domenica 11 marzo 2018

UN REBUS PER L'ASSASSINO

(The last of Sheila di Herbert Ross, 1973)

Un rebus per l'assassino non è certamente uno dei film più noti del regista Herbert Ross, direttore poliedrico che ben si è districato nel corso degli anni tra i diversi generi e il cui nome oggi risulta ancora poco conosciuto alle masse. Eppure a lui si devono la regia del capolavoro comico Provaci ancora, Sam (con lo zampino di Woody Allen), il musicale Funny Lady con Barbra Streisand, l'originale Sherlock Holmes: soluzione settepercento, il generazionale Footlose negli 80 e commediole leggere ma di successo come Il segreto del mio successo (appunto). Insomma, anche se Ross non è annoverato nell'empireo dei maestri della regia, anche giustamente se si vuole, è uno che le sue cose le ha fatte e che ci ha lasciato diverse ore di buon Cinema. Con questo film Ross si cimenta nel filone classico del giallo all'inglese, guardando molto alla costruzione di un "caso" proprio come facevano la maestra Agatha Christie e i suoi vari epigoni, andando a mettere in scena una vicenda durante la quale allo spettatore verranno forniti un caso da risolvere, sospetti e indizi con tanto di svelamento finale del colpevole da parte dei personaggi che si prenderanno l'incarico di fungere da narratori e moderatori della vicenda.

Lo spunto è rapido e semplicissimo nella messa in scena: una festa a cui partecipa gente del bel mondo del Cinema; Sheila (Yvonne Romain), moglie dell'ospite Clinton Green (James Coburn), in seguito a un alterco di poca importanza fugge dalla villa in uno stato d'alterazione alcolica, da lì a breve sarà investita da un pirata della strada che le toglierà la vita. Incidente? Omicidio?


Qualche tempo dopo Clinton, grosso produttore di Hollywood, organizza una vacanza di una settimana sul suo yacht (di nome Sheila); tra gli invitati alcuni dei partecipanti alla precedente festa al seguito della quale morì la moglie. Accetteranno l'invito, portati sullo schermo da un cast di tutto rispetto, Tom (Richard Benjamin), sceneggiatore in attesa di decollare nel mondo del Cinema, la sua ricca moglie Lee (Joan Hackett) che lo mantiene, il regista sul viale del tramonto Philip (James Mason), l'affermata manager Christine (Dyan Cannon), la bellissima attrice Alice (Raquel Welch) e il compagno Anthony (Ian McShane). Per loro Clinton organizza un gioco che sarà itinerante sulla costa francese, ad ognuno dei partecipanti verrà attribuito a caso un ruolo che gli altri dovranno scoprire, tutti ovviamente ruoli poco piacevoli per questi esponenti dell'industria cinematografica: l'alcolizzato, l'omosessuale, il delatore, l'ex carcerato, il pedofilo e infine il pirata della strada assassino. Dietro la facciata goliardica del gioco c'è ovviamente ben altro.


Un rebus per l'assassino, pur non sconvolgendo la vita a nessuno, si lascerà apprezzare da chi è fan dei meccanismi sopra descritti, chi ama i racconti della Christie in qualche misura apprezzerà questo film che oggi potrà sembrare un po' datato ma che gode comunque di ottime interpretazioni adatte alla situazione. Parliamo comunque di gente come James Coburn, James Mason il celebre caratterista McShane e della bellissima Raquel Welch che non ho mai apprezzato a fondo come attrice, rivedendola sullo schermo torna in mente il perché della sua fama negli anni 80: uno splendore. L'incedere del film è classico, presentazione dei personaggi dopo l'incipit delittuoso, il gioco che desta sospetti, movimenti, indizi, personaggi fuori campo, sceneggiatura a orologeria (di Anthony Perkins, il Norman Bates di Psycho) e climax finale con svelamento del colpevole. Alla fine anche se il film non è sempre scoppiettante, la dinamica prende e si vuole scoprire chi abbia ucciso Sheila. Ma non solo questo, e tutto il resto lo scoprirete se mai guarderete questo film.

Il pubblico di riferimento per Un rebus per l'assassino è abbastanza preciso, chi ama il Cinema dei 70 e le caratteristiche di cui sopra potrebbe trovare in questo film un modo per trascorrere piacevolmente un paio d'ore, interessante inoltre il fatto che molti dei personaggi presenti nel film fossero ispirati a personalità del mondo del Cinema in auge in quegli anni e dalle quali gli sceneggiatori presero spunto per tratteggiare i caratteri dei personaggi.

2 commenti:

  1. Con un occhio attento da investigatore si può già capire nella prima parte del film chi sia il colpevole.Come in Profondo Rosso,a proposito di film anni '70.

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    1. Sì, ci va attenzione, è una cosa che io non riesco a fare mai, soprattutto con i libri della Christie, qui effettivamente si riesce a intuire qualcosa, però poi si movimenta tutto sul finale, cose che ovviamente fa bene al film.

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