venerdì 2 marzo 2018

BLACK PANTHER

(di Ryan Coogler, 2018)

Nessuno ce l'aveva detto ma in casa Marvel hanno deciso di rilanciare il fenomeno della blaxploitation con l'arrivo nelle sale dell'ultimo (solo in ordine di tempo) capitolo del Marvel Cinematic Universe: Black Panther. Pantera Nera è noto ai fan della Marvel per essere stato il primo supereroe di colore (nero ovviamente) della casa delle idee, creato nel 1966 dai soliti Stan Lee e Jack Kirby sull'onda della crescente attenzione per i diritti delle minoranze. Black Panther è l'ennesimo buon film realizzato dai Marvel Studios, rientra a pieno titolo nel segmento del cinema d'intrattenimento d'azione, classico cinecomics ben realizzato che ovviamente non ha aspirazioni da Oscar: peccato, sarebbe stato una bella botta ai movimenti Oscarsowhite e simili. Ciò che più salta all'occhio infatti, e a pensarci bene è strano e deprimente che sia così, è proprio come Black Panther sia un film quasi completamente nero, con attori di alto livello e una costruzione che non sfigura davanti agli altri prodotti Marvel. E se questo salta subito all'occhio forse vuol dire che davvero non solo gli Oscar, ma tutto il cinema americano è troppo so white, in un contesto come questo, aggravato dalla situazione politica statunitense, dal presidente biondo platino e dai fatti di cronaca ai danni della popolazione nera che si sono susseguiti con una certa regolarità anche (purtroppo) nell'era Obama, anche un film disimpegnato come questo può assumere una valenza politica e sociale positiva. Tutti neri dicevamo, o quasi. Un bellissimo cast, il protagonista Chadwick Boseman l'abbiamo già conosciuto in Capitan America: Civil War, per i fan della serialità televisiva c'è la grandissima Danai Gurira, la Michonne di The Walking Dead, che qui interpreta il comandante delle Dora Milaje, il gruppo scelto di guerriere che hanno il compito di proteggere re T'Challa, la Pantera Nera (Boseman). Non servono presentazioni per Forest Whitaker, fedelissimo del re, e neanche sul versante femminile per Angela Bassett, madre del re. E ancora Michael B. Jordan, Letitia Wright (Black Mirror), Lupita Nyong'o (anche negli ultimi Star Wars), Winston Duke e Daniel Kaluuya: tutti bellissimi volti neri. Ai visi pallidi rimangono il ruolo (decisamente più spassoso nei fumetti) dell'agente Everett Ross (Martin Freeman) e quello del fetente Ulysses Klaue (Andy Serkis). Black Power, le Pantere sono tornate!


Per il resto Black Panther è il film che ormai ti aspetti dalla Marvel, ben realizzato, divertente, con un'ottima presentazione dei personaggi, un bel mix di recitazione ed effetti speciali, ironia e coinvolgimento emotivo. Pilota automatico o quasi sulla struttura del film, nuove ambientazioni, nuovi spunti, azione, insomma... c'è tutto. Black Panther è il classico film che piacerà a chi ama questo genere, probabilmente risulterà più o meno indifferente a tutti gli altri. Uno dei migliori film della Marvel come si dice qua e là in rete? No, non lo è, non esageriamo.

Intanto diciamo che come diversi altri film del genere anche questo Black Panther è luuuuuungooooo, riesce comunque a non annoiare nonostante siano diverse le sequenze dedicate alla tradizione del popolo wakandiano, alla faccenda del vibranio, all'isolazionismo della nazione e a tutta una serie di questioni politiche che tolgono un po' di spazio all'azione vera e propria. È questo un male? A mio avviso no, è giusto, soprattutto per personaggi minori come la Pantera, narrare e illustrare il contesto, è un po' quello che rende i film Marvel migliori di quelli della DC (Batman esclusi ovviamente). Purtroppo l'impressione, nonostante il film ribadisco mi sia piaciuto parecchio, è che Pantera Nera ancora non abbia le stesse potenzialità per diventare al Cinema un personaggio carismatico come l'Iron Man di Robert Downey Jr, divertente e capace di catturare un pubblico eterogeneo come fanno i Guardiani, frizzante come Spidey o anche più semplicemente icona action come i vari Cap, Hulk o Thor. Bisogna lavorarci sopra ancora un pochino, ok essere la bandiera dei fratelli neri (che a livello di incassi è già un bel colpo), però bisogna spingere ancora un po' per guadagnarsi un posto d'onore negli Avengers.


Mi sembra buona la scelta del regista Ryan Coogler (nero) che, tecnica a parte, mi sembra abbia l'occhio giusto per raccontare al meglio le tematiche relative all'oppressione e alle problematiche dei neri, soprattutto quelli d'America, forse la sequenza iniziale al campo da basket è una delle migliori dell'intero film. Raccontato il Wakanda e l'origine del personaggio una deriva più urbana legata al territorio statunitense potrebbe essere ancor più nelle corde del regista. Una bella trasferta di lavoro in solitaria per Pantera?

PS: la locandina del film la trovo particolarmente brutta, ma perché non tornare a disegnarle come si faceva una volta? Per i cinecomics poi la cosa avrebbe ancora più senso.

5 commenti:

  1. Film che mi è piaciuto molto, secondo me Pantera Nera avrà un bel ruolo anche nel prossimo Infinity War (almeno si capisce così dal trailer)..e ovviamente non vedo l'ora!

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  2. Si, ho letto il tuo post e anche qui per sommi capi siamo sulla stessa linea, si può ancora fare di meglio, soprattutto si può cercare una via per rientrare nel canone ma allo stesso tempo cercare di stupire il pubblico. Black Panther è ben fatto ma anche molto tradizionale.Le locandine alla Struzan ormai ce le possiamo scordare mi sa.

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  3. Ha tante bellissime cose questo "Black Panther". Sembra un misto tra:
    - Un'opera di Shakespeare;
    - Un film di spionaggio;
    - Un blaxploitation.
    Peccato solo per il tempo, che è troooopppoooo lungo e si sente tutto.

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    1. È vero, il film è lungo, però devo dire che il minutaggio esteso non mi è pesato più di tanto, ciò indica che il film si lascia guardare bene. Purtroppo si è presa questa tendenza a sbracare sui tempi, cosa che se tutto funziona può non essere un problema, ma che se si toppa rischia di amplificare qualsiasi difetto del film.

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