martedì 14 novembre 2023

IL MIO AMICO ERIC

(Looking for Eric di Ken Loach, 2009)

Con Il mio amico Eric il regista inglese Ken Loach trova un equilibrio invidiabile tra dramma, commedia, temi sociali e un tocco "sportivo" che a tanti appassionati di calcio non può aver fatto che un gran piacere. Quest'ultimo elemento è garantito dalla presenza nel film di Éric Cantona, calciatore marsigliese che trova il momento più alto della sua carriera proprio durante la sua militanza nel team inglese del Manchester United con il quale negli anni 90 Cantona vinse quattro campionati di Premier League (uno lo aveva già vinto con il Leeds) e due Coppe d'Inghilterra. Nonostante l'importante presenza calcistica di uno dei miti della storia recente del Manchester United Loach non segue gli schemi del film sportivo, Il mio amico Eric in effetti non lo è, qui Cantona diventa una sorta di coscienza e di consigliere del vero protagonista del film, un altro Eric, Eric Bishop per la precisione, un uomo con una vita piena di problemi che a un tratto cede, si spezza, e che per risalire la china ha bisogno di una spalla che si concretizzerà proprio con la presenza eterea di Cantona (un po' quello che era l'Humprey Bogart di Provaci ancora Sam per Woody Allen), il suo idolo, un punto di riferimento per Eric e per tutta la sua cricca di amici, tutti sostenitori dei colori del Manchester United.

Eric Bishop (Steve Evets) subisce un crollo nervoso mentre è alla guida della sua automobile fortunatamente senza che questo provochi danni seri per nessuno. L'uomo lavora per le poste inglesi, nutre una passione per il Manchester United che condivide con un numeroso gruppo di amici e conduce una vita parecchio difficile. Eric è separato dalla prima moglie Lily (Stephanie Bishop) con la quale ha avuto sua figlia Sam (Lucy-Jo Hudson) che ora ha regalato ai suoi genitori una splendida nipotina. Eric e Lily non si frequentano più da tempo ormai ma l'uomo ha continuato a pensare nel corso degli anni alla donna che a causa di paure giovanili aveva abbandonato con una figlia da crescere. Inoltre Eric è patrigno di due ragazzi di una seconda moglie eclissatasi, uno di questi, Ryan (Gerard Kearns), tiene un comportamento irrispettoso nei suoi confronti ed è invischiato con dei loschi figuri che mettono a repentaglio non solo il futuro del ragazzo ma anche la tranquillità dell'esistenza di Eric. In seguito alla crisi dell'amico e vista la duratura depressione di Eric, Meatball (John Henshaw), uno del gruppo dei sostenitori dello United, organizza una sorta di terapia di gruppo durante la quale Eric individua in Éric Cantona la persona che più ammira e che da quel momento comincerà ad apparirgli come una visione, un elemento incorporeo con la funzione di viatico o di traghettatore verso un'esistenza migliore e più serena.

Ne Il mio amico Eric è presente una delle pochissime occasioni di ammirare una star di primo piano in un film del "rosso" Ken Loach; l'intuizione felice è quella di non chiamare un attore di fama mondiale a recitare nel suo film ma una delle più grandi star del calcio, Éric Cantona, un campione che il regista inglese adopera al meglio tra recitazione schietta e sincera e immagini di repertorio con le migliori prodezze del giocatore all'epoca dello United. È proprio la presenza di Cantona il valore aggiunto di una commedia sociale ben calibrata dalla sceneggiatura del sodale abituale Paul Laverty che con Loach ha lavorato più e più volte, il francese è il giusto contraltare al mite Eric Bishop che dal campione sarà spronato a osare, rischiare e così a tornare a vivere, bella coppia di omonimi in una favola urbana e moderna a lieto fine. Il mio amico Eric racconta il riscatto di un uomo onesto nei confronti delle avversità presentategli dalla vita, dalle altre persone (anche quelle a lui più vicine) e soprattutto dai suoi errori di gioventù, è la convinzione, magari ingenua e fuori moda, di Loach sull'efficacia della forza del gruppo, dell'amicizia e della solidarietà qui ben rappresentata dal simpatico gruppo di bonari tifosi dello United che con Eric sostiene la squadra e che non avrà paura di sporcarsi le mani per aiutare un amico, uno di loro, uno del gruppo. È la trasposizione nella società, nella vita di tutti i giorni, di quell'"uniti si vince" sul quale anche le associazioni sindacali hanno ormai sputato su ma nel quale il nostro Ken ha ancora voglia di credere fortemente. Se Il mio amico Eric potrebbe non rientrare tra gli esiti più alti del cinema di Loach si piazza di certo tra i titoli più piacevoli della filmografia del regista inglese.

4 commenti:

  1. Sorprendente in tutto, dalla regia al resto, film davvero carino ;)

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    1. Concordo, qui Loach trova un equilibrio ineccepibile tra i vari elementi della sua narrazione, film piacevolissimo.

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  2. Sono gratoper la chiarezza e la coerenza della tua scrittura. Ben fatto!

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