sabato 7 giugno 2025

DUMB MONEY

(di Craig Gillespie, 2023)

Craig Gillespie è uno di quei registi il cui nome dirà poco o nulla al grande pubblico, eppure il regista australiano ha siglato diversi film che hanno avuto un buon riscontro in termini di popolarità a partire dal riuscito e decisamente stralunato Lars e una ragazza tutta sua con un giovane Ryan Gosling che portava avanti un rapporto sentimentale con una bambola gonfiabile; in tempi più recenti ci sono stati il film sulla pattinatrice Tonya (interpretata da Margot Robbie) e la giovane Crudelia in versione Emma Stone. A seguire queste ultime due opere abbastanza conosciute arriva un film “minore” distribuito qui da noi direttamente su piattaforma (Prime Video); Dumb moneyNon chiamateli sprovveduti sfoggia un buon cast e una storia vera assurta agli onori della cronaca grazie alla presenza del marchio GameStop, catena di negozi di videogiochi nuovi e soprattutto usati, un brand conosciuto più o meno in ogni dove. La storia narrata è quella del boom inaspettato del valore delle azioni di GameStop che nel periodo dei primi mesi del 2021, con tutti gli strascichi della pandemia da Covid-19 ancora ben presenti, videro un rialzo pazzesco favorito dalla collaborazione di tanti piccoli investitori unitisi attorno alla peculiare leadership del piccolo analista Keith Gill, a.k.a. Roaring Kitty, un giovanissimo padre di famiglia capace di far appassionare al titolo migliaia di giovani che insieme hanno reso il loro atto di “comprare e tenere” una sorta di lotta contro il sistema dei grandi fondi di investimento i quali furono costretti a “barare” e ad alterare illecitamente il mercato per evitare ai loro appartenenti perdite più che disastrose dimostrando, come se ce ne fosse ancora bisogno, che il gioco è sporco e truccato sempre a favore di pochi schifosi privilegiati.

Siamo all’incirca a inizio 2021: videochiamate, incontri a distanza, posti di lavoro con obbligo di mascherina, volti coperti, distanziamento sociale e via discorrendo. In un contesto ancora pandemico alcuni manager di diversi hedge fund statunitensi (fondi comuni di investimento) come Kenneth Griffin (Nick Offerman), Gabe Plotkin (Seth Rogen) e Steve Cohen (Vincent D’Onofrio) scommettono, tra le altre cose, sulla perdita di valore delle azioni di diverse società tra le quali c’è anche la catena che si occupa di videogiochi GameStop. Un piccolo analista finanziario indipendente, Keith Gill (Paul Dano), che di mestiere fa altro e per la finanza coltiva più che altro una consapevole passione, è invece molto attratto dal titolo GameStop, tanto da comprarne un buon quantitativo di azioni (parliamo di cifre insignificanti per la finanza mondiale) e spingere tramite video YouTube e post su Reddit altri piccoli acquirenti a fare lo stesso e a tenere il titolo, comportamento virtuoso che presto diventa non solo un buon investimento per chi decide di seguire i consigli di Gill ma anche una sorta di lotta dei piccoli investitori contro i colossi del sistema che piano piano vedono salire alle stelle le quotazioni del titolo contro il quale avevano scommesso. Così, poco alla volta, l’infermiera coperta dai debiti Jennifer Campbell (America Ferrera), la studentessa in canna Harmony (Talia Ryder), il dipendente di GameStop Marcus (Anthony Ramos) vedono i loro miseri risparmi diventare sempre più corposi. E tengono, senza vendere le loro azioni di GameStop. Per questa comunità in crescita di piccoli investitori Gill diventa un punto di riferimento, un maestro da seguire, le grosse compagnie non troveranno altro sistema per arginare le loro perdite che quello di truccare il mercato, spingendo la piattaforma di negoziazioni Robinhood gestita da Vlad Tenev (Sebastian Stan) a inibire la possibilità di ulteriori acquisti del titolo. Il caso finirà in mano al Congresso degli Stati Uniti.

Il limite maggiore di un film come Dumb money, godibile ma mai abbastanza coinvolgente, potrebbe essere considerato il tecnicismo di fondo che permea un settore, quello finanziario, che parla ad adepti, conoscitori e appassionati. Tra Hedge Fund, titoli azionari, Short squeeze, Reddit, Wallstreetbets, Robinhood e via discorrendo più di uno spettatore potrebbe trovarsi spiazzato, anche se nel corso del film le cose divengono tutto sommato abbastanza comprensibili. Il film pecca anche sul piano puramente emotivo, per le vicende dei vari protagonisti non si sente mai un forte moto di empatia, si prova un sentore di schifo per il sistema, quello sì, ma tutto sommato Dumb money non riesce quasi mai a toccare le corde giuste nelle nostre pance e nei nostri cuori. Tutto da buttare quindi? No, direi proprio di no. La vicenda narrata è interessante, il film assolve più al compito di informare su una storia curiosa (sulla quale è bene anche riflettere un poco) che non a quello di offrire del buon cinema, per godere del quale ci sentiamo di dire che sarebbe meglio rivolgersi altrove. La regia abbastanza anonima di Gillespie non offre guizzi né soluzioni memorabili, compensa però, almeno in parte, la scelta di un bel cast nel quale il protagonista Paul Dano offre una bella prova e alcuni attori di razza gigioneggiano da par loro (Vincent D’Onofrio). Diciamo pure che si consiglia la visione a chi ha un interesse per l’argomento o una predisposizione per la materia, in caso contrario questo Dumb money lo si può tranquillamente trascurare.

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