martedì 15 giugno 2010

FLASHFORWARD

Quando ho cominciato a guardare Flashforward l’ho fatto con una discreta aspettativa. Alcuni articoli ne parlavano come dell’ideale erede di “Lost”, della quale sono stato un fan per i sei anni della sua programmazione. Lo spunto iniziale, illustrato nella prima puntata della serie, mi ha subito coinvolto. Scenario apocalittico, un’incidente di dimensioni smisurate, un’autostrada con auto rovesciate, morti, feriti, sullo sfondo grattacieli in fiamme. Questo scenario si allarga a tutta la città, a tutto il paese, a tutto il mondo. Tutti gli abitanti del pianeta, nello stesso istante, sono svenuti per poco più di due minuti durante i quali hanno visto il loro futuro. Tutti hanno visto il loro 29 aprile 2010 (un salto in avanti di circa sei mesi rispetto agli avvenimenti in tempo reale). Durante i due minuti di black-out morti a non finire. Persone al volante, pedoni investiti, aerei caduti, incidenti di ogni tipo determinano il terrificante scenario con il quale si apre la serie. Cosa ha provocato il black-out? Perché? Come cambierà la vita dei vari personaggi che la serie ci farà seguire da vicino in seguito alla loro visione?. La serie, puntata dopo puntata, ci porterà verso le risposte. Interessante vedere come le scelte del presente, alcune anche molto banali, portino i vari protagonisti verso il loro futuro. Un futuro che però non è ancora scritto. In America la serie, alla fine della prima stagione, è stata cancellata. I fan si stanno mobilitando (tramite alcuni Flash-Mob) per impedirne la soppressione. Gli ascolti la fanno da padrone e, nonostante la buona qualità della serie, la resa sembra ormai cosa fatta. Peccato perché la puntata finale sarebbe stata un’ottima chiusura di stagione. Lascia l’amaro in bocca il fatto che il finale sia stato pensato per rilanciarne una seconda e non per essere una chiusura definitiva. La possibilità di nuovi sviluppi interessanti ci sarebbe, ora la palla passa ai dirigenti della ABC.
   

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