(The purge: Anarchy di James DeMonaco, 2014)
Ad appena un anno di distanza dall'episodio precedente James DeMonaco raddoppia e sforna Anarchy, il seguito de La notte del giudizio, ancora una volta in collaborazione con la Blumhouse Production di Jason Blum, casa di produzione che nel giro d'una quindicina d'anni (anche meno) si è creata un seguito affezionato grazie alle saghe di Paranormal activity, a questa di DeMonaco e a film come Whiplash, Le streghe di Salem, etc, massimizzando la capacità di far fruttare al botteghino opere dai costi relativamente contenuti.
Con Anarchia - La notte del giudizio il regista riprende il discorso già esplorato nel film capostipite della saga, declinandolo però in maniera diversa e mettendo in campo dinamiche lontane da quelle che ci mostrò narrando le vicende della famiglia Sandin nel primo episodio. Se nel film precedente la struttura narrativa era quella dell'assedio, con una famiglia altoborghese a fronteggiare la notte dello sfogo asserragliata in casa propria, qui abbiamo un gruppo di personaggi che si troveranno a dover sopravvivere a una città ostile, un campo di battaglia da attraversare nel corso di una lunga notte; lampante il richiamo a classici del genere come I guerrieri della notte di Hill o Fuga da New York di Carpenter. Ma facciamo un passo indietro, cos'è la notte dello sfogo? In un'America prossima ventura governata dai Nuovi Padri Fondatori, per mantenere sotto controllo la criminalità e il tasso di aggressività dei cittadini, una volta l'anno si celebra "la notte dello sfogo", una nottata durante la quale tutto è concesso, dall'assassinio al furto fino allo stupro, tutto nel nome di un fantomatico bene collettivo che consentirà di riprendere la normale routine quotidiana senza crimini né contrasti in quanto tutta l'aggressività viene scaricata in questo momento istituzionale. Ma dietro la facciata del controllo della criminalità si nasconde il solito vecchio adagio, ovverosia la tutela dei privilegi di quello schifosissimo 1% ricco della popolazione, in fondo chi se non i più poveri rischia di più in una notte nella quale servono soldi e attrezzature per potersi difendere a dovere da violenti e disperati (e ricchi annoiati)? Quale modo migliore per abbattere costi e "pesi morti"?
L'ora del coprifuoco si avvicina, la sirena sta per suonare. Liz (Kiele Sanchez) e Shane (Zach Gilford) sono una coppia in procinto di divorziare che sta tornando a casa, su una strada a scorrimento veloce la loro auto rimane in panne, nei pressi una banda di giovani mascherati e armati li adocchia pregustando il banchetto di violenza a venire. Eva (Carmen Ejogo) e Cali Sanchez (Zoe Soul) sono madre e figlia, una famiglia in difficoltà economiche che non riesce a far fronte alle spese per curare il vecchio Rico, padre di Eva. Leo Barnes (Frank Grillo) è un ex sergente che durante la notte dello sfogo ha idea di vendicare la morte del figlio, ucciso da un uomo rimasto impunito. Sullo sfondo le prediche dell'attivista ribelle Carmelo (Michael Kenneth Williams), un nero a capo di un gruppo di rivoluzionari che denunciano i veri motivi che stanno dietro allo sfogo. Le dinamiche tra i vari personaggi sono facilmente intuibili fin da subito, da prima che gli stessi si incontrino sulla strada, sono tutti personaggi archetipo che hanno la funzione di muovere la vicenda in una direzione ben precisa, senza sorprese, anche in questo capitolo DeMonaco ci sbatte in faccia la sua critica alla moderna società statunitense, con una classe agiata e benestante pronta a calpestare il suo prossimo con noncuranza e disprezzo, appassionata di armi e violenza in maniera orgasmica, vero male dietro al disfacimento americano (e non solo). L'assunto politico è grossolano, poco approfondito ma genuinamente efficace, per chi ha un minimo di spirito proletario in corpo non può non voler veder morti quei luridi bastardi, in barba al buonismo imperante.
Come nel primo episodio ciò che realmente funziona in Anarchia - La notte del giudizio, e lo rende riuscitissimo forse ancor più del predecessore (personalmente ho apprezzato ancor di più questo secondo capitolo) è proprio la gestione dei tempi, del ritmo e dell'accumulo di tensione, acuito dal fatto che per quei poveri protagonisti si inizia a provare vera empatia, speri che sfuggano alla violenza nelle strade, emanazione diretta del potere e dei suo traviati prodotti. Tante cose lo spettatore se le aspetta, non di meno resta la soddisfazione nel vederle accadere. Aiutano la riuscita anche alcuni look accattivanti dei desperados che abitano le strade notturne, la scansione del tempo, il sottotesto sociale e i rapporti interpersonali. Rimane alta fino alla fine la curiosità su chi tra i protagonisti riuscirà a vedere l'alba. Piccolo spoiler, non ce la faranno tutti.
Anche a me è piaciuto di più questo che il primo, e il motivo è più o meno lo stesso tuo ;)
RispondiEliminaOra sono curioso di vedere gli altri.
Elimina