio di fondo in questo episodio a pensarci bene, e anche la peggiore coercizione che ci possa essere: quella dei sentimenti. Lei ti ama, tu la ami, in fondo siete tutti e due liberi ma non potete stare insieme, o almeno non potete deciderlo voi, decide il sistema. Per alcuni versi mi ha ricordato San Junipero, non è a quella altezza, ma anche Hang the DJ dimostra che quando i temi di Black Mirror incontrano i sentimenti e, perché no, anche una bella dose di romanticismo, possono venirne fuori degli ottimi risultati.
Metalhead. Non male se vogliamo come episodio, c'è un futuro distopico, fantascientifico, per chi piace un bel girato in bianco e nero, ma Black Mirror che c'entra?
Black Museum è forse l'episodio più sperimentale, interessante perché dimostra che qualcosa sta cambiando, è anche il più pasticciato se vogliamo, forse un punto di svolta? Nell'episodio compaiono degli elementi che omaggiano diversi episodi passati di Black Mirror, semplice divertissement o dimostrazione che tutti gli episodi (o quasi) si svolgono nello stesso mondo, nella stessa società e che in qualche modo sono collegati? In più Black Museum presenta tre storie diverse legate a un personaggio che le lega tutte e che orbita intorno all'ospedale di San Junipero, ancora identità digitali coscienti e ibridazioni uomo/tecnologia con qualche virata nell'horror e in un certo tipo di televisione proveniente dal passato. Strano, difficile da giudicare, un po' spiazza. Peccato che alcune idee, in nuce davvero buone, siano state condensate tutte insieme in un unico episodio.
La spinta innovativa probabilmente è in esaurimento, o ci si abitua alla ripetizione in qualche misura, o si accetta il cambiamento. Non resta che stare a vedere cosa deciderà per noi Charlie Brooker.
Purtroppo la terza stagione mi ha deluso talmente tanto che l'ho mollata a metà. Magari più avanti recupererò anche la quarta, ma per ora non ho più interesse... un vero peccato, perché il brand ha un gran potenziale!
RispondiEliminaIl tuo giudizio è molto severo, sicuramente c'è una flessione nella qualità complessiva della serie, è indubbio, però cose interessanti ce ne sono ancora parecchie.
EliminaDannazione!
RispondiEliminaHo letto fino a un certo punto, perché non ho ancora visto la quarta stagione e non volevo spoilerarmi nulla... ma ho il vago sentore che sarò prossima alla delusione?
Beh... dipende. Da quanto pretendi e cosa ti aspetti, comunque vale sempre la pena guardarla, a visione ultimata fammi poi sapere ;)
EliminaVero, Black Mirror sta cambiando, è sempre interessante da seguire, ora offre ottime cose e altre meno centrate, comunque nella mischia di produzioni di vario genere continua a ritagliarsi un posto di riguardo.
RispondiEliminaIo come Robi ho letto fino a che non parlavi degli episodi e poi mi son fermata perché sono arenata alla terza stagione, pochissimi episodi e mi concederò la quarta stagione fra un esame e l'altro! Su Twitter tutti ne parlano iper male, ma giustamente, come fai notare tu i temi gira e rigira sarebbero finiti per ripetersi.... Io comunque son ferma con il cuore ella mente alla puntata della terza stagione dal titolo San Jupitero!
RispondiEliminaQuella è stata una puntata fantastica, sicuramente tra le mie preferite di tutta Black Mirror, la serie sta cambiando ma in fin dei conti nel complesso non mi è dispiaciuta nemmeno questa quarta stagione.
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