sabato 20 luglio 2019

IO E TE

(di Bernardo Bertolucci, 2012)

Io e te è il film con il quale ci ha lasciato Bernardo Bertolucci, l'ultima sua opera che riconduce il Cinema di questo grande autore a una dimensione più piccola, intima, privata, tralasciando la magnificenza e l'afflato storico di altre sue notissime opere; una scelta dettata forse dalla malattia di un uomo costretto ormai su una sedia a rotelle, destinato a guardare il mondo da un'altra prospettiva, più bassa, dalla quale il maestro non ha mancato di tirar fuori un'altra opera da ricordare. Io e te racconta un incontro di due disagi che in qualche modo trovano, se non proprio una via d'uscita definitiva dalle reciproche condizioni (questo non ci è dato saperlo, possiamo solo ipotizzare affidandoci alle nostre sensibilità), almeno una speranza, una strada verso un cambiamento possibile e un'eventuale apertura in direzione di giorni ed eventi più lieti o addirittura felici. Magari un bel legame duraturo, ma anche questo solo il tempo, quello che si dipanerà ben oltre i titoli di coda, potrà dirlo.

Lorenzo (Jacopo Olmo Antinori) è un quattordicenne che ha molte difficoltà a relazionarsi con i suoi coetanei, non è interessato ai legami interpersonali e ha un rapporto con la madre (Sonia Bergamasco) a tratti teso con approcci morbosi. Sfoga nella musica ascoltata in cuffia (ottima la scelta dei brani) e in alcune letture la sua tensione che anche le sedute dallo psicologo non sembrano alleviare. Quando arriva il momento della gita scolastica, la classica settimana bianca, alla quale la madre vuole assolutamente che il figlio partecipi, Lorenzo studia un piano per evitare la gita e passare una settimana in totale solitudine nascosto nella cantina di casa sua. Il laptop, un po' di musica, un formicaio a fargli compagnia, qualche libro, sette lattine di coca cola, sette confezioni di carne in scatola e così via... Sembra che nulla possa scombinare il piano di Lorenzo finché in cantina non irrompe Olivia (Tea Falco), sorellastra del ragazzo di una decina d'anni più grande, in cerca di un vecchio braccialetto d'oro. La ragazza è sommersa da problemi con le droghe e dotata di un discreto odio per la madre di Lorenzo, rea di aver "rubato" a lei e a sua madre il padre che i due ragazzi hanno in comune. Ne nascerà una convivenza forzata in uno spazio ristrettissimo durante la quale i due ragazzi impareranno un po' a conoscersi e in modi bizzarri ad apprezzarsi e aiutarsi l'un l'altro.


Bertolucci torna dopo molto tempo a girare un film "piccolo", interamente italiano, privo di star e di grandi avvenimenti, lo fa rinchiudendosi in una cantina, piazzando le camere alla sua altezza, ormai seduta, che potrebbe essere l'altezza dalla quale guarda le cose Lorenzo, seduto su quel vecchio materasso, beandosi del solo sé stesso e delle sue passioni. Poi arriva Olivia, della quale Lorenzo sarà suo malgrado costretto a sottostare ai piccoli ricatti e a scoprire pian piano i lati oscuri, a vivere insieme le situazioni border line e ad affrontare la rota devastante del tossico in astinenza. Tra momenti drammatici e scampoli più intimi di pura comunione solidale il film delinea con delicatezza due bellissimi personaggi, interpretati da due attori perfetti, l'esordiente Antinori (figlio d'arte) e la catanese, anche nel film, Tea Falco, volto davvero molto interessante.

Un film semplice che nasce dall'incontro di due visioni, magari non sempre problematiche come quelle dei due protagonisti: quella del regista e quella di Niccolò Ammaniti, scrittore dell'omonimo libro e qui anche sceneggiatore. Un'altra trasposizione riuscita, operazioni alle quale ormai è uso lo scrittore laziale e dalle quali spesso (non sempre) viene fuori dell'ottimo materiale, proprio come è successo in questa occasione. Un'ultima opera solo all'apparenza modesta, nella sostanza un congedo di grande valore.

8 commenti:

  1. Piccolo ma comunque grande a modo suo, un film che rende onore al Maestro, che è suo buon lascito :)

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  2. Lo guarderò presto... poi commenterò :-) Ciao!

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  3. Il film è a mio parere un bel film. La storia è interessante e offre molti spunti di riflessione. Ammaniti è un grande narratore, è un bravissimo inventore di storie. Quando un giorno in un punto di bookcrossing di Cumiana vidi il romanzo, fui subito attirata dal nome dell’autore e dal titolo. Iniziai a leggerlo e mi piacque molto. Lo portai a casa con me.
    Senza questa storia non esisterebbe questo film. Lo so, questa cosa si può dire per tutti i film, ma credo che per alcuni film valga più che per altri, soprattutto quando quasi tutto il visibile avviene dentro quattro mura. Penso che con una sceneggiatura come questa, molti registi farebbero un buon lavoro, ma immaginandomi sceneggiatrice, io vorrei che la mia storia fosse diretta da un grande regista, grande come Bernardo Bertolucci. Gioco con l’immaginazione… ma in realtà sto davvero scrivendo una sceneggiatura che ho intenzione di presentare al Premio Solinas (e il personaggio più anziano della mia storia me lo immagino interpretato da Giancarlo Giannini).
    p.s. A proposito di IO E TE, com’è possibile che non avevo mai sentito la versione italiana di Space Oddity?
    p.p.s. La catanese Tea Falco è fenomenale, somiglia pure alla zia catanese di mio figlio :-)

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    1. È stato un bell'incontro quello tra Bertolucci e Ammaniti, scrittore che mi piace molto, il libro in questione però non l'ho letto. In bocca al lupo per la sceneggiatura allora 😁

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  4. Molto carini sia il libro che il film, anzi ti dirò che forse il film mi è pure piaciuto un po' di più.

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    1. Nonostante mi piaccia molto Ammaniti questo libro mi manca.

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