(di Gavin O'Connor, 2016)
Se amate i thriller con forti dosi action qui c'è pane per i vostri denti, The accountant di Gavin O'Connor soddisfa tutte le caratteristiche fondamentali che questo genere di film deve avere per intrattenere al meglio il suo pubblico.
Christian Wolff (Seth Lee) è un bambino che soffre di una forma di autismo ad alto funzionamento, cresce con un padre rigido e anaffettivo (Robert Treveiler), un ufficiale dell'esercito americano che crede nell'addestramento e nella disciplina e che sottopone i suoi due figli a continue prove che faranno diventare il bambino un adulto del tutto peculiare. Da grande Chris (Ben Affleck) è quello che all'apparenza sembra un ordinario contabile, una sorta di commercialista che tiene la contabilità delle piccole attività commerciali situate nei pressi del suo ufficio. Le crisi dell'infanzia sono ormai superate, della sua particolare condizione resistono la difficoltà nel relazionarsi con le altre persone e nel comprendere le emozioni del prossimo, l'abitudine a comportamenti metodici e l'avversione per le cose lasciate in sospeso. In realtà la grande sensibilità di Chris per i numeri e l'abilità di andare a fondo nelle cose, unite all'addestramento ricevuto dal padre e all'innata avversione ai contatti con gli altri, hanno reso il contabile la persona perfetta per tenere in ordine e con la dovuta riservatezza i conti di svariate imprese criminali. Sul versante della giustizia abbiamo il capo del Dipartimento del Tesoro Raymond King (J. K. Simmons) che è a conoscenza dell'esistenza del contabile e vorrebbe tanto mettergli il sale sulla coda, recluta con un espediente poco pulito la giovane analista Medina (Cynthia Addai-Robinson) per farle identificare questa misteriosa figura. Per ovviare all'interessamento del Dipartimento del Tesoro, il contatto tra il contabile e i cartelli criminali impone a Chris di occuparsi per un periodo di un caso "pulito", un'incarico per una grossa azienda che si ritrova con uno strano buco nel bilancio, ma le cose invece di stabilizzarsi peggioreranno molto in fretta.
Regia solidissima da parte di Gavin O'Connor che incornicia una storia davvero ben strutturata, capace di assestare almeno un paio di ottimi colpi di scena riusciti e spiazzanti, di quelli millimetrici dove l'illuminazione arriva al cervello dello spettatore giusto l'attimo prima del disvelamento sullo schermo, acuendone così l'impatto emotivo. Ottimo l'impianto più dinamico, consolidato da diverse sequenze d'azione realizzate con grande professionalità, nel mezzo emerge un Ben Affleck calato alla perfezione nella parte, fisico imponente per un ruolo che non esige troppa espressività, e qui con il vecchio Ben i critici più cattivelli potrebbero andarci a nozze; sia quel che sia il ragazzone in The accountant non risulta mai fuori posto, anzi. Sviluppata con pennellate lievi la crescita del rapporto tra Chris e la contabile della Living Robotics (l'azienda con l'ammanco) Dana Cummings (Anna Kendricks) che riuscirà a far breccia nell'animo complesso dell'uomo, rapporto che regalerà almeno un momento toccante e ben orchestrato. Nel cast anche Jon Bernthal, volto condannato al ruolo del fetente e che difficilmente delude, un J.K. Simmons inossidabile e ancora Jeffrey Tambor, John Lithgow, professionalità da vendere.
The accountant è quello che dovrebbe essere un buon thriller d'azione: ritmi sostenuti, caratteri ben delineati e non troppo banali, scene action coinvolgenti, un tocco di romanticismo che non guasta e soprattutto una costruzione ben studiata e non prevedibile. Puro intrattenimento, certo, ma di quello da cui esci con una cera soddisfazione.
Peccato solo sia passato un po' in sordina e talvolta sottovalutato, perché è indubbiamente un buon film ;)
RispondiEliminaQuesto sicuramente non è (più) il mio genere d'elezione, questo l'ho trovato decisamente ben fatto, mi è piaciuto parecchio.
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