(Kiss of the spider woman di Hector Babenco, 1985)
Ci sono un omosessuale e un prigioniero politico rinchiusi in una cella. Questo non è l’inizio di una barzelletta stile “ci sono un italiano, un inglese e un francese…” ma la situazione dalla quale si sviluppa il film Il bacio della donna ragno ambientato in Argentina durante la dittatura militare.
Molina, l’omosessuale rinchiuso per aver insidiato un minore, prende corpo grazie alla superba interpretazione di William Hurt che, per questa parte, si portò a casa l’oscar come miglior attore protagonista. Il prigioniero politico, Valentin, è interpretato dall’altrettanto bravo Raul Julia.
Nel corso del film Molina racconta a Valentin la storia di un vecchio film con protagonista una donna affiliata alla resistenza francese che si innamora di un gerarca nazista. Non c’è molto da fare in cella e così Valentin ascolta Molina. A volte lo fa con pazienza, altre volte, irritato, fa notare al suo compagno di cella come dal suo racconto si evinca una certa ammirazione per quegli stessi nazisti che avevano mandato a morte gli omosessuali come lui. La Causa per Valentin e l'affetto della madre per Molina sono le motivazioni che spingono il rivoluzionario e, come Molina stesso si definisce, la vecchia signora, a tenere duro durante la prigionia. Tra noia e torture alla persona di Valentin, il rapporto tra i due si evolve….
Il bacio della donna ragno di Hector Babenco non è un film entusiasmante. Bisogna essere abituati ai ritmi lenti, dimenticarsi di Hollywood e delle scene d’azione. Sembra che anche l’autore del libro dal quale il film è stato tratto abbia detto del film stesso “peste e corna”. Io personalmente amo poco sia il cinema degli anni ’80 (generalizzando ovviamente) sia la cultura latina (Spagna, Sud America) che non incontra tanto i miei gusti personali (sempre in generale, s’intende). Insomma il mio cuore batte altrove ma questo film almeno una sufficienza piena la merita. Rimangono pur sempre una grandissima prova di Hurt e un periodo storico molto interessante. Se quanto sopra ha richiamato la vostra attenzione guardate il film. Vi consiglierei comunque di approfondire l’argomento con l’ottimo Garage Olimpo di Marco Bechis.
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