martedì 8 marzo 2022

APE

(di Joel Potrykus, 2012)

Con Ape di Joel Potrykus sembra di tornare ai tempi di Clerks di Kevin Smith, a quel cinema indipendente americano fatto con pochissimi soldi, pochi personaggi, periferie urbane e situazioni strampalate o borderline. Il cinema di Potrykus, pur non mancando di qualche momento divertente, non punta sulla commedia, non solo almeno, il regista si presenta come un cantore del disagio e della mancata integrazione di elementi che non possono, e non vogliono, inserirsi nella società come è oggi costituita. Se Dante e Randal, i protagonisti di Clerks - Commessi, ingabbiati da lavori noiosi e afflitti da una quotidianità ordinaria e insoddisfacente, erano ragazzi che potevamo comunque considerare dei simpatici cazzoni, il Trevor Newandyke di Ape prima lambisce e poi sfocia completamente in una situazione di disagio che presto tocca apici distruttivi, rimanendo sempre in una dimensione limitata, periferica, priva di veri stimoli e di prospettive concrete. È un ritorno a quell'indie, ancor meglio a quell'underground, che purtroppo non è facile vedere alle nostre latitudini, anche su Mubi, la piattaforma che mette a disposizione l'esordio nel lungo di Potrykus che valse al regista i premi a Locarno per miglior esordio e regista emergente, Ape è visibile solo senza doppiaggio con la possibilità di inserire i sottotitoli in inglese. 

Trevor Newandyke (Joshua Burge) è un ragazzo solitario privo di vita sociale, vive nella periferia di Grand Rapids nel Michigan e cerca di ottenere qualche sorta di ingaggio come stand-up comedian; tiene alcune serate davanti a un pubblico risicato che raramente ride alle sue battute; in effetti il numero di Trevor non è così divertente, il locale nel quale si esibisce non è proprio il gotha della comicità, i soldi ricavati dagli ingaggi sono talmente pochi da non essere sufficienti né per mettere insieme dei pasti decenti né tanto meno per pagare la tv via cavo. Inoltre Trevor ha la tendenza a prestare i pochi soldi che ha a disposizione senza riuscire a farseli restituire, ogni tanto si immischia in situazioni spiacevoli per delle giuste cause che gli procurano più che altro dei guai. Come consolazione Trevor sviluppa una piromania latente destinata a peggiorare, ama dar fuoco a pezzetti di carta per attenuare lo stress; forse a causa dello stesso stress e della mancanza di risultati e di approvazione, forse in seguito a quell'incontro con un uomo vestito da diavolo che gli regalerà una mela in cambio di una battuta divertente, Trevor perderà un pizzico del suo equilibrio, cosa che lo porterà a compiere anche qualche gesto inconsulto. Ma alla fine, dopo tante delusioni...

Lo stile di Potrykus unisce caratteristiche dell'underground urbano a tocchi surreali che sfociano anche in piccoli squarci di body horror; il contesto circostante sembra uscire spesso dai binari, ad esempio Trevor si imbatte a più riprese in uno strano personaggio che circola per le strade di Grand Rapids vestito da gorilla (l'Ape del titolo) compiendo atti insensati, sviluppa poi uno strano rapporto con una mela offertagli da un'altrettanto strano individuo vestito da diavolo che gestisce una bancarella (illegale di certo) che vende frutta ma sulla quale di frutta, eccetto quella mela, non v'è traccia. Anche il protagonista, uno stralunato Joshua Burge che con il regista lavorerà in simbiosi negli anni successivi, cade pian piano in una condizione tale da favorire gesti fuori contesto e incontrollati. Non si capisce bene se Potrykus voglia presentarci una vittima della crisi economica americana o un disadattato non attratto dalla società corrente, o più facilmente attratto dalla stessa ma incapace di inserirsi al suo interno, magari un misto delle due cose. Sono i primi passi di un regista che non si preoccupa di creare un personaggio piacevole, accattivante, non mancano momenti divertenti, dialoghi assurdi, ma il registro che prevale è quello della weirdness, un approccio sghembo con un protagonista che sfocia spesso nell'imbarazzante o in alternativa nella mancanza di controllo. Sarebbe interessante approfondire il discorso con le altre opere di Potrykus, il corto Coyote (precedente ad Ape) e Blizzard che con questo film formano un'ideale trilogia degli animali, e almeno gli altri due suoi lungometraggi, The alchemist cookbook e Relaxer, al momento nessuno disponibile in abbonamento su piattaforma.

2 commenti:

  1. Oddio, l'ho visto 🤣 che strano e "straccionato" delirio 😅

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    1. Parecchio delirante, devo dire che in qualche modo mi ha affascinato, qualcos'altro di Potrykus lo guarderei volentieri!

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