(The Jesus rolls di John Turturro, 2019)
Con Jesus Rolls - Quintana è tornato il regista e protagonista John Turturro riprende in mano, a vent'anni di distanza dalla sua prima apparizione, il personaggio più riconoscibile e indimenticato della sua intera carriera, un uomo, un mezzo delinquente campione di bowling al quale sono bastati pochissimi minuti all'interno di un film divenuto poi un cult mondiale (Il grande Lebowski dei fratelli Coen, 1998) per rimanere impresso nella mente degli spettatori a imperitura memoria; in fondo, si sa, "non se escherza con Jesus". Ecco, per godersi nella giusta maniera e senza pregiudizi Jesus Rolls è necessario dimenticarsi del fatto che questo film sia una sorta di spin-off de Il grande Lebowski, film di ben altro livello, anche perché uno spin-off lo è solo nominalmente; certo il protagonista è Jesus, il personaggio è quello, ma i riferimenti al film con i grandissimi Jeff Bridges, John Goodman e Steve Buscemi finiscono più o meno qui, c'è giusto una brevissima scena su una pista da bowling in omaggio al Jesus che fu, per il resto si va da tutt'altra parte e anche il bowling ce lo si scorda per tutta la parte rimanente del film. Quindi dov'è che va di preciso John Turturro con il suo Quintana è tornato? Da tutt'altra parte, in Francia per esempio, perché Jesus Rolls è una sorta di remake di un film francese post sessantottino, I santissimi, pellicola del 1974 del regista Bertrand Blier, un'opera della quale Turturro segue le orme solo in parte, mantenendone vivi molti passaggi di trama ma alleggerendone ed edulcorandone il marcato spirito sovversivo, confezionando quindi un'opera più remake che spin-off e sicuramente lontana nel personaggio principale dal Jesus Quintana che tutti abbiamo imparato a conoscere negli anni Novanta.Jesus Quintana (John Turturro) si prepara ad uscire di prigione dopo aver scontato una pena per esibizionismo, episodio nel quale era coinvolto un giovane ragazzino. Il mago del bowling trova ad attenderlo fuori dalle mura del carcere il vecchio amico Petey (Bobby Cannavale); i due, come prima cosa, rubano la macchina sportiva di un parrucchiere (Jon Hamm) per andare a trovare la madre di Jesus (Sonia Braga). Finita la visita, essendo in libertà vigilata, Jesus e Petey decidono di compiere una buona azione e restituire l'auto al proprietario trovandolo però un tantino innervosito dall'episodio. Durante la discussione che ne segue Jesus riconosce la shampista della "star del capello" come la sua vecchia amica Marie (Audrey Tatou), il parrucchiere spara nelle palle a Petey, Jesus dopo averlo pestato gli ruba nuovamente l'auto (non se escherza con Jesus) e Marie fugge con i due uomini. Da questo momento in avanti il terzetto inizia un viaggio sulle strade del Paese durante il quale si susseguono incontri ed episodi, alcuni decisamente più significativi di altri, grazie ai quali i protagonisti raggiungeranno un nuovo livello di consapevolezza. O forse no.
Quindi dov'è che va di preciso John Turturro con il suo Quintana è tornato? In realtà all'apparenza la risposta più plausibile potrebbe essere "da nessuna parte". In questa affermazione però non vuole esserci quello scarso apprezzamento che la maggior parte della critica ha dimostrato verso l'opera di Turturro, un film sicuramente imperfetto, inconcludente se vogliamo, però anche libero, lieve, in qualche modo nostalgico, cazzaro sicuramente, portatore fuori tempo massimo di una concezione di vita sregolata e non incasellata, fatta di avventure picaresche, di momenti estemporanei ed episodici, di una tenitura slegata che non conosce regole né radici né appartenenze (non solo a luoghi). Con una sequenza iniziale di vestizione del personaggio Turturro si riappropria di Jesus dopo un ventennio di lontananza, nel farlo ammorbidisce il suo protagonista, nel carattere come nelle colpe (l'episodio di esibizionismo è praticamente accidentale), ma non rinuncia ai toni divertiti e grotteschi, alle pose esagerate di un Jesus ben sostenuto dalle prove di Cannavale e della Tatou, un terzetto ben amalgamato nella sua marginalità quasi connaturata ed endogena. Ne esce un canto, magari a volte stonato, a un'esistenza borderline e non incasellata, qui esibita anche nei costumi sessuali in quello che diventa una sorta di ménage a trois (e più) generoso e disinibito. Non mancano come si accennava sopra momenti più profondi, veicolati soprattutto dalla presenza del personaggio interpretato da una sempre ottima Susan Sarandon, calata drammatica in un film altrimenti più spensierato e divertente (come potrebbe essere altrimenti con i Gipsy King in colonna sonora?). Magari il film di Turturro non sempre è perfettamente centrato, non lo è quasi mai a dire il vero, tutto sommato però non mi sento di bocciare questo Jesus rolls, anche perché non se escherza con Jesus, ve la prendete voi la responsabilità di una stroncatura?
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