sabato 27 dicembre 2025

FIRMA AWARDS 2025 - LIBRI

Come ogni fine anno che si rispetti, eccoci arrivati a quel momento in cui il calendario decide per noi che è tempo di rallentare, guardarci alle spalle e fare un minimo di ordine mentale. Il 2026 incombe, l’anno si accartoccia su sé stesso e, quasi senza accorgercene, scatta la tentazione di tirare una riga e vedere cosa c’è rimasto sopra e cosa sotto.

Questo rito collettivo assume forme diverse: c’è chi si dedica a bilanci esistenziali più o meno attendibili, chi prova a convincersi che dal primo gennaio tutto seguirà traiettorie più virtuose e chi, molto più semplicemente, preferisce mettere ordine nei propri ricordi culturali. Ed è proprio qui che entrano in gioco le immancabili classifiche di fine anno: il meglio di questo, il meglio di quello, album, film, serie, libri, fumetti e qualsiasi altra cosa sia passata sotto i nostri occhi negli ultimi dodici mesi.

Ma, ormai lo sapete, la mia storia è differente! Quella che trovate qui non è una classifica nel senso classico del termine. Non è un resoconto puntuale delle uscite del 2025, né tantomeno pretende di esserlo. Per quello esistono già diverse guide sparse in rete, potete tranquillamente andare là fuori a cercarvele. Questo spazio è invece un taccuino personale, un elenco di cose che mi hanno accompagnato, divertito o sorpreso quest'anno, senza particolare attenzione alla loro data di uscita. Vecchio, nuovo, recente, antico: se ha funzionato per me. allora merita di essere citato e, probabilmente, funzionerà anche per voi.

L’idea, insomma, è più quella del recupero consapevole che dell’aggiornamento compulsivo. Si pesca liberamente (a cazzo?), si mescolano epoche e formati e ci si concede il lusso di parlare di ciò che più ci piace, punto. Con leggerezza, senza pretese e con una buona dose di autoindulgenza.

Si parte quindi dai LIBRI: sette titoli che coprono un arco temporale piuttosto ampio. Nessuna graduatoria rigida, nessuna ansia da prestazione. Solo consigli, ricordi e un po’ di sano (?) entusiasmo. Cominciamo?


Settimo classificato:
Una stella di nome Henry di Roddy Doyle (1999)
Un Roddy Doyle più denso, più "epico" e meno ironico del solito ci racconta un pezzo di Storia della sua Irlanda, primo tassello di una trilogia che si completerà negli anni successivi. Un Doyle che sente il peso della Storia, meno leggero e più impegnato del consueto, toccato anche da una punta di disillusione nei confronti di uno dei più importanti movimenti rivoluzionari dell'Europa recente.



Sesto classificato:
Il mondo nuovo/Ritorno al mondo nuovo di Aldous Huxley (1932/1958)
Distopia fantascientifica di Huxley capace di anticipare teorie ancor oggi moderne e immaginare futuri che, al contrario, non si sono mai realizzati. Un'opera di grande interesse ulteriormente impreziosita dal saggio Ritorno al mondo nuovo, scritto circa una trentina d'anni dopo alla luce delle scoperte scientifiche maturate durante il gap temporale intercorso tra i due scritti.


Quinto classificato:
The great when - Il grande quando di Alan Moore (2024)
Il bardo di Northampton si sposta dalla sua città natale alla capitale del Regno e ci presenta non una ma ben due Londra, una più interessante dell'altra: quella bombardata dai tedeschi nel secondo dopoguerra e la Long London, quella nascosta, misteriosa, pericolosa, magica! Pur mantenendo la solita prosa ricca ed elegante, The great when è una delle opere di Moore più abbordabili anche per il pubblico non "abituato" alla non sempre facile penna dell'autore inglese.


Quarto classificato:
La locanda dei gatti e dei ricordi di Yuta Takahashi (2020)
Il giapponese Yuta Takahashi cesella il dolore della perdita con una delicatezza tutta orientale capace di essere insieme consolazione e ricordo; lo fa con un'attenzione particolare ai gesti minimi, soprattutto per quelli legati alla preparazione del cibo, elemento centrale in tanta narrazione giapponese. La locanda dei gatti e dei ricordi è un libro perfetto per "sentirsi meglio".



Terzo classificato:
Cinema speculation di Quentin Tarantino (2022)
Il piccolo "Quinto" è un grandissimo intrattenitore, non solo al cinema ma anche tra le pagine di questo libro sul suo cinema, quello amato da lui. Un racconto personale d'infanzia e formazione artistica come non lo troverete da nessun'altra parte. Forse Tarantino potrebbe non essere il professore più ortodosso per spiegare la materia, ma di certo sarebbe uno di quelli più adatti per farvici appassionare!



Secondo classificato:
Ologramma per il re di Dave Eggers (2012)
Attraverso una crisi personale, Dave Eggers tratteggia la crisi del moderno sistema del capitale, in particolare di quello statunitense, fatto di delocalizzazioni, esuberi e perdita di competenze e capacità industriali. Romanzo appassionante calato in un'atmosfera di stasi rarefatta.



Primo classificato:
Pastorale americana di Philip Roth (1997)
Uno dei capolavori di Roth. Nathan Zuckerman, alter ego dello scrittore, è qui voce narrante per riflettere sulle facciate della famiglia (di origini ebraiche) e della società americana, dietro le quali si celano inquietudini e infelicità represse, ricacciate dietro la classica "mano di bianco" a uso e consumo di amici, vicini e conoscenti. Densissimo, sentito, imperdibile.




E per la categoria LIBRI è più o meno tutto, ci sentiamo a breve (?) per quel che riguarda i FILM CLASSICI.

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...