Come ormai sapete anche senza bisogno di ripeterlo (ma lo ripeto lo stesso, vedi mai il lettore dell'ultimo minuto...), non si parla esclusivamente di film usciti nel corso di quest'ultimo anno solare: qui rientra tutto ciò che si è visto per la prima volta negli ultimi mesi e che è stato prodotto negli ultimi vent'anni (così, per convenzione mia, non c'è un vero motivo per cui io debba fare così, è un capriccio, una scusa in modo che chi ama o solo i film vecchi o solamente quelli più nuovi si possa orientare). Anche quest’anno la selezione è avvenuta partendo da un numero più corposo di opere rispetto a quelle citate in questa sede, il che significa che parecchi titoli resteranno fuori dalla porta. È una crudeltà necessaria, una selezione naturale, chiamatela come volete: le classifiche funzionano così, purtroppo la vita non è mai stata tenera con nessuno. Ad ogni modo devo ammettere che, per quel che riguarda i film più recenti, ai quali, ripeto, ho dovuto dedicare molto (ma molto) meno tempo del solito, è mancata la folgorazione, quel film che mi ha fatto innamorare senza riserve né ripensamenti. Ci sono state buone visioni, alcune anche ottime, ma in anni passati era andata decisamente meglio. Qualità media un filo più bassa del solito quindi.
Come sempre prendete le posizioni con la dovuta leggerezza: l’ordine è frutto di sensazioni, gusti personali, momenti e umori variabili, non di verità scolpite nella pietra. Se il vostro film preferito è qualche posto più in basso di quanto avreste voluto, respirate, contate fino a dieci e ricordate che stiamo parlando di consigli di visione, non di sentenze definitive. Commentate, discutete, dissentite pure qui o sui social, e soprattutto godetevi il percorso.
Detto questo, si parte dalla ventesima posizione della categoria FILM.
Ventesimo classificato:
Jesus rolls - Quintana è tornato! di John Turturro (2019)
Non si capisce bene in che direzione si muova Turturro con il suo Jesus rolls, sicuramente (e forse per lui è anche un bene) non nella stessa de Il grande Lebowski, film in cui il personaggio di Jesus è nato. Forse si gira un poco a vuoto, eppure... eppure qualcosa c'è, è lì, bisogna solo saperla afferrare. E poi, lo sapete, non se escherza con Jesus!
Diciannovesimo classificato:
Quo vadis Aida? di Jasmila Žbanić (2020)
Il racconto dell'eccidio di Srebrenica e della parte di colpe che ebbe il contingente dei caschi blu dell'ONU in questo atroce massacro. Girato in maniera didascalica dalla regista bosniaca, non di meno Quo vadis Aida? rimane una testimonianza riuscita e angosciante di un episodio di Storia recente da non dimenticare.
Thunderbolts* di Jake Schreier (2025)
I Marvel Studios tornano finalmente a sfornare un buon film, nulla di indimenticabile ma almeno un tassello godibile e divertente di un Marvel Cinematic Universe ultimamente un poco stanco. Una menzione di incoraggiamento!
Elemental di Peter Sohn (2023)
Megalopolis di Francis Ford Coppola (2024)
Opera monumentale (per investimento) che si è rivelata uno dei più grandi flop della storia del cinema procurando al regista (anche produttore) un tracollo economico non da poco. Megalopolis, film altamente imperfetto, è però anche un sogno, il sogno, di un grande regista che al cinema ha dato tanto. Da rispettare comunque.
La stanza accanto di Pedro Almodóvar (2024)
Film funereo con sprazzi di vitalità per un Almodóvar newyorkese che affronta i temi di malattia e morte imminente, anticipata e inevitabile, attraverso il rapporto tra due donne interpretate da due splendide attrici.
Berlinguer - La grande ambizione di Andrea Segre (2024)
Andrea Segre gira quello che non è solamente un biopic sulla figura di Enrico Berlinguer ma ritrae uno spaccato (nostalgico) di un tempo in cui la politica era ancora partecipazione, una "cosa pubblica" che riusciva a smuovere gente, animi, entusiasmi.
C'è ancora domani di Paola Cortellesi (2023)
Pur suscitando un clamore spropositato, spinto dalle istanze del contesto storico contingente, quello della Cortellesi alla regia è un ottimo esordio che si avvale anche di una gestione delle aspettative e del finale di racconto non scontate, e non è poco.
Undicesimo classificato:
È una sensibilità altra quella del regista thailandese Apichatpong Weerasethakul, una sensibilità alla quale è necessario connettersi per poter apprezzare i suoi film. Se si riesce a farlo il viaggio sarà quantomeno interessante...
Attraverso un cast tutto al femminile Mario Martone racconta, con approccio ondivago, sregolato, un tratto di vita della scrittrice siciliana Goliarda Sapienza, autrice de L'arte della gioia. Il carcere, le amicizie maturate "dentro", vere, vive, e poi il "fuori", duro, artefatto, meno sincero...
Arrivano dal documentario Bill Ross IV e Turner Ross e con questo loro primo lungo di finzione ci presentano un road movie della Gen Z vitale e spontaneo. Gasoline rainbow ci riporta tutti a quell'età in cui tutte le possibilità sembrano ancora aperte lì davanti, nel futuro. Un sogno per i giovani, un film probabilmente amaro per molti adulti.
Giurato numero 2 di Clint Eastwood (2024)
Aragoste a Manhattan di Alonso Ruizpalacio (2024)





















Nessun commento:
Posta un commento