(Black Christmas di Bob Clark, 1974)
Di quello che è uno dei sottogeneri più fecondi dell'horror, lo slasher, abbiamo già parlato in occasione del pezzo a commento dell'immortale Halloween, film datato 1978 diretto dall'altrettanto immortale John Carpenter. È proprio all'arrivo nelle sale di Halloween che per convenzione si fa risalire la nascita dello slasher, un filone dell'horror scandito da tutta una serie di caratteristiche che, andando a ben spulciare, è possibile almeno in parte ritrovare anche in film antecedenti a quello di Carpenter (parlammo ad esempio di Psycho di Sir Alfred Hitchcock). Pur con alcuni distinguo e con le debite differenze anche il Black Christmas di Bob Clark è tra film più spesso indicati tra i prodromi della successiva esplosione dello slasher, con in più la caratteristica ripresa in seguito diverse volte dell'ambientazione natalizia (o festiva), carico da undici per creare un contesto perfetto per infilare una bella sequela di morti ammazzati. Non essendo stato all'epoca di Black Christmas lo slasher completamente codificato, sono diverse le differenze che si riscontrano tra questo film e quello che da lì a pochi anni sarà invece considerato il "canone" del filone. Se guardiamo per esempio alla sequenza delle vittime, la prima a cadere sarà la giovane Claire Harrison (Lynne Griffin) che sembra, all'apparenza, la più virginale tra le ragazze protagoniste del film; nello slasher di solito accade il contrario, sono le "ragazzacce" pronte a concedersi a finire per prime nelle grinfie del killer di turno che ovviamente anche qui non manca, ma questa è solo una tra le varie differenze che si possono trovare tra Black Christmas e i successivi sviluppi del genere. Comunque, vediamo un poco la trama...Feste di Natale, un gruppo di studentesse residenti in un convitto universitario per sole ragazze si appresta a prepararsi per tornare a casa, qualcuna per passare in loco la festività. A loro insaputa un maniaco è riuscito a introdursi nell'edificio, una costruzione antica su più piani, nascondendosi nella soffitta. Il gruppo di ragazze inizia a ricevere delle strane telefonate che diventano sempre più inquietanti: risate, minacce, voci contraffatte. Dopo la reazione poco contenuta di Barb (Margot Kidder), una delle inquiline, che insulta il maniaco senza peli sulla lingua, la giovane Claire si allontana dalla sala comune e al piano superiore viene uccisa dal misterioso assassino, il cadavere nascosto in soffitta. Il giorno successivo il padre di Claire (James Edmond), non vedendo arrivare la figlia con la quale aveva appuntamento, si reca al convitto dove insieme alle altre ragazze e alla governante Mrs. Mac (Marian Waldman) prende atto della scomparsa della figlia le cui ricerche verranno affidate al tenente Fuller (John Saxon). Nel frattempo Jess Bradford (Olivia Hussey), un'altra delle inquiline, sta affrontando una gravidanza indesiderata e ha difficoltà a far recepire al suo ragazzo Peter (Keir Dullea) la sua volontà di voler abortire. Mentre continuano le indagini sulla scomparsa di Claire una alla volta le morti si susseguono.
Il regista Bob Clark non è riuscito a entrare nella Hall of fame della Storia del cinema seppur alcune sue opere ancora oggi si ricordino, fra tutte proprio questo Black Christmas in virtù del successivo proliferare dello slasher e le analogie che con questo vanta il film di Clark. Il regista nato a New Orleans, dopo inizi vicini all'horror, trovò il successo con qualcosa di completamente diverso, ovvero i primi due capitoli della serie di Porky's, commedie scollacciate che fecero registrare un buon incasso al botteghino. Nonostante il nome di Clark sia sconosciuto ai più in Black Christmas non mancano alcuni buoni momenti e idee da conservare. Il film si apre con una soggettiva con la quale lo spettatore prende il punto di vista dell'assassino (espediente ripreso proprio in Halloween) e assiste al suo intrufolarsi nel convitto: la sequenza è ben dosata, tra movimenti di macchina, musiche d'accompagnamento, le giovani in casa sbirciate dall'esterno Clark riesce a creare la giusta dose di tensione; l'ambientazione natalizia con tanto di addobbi e albero di Natale in vista saranno elemento anch'esso ripreso in futuro più e più volte. Rispetto allo slasher a venire non sono ancora completamente sviluppate la figura della scream queen o della final girl poi codificate fino allo sfinimento, per rimanere sulle figure femminili in realtà Black Christmas tratteggia donne parecchio indipendenti, lontane da casa per studio, emancipate e non timorose nel confronto con gli uomini (che, tenente Fuller a parte, sono quasi tutti degli idioti), non esenti da vizi (turpiloquio, dipendenza dall'alcool) e mai troppo ingenue. Clark dosa bene le rivelazioni durante la durata del film, i protagonisti non collegheranno mai, se non sul finale, la minaccia sconosciuta e la sua presenza all'interno della casa, l'identità dell'assassino non verrà mai chiarificata in modo palese, si arriva quindi a fine visione con le carte non troppo scoperte. Black Christmas non è di certo Halloween e non è un capolavoro, al film manca qualcosa in termini di sequenze ficcanti (qualcuna c'è anche), costanza, temperamento, resta però un buon episodio all'interno del genere soprattutto se valutato nella sua capacità di anticipare i tempi del fenomeno in arrivo da lì a poco. Per gli amanti da recuperare senza indugio (ma gli amanti avranno sicuramente già provveduto).
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