domenica 22 giugno 2025

OUR BODY

(Notre corps di Claire Simon, 2023)

Con Our body la regista e documentarista francese Claire Simon ci accompagna nel reparto di ginecologia di un grande ospedale parigino nell’arrondissement di Ménilmontand. La Simon gira questo spaccato di dolori (parecchi) e gioie (parecchie di meno) con una troupe tutta al femminile nel massimo rispetto delle protagoniste le cui storie sono “offerte” allo spettatore per meglio capire tutto quello spettro di emozioni e problematiche che possono nascere in seguito a momenti delicati che il corpo e l’identità femminile possono trovarsi a dover attraversare; Our body si presenta così come un viatico importante per empatizzare ancor di più con le donne e con le sofferenze alle quali possono andare incontro e delle quali si parla ancora troppo poco. Perché conoscere, almeno un minimo, è il primo passo per comprendere (almeno un minimo). Quanti uomini sanno con una certa precisione cosa sia l’endometriosi? In quanti sono consapevoli che la presenza “fuori posto” di tessuto che solitamente sta all’interno dell’utero può provocare dolori lancinanti non solo durante il periodo delle mestruazioni o durante l’atto sessuale ma finanche nel momento di azioni quotidiane e considerate banali come l’atto di fare pipì? Per ogni caso affrontato dalla Simon ci sono aspetti del femminile che vengono svelati e analizzati, non in linea teorica ma sulla pelle di una donna che ha accettato di mettersi a disposizione per ampliare la conoscenza di tutti, nonostante il proprio dolore, la propria sofferenza, la propria angoscia, la propria paura.


Sono molti gli aspetti legati alla salute e alla natura femminile che vengono esplorati nel corso delle due ore e quaranta minuti circa di questo Our Body (Notre corps in originale). Il focus non è soltanto sui problemi medici, ci si sofferma molto anche sull’identità, sulle questioni di genere con le storie di pazienti in fase di transizione verso il sesso femminile, se ne valutano insieme ai medici dell’ospedale le complicanze e le conseguenze a livello fisico, si pensa in anticipo a futuri desideri di maternità, si ascolta, si spiega, si conforta, si consola, sempre con un’onestà di fondo spesso difficile nei casi più complessi e potenzialmente dolorosi per gli assistiti. Siamo in un ospedale, si affronta quindi la malattia, concentrandosi sempre sul femminile, si parla di cancro al seno, di malattie dell’utero, delle ovaie; si affrontano anche i problemi legati all’infertilità, agli aborti, spontanei e non, all’endometriosi, si copre l’intero spettro della vita, dalla nascita (sempre tra i momenti più commoventi), alla morte, anche questa affrontata con estrema dignità.


A parte una piccola introduzione iniziale da parte della regista Claire Simon, il documentario Our body sembra ripercorrere per stile gli insegnamenti del grande documentarista statunitense Frederick Wiseman; non c’è ingerenza dell’autrice infatti in questo Our body, non c’è giudizio, c’è la semplice cronaca e l’attenzione estrema, il rispetto totale per la struttura e per il funzionamento di un ente che ha come scopo l’aiuto alle donne, il supporto e la cura di una parte di popolazione affetta dai disturbi più variegati: assistiamo ai consulti, ai colloqui medico/paziente, alle nascite, agli interventi (alcune immagini sono molto esplicite), alle comunicazioni di cattive notizie, pessime a volte, ogni tanto anche di alcune buone per fortuna, al dolore. Poi la svolta. Durante le riprese la Simon scopre di essere anch’essa malata, si mette quindi in gioco in prima persona e diventa una delle pazienti presenti nel documentario, con tutti i suoi dubbi, il suo dolore e la sua straziante paura per una vita che potrebbe cambiare da un momento all’altro. Il documentario, già molto intenso di per sé, si carica di ulteriore significato palesando ciò che tutti già (non) sanno, ovvero che il domani può riservare novità belle o brutte per chiunque, empatizzare e capire diventa quindi fondamentale per aiutarci a superare le prove più difficili di fronte alle quali ci si può venire a trovare dal giorno alla notte. Our body è in questo di certo un aiuto, un veicolo di conoscenza e consapevolezza prezioso, spesso anche tecnicamente interessante (fecondazione artificiale, illustrazione delle patologie, etc…), quasi sempre emotivamente molto forte. Si chiude con una nota frustrante, anche l’ambiente medico, soprattutto quello ginecologico, è afflitto da abusi e mancanze di rispetto, film come questo possono essere un aiuto per una maggiore consapevolezza ma è chiaro come (purtroppo) ci sia sempre da lavorare contro storture che si potrebbero facilmente evitare con amore verso l'altro e buona volontà.

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