(di Stephen King, 2007)
Blaze è l'ultimo romanzo di Stephen King a uscire a firma Richard Bachman nel tardo 2007 quando la vera identità dello pseudonimo kinghiano era già stata scoperta e svelata da parecchio tempo. Questo perché? Tutto molto semplice, nessun mistero dietro la scelta di King di pubblicare un'ultima volta come Richard Bachman. Come spiega lo stesso autore nell'introduzione al romanzo, Diciamocela tutta, pur trovando la pubblicazione nel 2007, in realtà Blaze giaceva nascosto in una scatola di cartone fin dagli anni Settanta, ideato e imbastito in una prima stesura proprio nel periodo in cui un certo Richard Bachman tentava di raggiungere la sua quota di popolarità con racconti che esulavano dal genere horror e dai principali stilemi del Re. Come è noto il successo per queste opere arrivò solo quando si venne a sapere che il vero autore degli scritti in questione era un tale di nome Stephen King, autore che all'epoca aveva bollato Blaze come un racconto non meritevole di pubblicazione destinandolo quindi al dimenticatoio, luogo da cui riemerse solo molti anni più tardi per trovare casa presso l'editrice Scribner. In realtà l'idea di King era quella di proporre un nuovo racconto da inserire nella collana Hard Case Crime ideata da Charles Ardai, storie di stampo hard boiled e simili, collana per la quale King aveva già pubblicato The Colorado kid (2005) e per la quale pubblicherà poi in futuro ancora Joyland (2013) e Later (2021). Dopo la rilettura di quella vecchia stesura di Blaze e la sua successiva revisione King decise che il racconto tutto sommato non era poi così malvagio ma, per ragioni di contenuto, non lo reputò comunque adatto a comparire all'interno di Hard Case Crime, si optò così per una soluzione indipendente, da qui la pubblicazione per Scribner.Clayton Blaisdell Jr., soprannominato Blaze, è un giovane grande e grosso, dall'animo gentile e ingenuo ma capace di commettere anche atti di estrema violenza; Blaze non è troppo aiutato dalla sua testa, debole e confusa a causa di maltrattamenti subiti in giovane età. Così questo ragazzone forzuto è costretto a vivere di espedienti, piccole rapine, furti e truffe, tutti colpi ideati dall'amico fraterno George che per il ragazzo sembra essere una vera e propria ancora di salvezza. Peccato che George sia morto già da qualche mese e la presenza dell'amico che Blaze percepisce spesso accanto a sé sia solo frutto della sua mente non solo debole ma ormai anche turbata. Viste le difficoltà economiche in cui Blaze versa ormai da qualche tempo, il giovane decide di mettere a frutto un piano inizialmente ideato dall'amico George, uno di quei piani con i quali mettersi a posto per sempre, ritirarsi dal ramo del malaffare, sparire e godersi il resto dell'esistenza in maniera tranquilla e senza dare nell'occhio. Tutto ciò che Blaze dovrà fare per realizzare il suo sogno sarà rapire il neonato Joe Gerard IV, futuro erede di una famiglia più che facoltosa e ottimo materiale di scambio per un cospicuo riscatto. Ma Blaze, forse memore di un'infanzia passata in orfanotrofio, dei maltrattamenti subiti dal padre, dell'educazione dai metodi rigidi dei suoi vecchi insegnanti, non vuole essere il classico rapitore insensibile, finirà per affezionarsi realmente al piccolo Joe e a doversi districare tra biberon, pannolini, malesseri infantili e quant'altro, il tutto mentre la polizia è sulle sue tracce nel tentativo di recuperare il prezioso pargolo.
Il Blaze di Stephen King (o di Richard Bachman se preferite) non sarà l'opera più sorprendente del re del brivido ma rimane comunque un buon romanzo, anche a dispetto di quel che ne pensava negli anni Settanta il suo stesso autore poi per fortuna ricredutosi fino a optare per la pubblicazione dello stesso. Il breve romanzo non è forse dotato di grande originalità né di uno sviluppo degli eventi troppo difficile da intuire, riesce però molto bene a far empatizzare il lettore con un protagonista sfortunato e dal passato difficile anche quando questi compie gesti non proprio benevoli come quello del rapimento di un neonato. Come sempre King è un maestro nel delineare i personaggi e i loro sentimenti riuscendo a costruire la tenerezza di un rapporto peculiare tra un omone semi ritardato e un neonato inconsapevole di quel che gli accade intorno, pronto quindi a frignare con chiunque ma anche ad elargire sorrisi sinceri al suo rapitore che di base si porta dietro un cuore puro. King alterna gli eventi del presente, scanditi dalla solitudine di Blaze che ha perso il suo unico amico e che forse proprio per questo se ne crea una versione del tutto immaginaria nella sua testa, e quelli del passato del nostro protagonista che vanno a indicare al lettore i perché e i per come del Blaze odierno. Al netto del bel ritratto di un novello tutore inconsapevole di come si possa gestire nella quotidianità un bimbetto appena nato e quindi molto delicato, è proprio la costruzione del passato di Blaze a offrire i momenti più significativi dell'esistenza di quello che è a tutti gli effetti un reietto, un ragazzo escluso e apprezzato solo da chi (anche nel caso di quelli che saranno amici veri) in qualche modo potrà sfruttare la sua forza e la sua devozione, scatenata da un mix di ingenuità e solitudine. Romanzo che corre via veloce senza troppe sovrastrutture e dotato di un ritmo pregevole, probabilmente aggiustato "di mestiere" da un King maturo ma che riesce a farsi apprezzare anche per una sua semplicità di fondo da non sottovalutare.
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