(Ghostbusters: Frozen empire di Gil Kenan, 2024)
Il precedente capitolo dedicato al brand degli acchiappafantasmi (Ghostbusters: Legacy del 2021), diretto da Jason Reitman, si era rivelato soprattutto una questione di cuore, di profondi legami d'amicizia, di rispetto, d'affetto e d'amore, una questione familiare, un'operazione sentita nel profondo da un regista che con quel film omaggiava il lavoro e la passione del padre Ivan Reitman, regista e produttore di quei due primi mitici capitoli risalenti agli anni Ottanta, e ricordava con sincero trasporto la scomparsa di Harold Ramis, attore (era Egon Spengler) e sceneggiatore nei due film sopra menzionati, praticamente anche lui un componente di una grande famiglia allargata che comprendeva ancora altri elementi legati a quell'esperienza ormai lontana nel tempo. Con il passaggio alla regia all'israeliano Gil Kenan, nonostante la partecipazione di quasi tutti i vecchi elementi del cast storico disponibili e la presenza di Jason Reitman in fase di sceneggiatura, tutto il carico sentimentale presente in Legacy si sfalda facendo sì che tutta questa operazione di revival si sgonfi in maniera fin troppo evidente e vada a perdere quel tocco di sincerità e di pregnanza di cui era carico in maniera così naturale Ghostbusters: Legacy. E quindi inutile nascondersi dietro al classico dito, seppur ben realizzato negli effetti speciali e nonostante la presenza dei moltissimi omaggi alla storia del brand, Minaccia glaciale si rivela un capitolo fiacco e un po' deludente delle avventure degli acchiappafantasmi, manca di quella parte emotiva così ben sfruttata in Legacy e di conseguenza anche lo sviluppo dei nuovi protagonisti, i ragazzi giovani e i loro genitori/tutori, ne risente in maniera pesante.La famiglia Spengler, formata da mamma Callie (Carrie Coon) e dai suoi due figli Trevor (Finn Wolfhard) e Phoebe (McKenna Grace), insieme al professor Grooberson (Paul Rudd), aspirante figura paterna per i due ragazzini, ha lasciato il Midwest americano per far ritorno a New York e occupare la vecchia stazione dei pompieri divenuta iconico quartier generale degli acchiappafantasmi originali e ora di questa loro versione aggiornata al nuovo millennio. A New York in fondo ci sono i vecchi amici del defunto nonno Egon, il solido Winston Zeddemore (Ernie Hudson) con il suo centro di ricerca sul paranormale, Ray Stantz (Dan Aykroyd) e il suo negozio di oggetti misteriosi e anche il dottor Peter Venkman (Bill Murray) ancora in attività. Tra un intervento e l'altro i nuovi Ghostbusters si attirano l'antipatia del sindaco Peck (William Atherton) che per mettere i bastoni tra le ruote agli Spengler li accusa di sfruttamento minorile in quanto la giovane Phoebe, vero genietto della famiglia, non è ancora maggiorenne e non potrebbe operare in maniera attiva, motivo per cui la ragazza si ritroverà relegata in panchina con sommo dispiacere suo ma anche di "papà" Gary. Nel frattempo Ray acquisisce per il suo negozio una strana sfera da Nadeem Razmaadi (Kumail Nanjiani), tipo innocuo ma bizzarro con parentele inserite nel mondo mistico; la sfera si rivelerà essere portatrice di una potente maledizione e di uno spirito vendicativo in grado di scatenare su New York e sul mondo una sorta di nuova era glaciale; quando alla fine gli avvenimenti si faranno troppo strani da poter essere gestiti in maniera convenzionale non resterà che fare ricorso ai cari vecchi acchiappafantasmi (Who you gonna call?).
Deludente, troppa carne al fuoco se guardiamo al numero di personaggi e poca carne al fuoco se guardiamo alla qualità di scrittura e di sviluppo degli stessi. Il fatto di dover gestire ben tre generazioni di acchiappafantasmi, i loro amici, i collaboratori e i loro antagonisti non permette di avere linee narrative approfondite e ben articolate; così mamma Callie e Trevor sono poco più che semplici comparse così come è sfruttato davvero poco Bill Murray; il rapporto tra Phoebe e il suo ex professore Gary, che sta cercando di iniziare a contare qualcosa come figura paterna in questa nuova famiglia, poteva essere il nodo focale di un film che di legami familiari potrebbe vivere in toto e invece la questione rimane solo in superficie, relegata a poche battute e momenti di sviluppo affrettati e poco sottolineati. Un poco meglio viene gestito il rapporto di scoperta sentimentale tra Phoebe e l'ectoplasmatica Melody (Emily Alyn Lind), ragazzina fantasma per la quale per Phoebe sembra nascere un'amicizia e forse qualcosa di più, per il resto sono tutte strizzate d'occhio ai fan storici con il ritorno in biblioteca (e alla bibliotecaria fantasma), al quartier generale storico, a Slimer e agli omini dei Marshmallow, alle statue animali animate e alle antiche divinità inviperite, agli anni 80 e al merchandising dell'epoca, un fan service che tutti si aspettavano e che di certo in Missione glaciale non manca. Purtroppo è questo anche il limite del film, c'è più o meno quello che ci si aspetta ma solo quello, non ci sono novità né guizzi, cosa che potrebbe anche andar bene se non fosse per il fatto che qui sembrano mancare totalmente cuore e passione. Solo un altro episodio di Ghostbusters, decidete voi se farvelo bastare.
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