(di Steven Soderbergh, 2009)
Ridendo e scherzando anche a Steven Soderbergh manca un solo lustro per toccare i sessant'anni, non si direbbe per un regista che da sempre continua a dare l'idea del giovanotto in eterno movimento, quasi schizofrenico e colpito a tratti da urgenze creative tra le più disparate. Più o meno una trentina di film all'attivo in altrettanti anni di carriera, diverse dichiarazioni di ritiro dalle scene (tutte smentite), e poi ancora produzione, montaggio, serie tv, corti, sceneggiature, film girati con il cellulare, e chissà cos'altro. Nel palmares un Oscar alla regia per Traffic e una Palma d'oro per Sesso, bugie e videotapes. Tra i vari interessi del regista c'è anche quello per un certo tipo di Cinema che si avvicina, magari solo lateralmente, a quello d'indagine e di denuncia: lo stesso Traffic sfiorava argomenti delicati pur rimanendo nella finzione, Erin Brockovich rientra invece appieno nel genere e in qualche modo, sicuramente molto meno serioso, ci si affaccia anche questo The informant!
Il grosso del lavoro per la buona riuscita di questo film lo si deve a un ottimo Matt Damon: un po' imbolsito, faccia quasi da ebete, calato nei panni di un manager davvero poco cool, è il perno attorno al quale ruota tutta la vicenda. La ADM (Archer Daniels Midland) è un'azienda agroalimentare che si occupa della produzione di un derivato del mais. Nel corso degli anni l'ADM, in combutta con altre aziende concorrenti del medesimo settore, imbastisce un sistema di accordi fraudolenti atti a scavalcare le regole del libero mercato andando a creare una manipolazione del prezzo del prodotto ai danni del consumatore finale. Il manager Mark Withacre (Matt Damon), in disaccordo col sistema illegale sviluppato dalle aziende del settore, decide di denunciarne gli illeciti all'F.B.I. iniziando a collaborare con l'agente Brian Shepard (Scott Bakula). Whitacre diventa così una sorta di informatore/agente segreto capace di donare un tocco quasi demenziale ai compiti assegnatigli dall'F.B.I. (impagabile la sequenza con il registratore nascosto nella 24 ore), a questo si unisce una serie di bugie e di mezze verità che l'informatore, man mano che la storia si dipana, non sembra in grado di poter gestire, fino ad arrivare a un crescendo incontrollato che porterà a un ribaltamento di prospettiva.
Soderbergh affronta questa volta la materia in maniera scanzonata e difficile da inquadrare (sarà una storia vera? Boh!), durante la visione del film ci si trova a chiedersi se un'informazione sia vera oppure no, se i personaggi siano attendibili, se qualcuno sia corrotto, se qualcuno sia invece semplicemente scemo o se gli scemi siamo noi. Oppure, forse, gli scemi sono quelli dell'F.B.I., tutto è possibile in un film che parte come una storia di denuncia e finisce in una farsa giocosa. Matt Damon è un ottimo agente 0014, bravo il doppio di 007 o semplicemente doppiogiochista? Indovinata anche la scelta di Soderbergh di aderire a un'estetica che richiama moltissimo gli anni a cavallo tra i 60 e i 70 mentre la vicenda è dichiaratamente ambientata negli anni 90, opzione fuori fase che contribuisce bene ad alimentare lo straniamento e la confusione dell'intera vicenda.
Alla fine a cosa abbiamo assistito? A una commedia? A un film d'inchiesta? A una farsa? A un inganno? Non importa, Soderbergh è stato bravo a condurci un po' di qua, un po' di la, dietro le strambe mattane di Whitacre, un folle... un ambizioso... un truffatore. Un ottimo agente in incognito. O forse no?
Steve ed io ci conosciamo da quando ha cercato, senza riuscirci, di ibridare quel cartone animati ripieno di dalmati, la battaglia delle Termopili ed i colpi sensazionali dei suoi stilosi malviventi di Vegas e siamo rimasti amici anche se ha fatto coriandoli della mia sceneggiatura di Ocean's 300 vs 101 e così mi ha confidato che, sebbene abbia detto a tutti i giornalisti di essersi ispirato ad un libro inchiesta ( " peccato veniale...anche Brian dice che ha preso un paio di libri di Pistone x cucire il suo Carlito's way " ), in realtà la sua è una presa per il lato B della opera prima come regista del suo amico e mio ex allievo Geo Clooney ( " o quello o fare un biopic del vostro compianto Gianfranco Funari come fosse Barnum che crede di essere il Joker ad un provino per Quinto Potere " cioè Network ndr ). Matto come una lepre marzolina.
RispondiEliminaNon ho capito il senso finale di tale discorso 😂😂
EliminaCaro Elfo, probabilmente allora non conosci Crepascolo, ti consiglio di spulciare nel blog e recuperare i suoi commenti, spesso sono più interessanti dei post stessi (ci vuole poco, direte voi... maledetti). Il fatto che tu non colga il senso finale non è un problema, non lo coglie quasi nessuno, molto spesso nemmeno lo stesso Crepascolo. So che c'è in giro un Crepascolino che di tanto in tanto riesce a interpretare alcuni passaggi dei deliri paterni, purtroppo per non far crollare il muro d'ermetismo il genitore possessivo non gli lascia svelare le sue scoperte in pubblico... un giorno crescerà e diventerà una sorta di Stele di Rosetta.
EliminaThe Knick era una serie molto interessante!
RispondiEliminaThe knick mi manca, questo The Informant! sicuramente si inserisce sulla scia di diversi lavori sfornati dai Coen senza eguagliarne i risultati, non eccelle ma è uno di quei film godibili che a pieno titolo si possono definire "carini".
RispondiEliminaRicordo poco ma ho visto, e non è affatto male ;)
RispondiEliminaSi, non è affatto male, non un must ma comunque leggero e divertente.
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