(The dead zone di Stephen King, 1979)
Leggere (o rileggere come in questo caso) un libro di Stephen King è un po' come tornare al primo amore. Insieme ai racconti di Arthur Conan Doyle dedicati all'investigatore più celebre del mondo gli scritti del re del Maine sono tra le prime letture che mi fecero appassionare al fantastico mondo della letteratura. Quindi, prima di tutto, grazie Stephen, te ne devo una, o forse anche qualcuna di più.
Nei miei ricordi ormai sbiaditi questo La zona morta non si collocava tra i libri che mi avevano lasciato i ricordi migliori tra quelli scritti da King. Poi un po' il film, un po' il parere dello Zio (a.k.a. Il Merda che non linko tanto il suo blog è morto e sepolto) mi hanno spinto a mettere il libro nuovamente sul comodino virtuale.
Ne è valsa la pena. La zona morta arriva nel 1979, un'epoca in cui King non aveva ancora sbagliato un colpo. Quattro romanzi uno più bello dell'altro, un'ottima raccolta di racconti e un Richard Bachman in tono lievemente minore ma niente affatto da buttare (1). E' un libro ancora molto valido anche se non all'altezza dei quattro romanzi precedenti, che funge da spartiacque tra i capolavori della prima ora e le opere immediatamente successive partorite dell'autore e caratterizzate da un calo d'ispirazione.
John Smith è un giovane insegnante, innamorato della collega Sarah e con un futuro tutto da scrivere davanti a sè. Però... dopo una serata al Luna Park in compagnia della ragazza, Johnny subirà un grave incidente dal quale uscirà cambiato in maniera irreversibile. Squarci di futuro e inquietanti premonizioni sconvolgono la vita di Johnny che combatterà per arginare questi fenomeni e in alcuni casi per metterli a disposizione della comunità, pagandone le spiacevoli conseguenze.
Nel libro, del quale non voglio svelarvi troppi particolari della trama, ci sono alcune delle caratteristiche che hanno reso la prosa di King così efficace. In primis la descrizione così naturale della provincia americana, tanto accurata e scorrevole da riuscire a teleportare il lettore nei luoghi della vicenda; esemplare la descrizione della serata al Luna Park capace di trasformare la parola scritta in immagini cinematografiche vivide e fluide. E quella sensazione di inquietudine di fronte al paranormale che piomba come un fulmine a ciel sereno nel quotidiano dei protagonisti, quel brivido che si sente dietro il collo quando l'autore di Bangor si adopera per causartelo. Impagabile, così come l'empatia che si crea tra il lettore e i sentimenti provati dai protagonisti. Quale lettore non avrebbe voluto passare quella serata al Luna Park? Finale di serata escluso, s'intende.
Non tutto fila liscio, qualche spiegazione in più riguardo la difficile scelta operata dal protagonista nella parte finale del libro non avrebbe guastato, però il libro rimane comunque su un buon livello regalando anche un finale in fin dei conti riuscito, cosa che con King non bisogna dare sempre per scontata.
Mi chiedo ora come mai mi fosse rimasta in testa un'impressione così poco lusinghiera di questo romanzo.
(1) I quattro romanzi sono Carrie (1974), Le notti di Salem (1975), Shining (1977) e L'ombra dello scorpione (1978), la raccolta di racconti A volte ritornano (1978) e il libro scritto con lo pseudonimo di Richard Bachman è Ossessione (1977).
Quanto amavo Stephen King in quel periodo....
RispondiEliminaAnche in epoca più recente sembra non abbia sfigurato, ho sentito parlar molto bene sia di The dome che di 22/11/63. Il più recente che ho letto è stato La storia di Lisey, eccezionale come prosa e niente male, a parte alcune trovate che non ho amato, come racconto.
Eliminaio ho smesso con "la bambina che amava tom gordon", anche se 22.11.63 mi piacerebbe leggerlo, ammetto.
EliminaLa bambina che amava Tom gordon faceva cacare assai, nemmeno la sua vaccata peggiore però che, a mio modesto parere, rimane Insomnia. Che due coglioni!
Eliminae ci sarà un motivo se ho smesso, no? :)
EliminaLa Zona Morta rientra tra i miei testi preferiti di King. 22/11/63 è un toccante quanto maestoso universo parallelo sulla vicenda Kennedy. In formissima.
RispondiEliminaInfatti 22/11/63 mi ispira parecchio, tieni conto che il mio libro preferito è American Tabloid, stesso periodo, Kennedy tra i protagonisti...
EliminaDi king non ho mai letto nulla...ho solo visto film, Film, che mi sono piaciuti...eppure, un suo libro, non mi è mai venuto in mente di comprarlo, nonostante in libreria siano sempre in primissimo piano...prima o poi,,,magari potrei cominciare da questo..la trama sembra interessante :) Buona giornata !
RispondiEliminaIo te lo consiglio caldamente King. A prescindere dal genere si parla di un grandissimo narratore. Occhio che ha scritto anche diverse porcherie però, prima di acquistare informati su cosa può interessarti. Se vai sulle prime opere, quelle che ho anche citato nel post, vai abbastanza sul sicuro.
EliminaDevo dire che non ho mai letto nulla di King, ho sempre soltanto visto le trasposizioni cinematografiche dei suoi romanzi e ne sono sempre rimasta piacevolmente colpita. Tra questi film c'è anche "La zona morta" che però ho trovato un po' lento. Ho seguito anche ogni tanto il telefilm, "The Dead Zone", ma sinceramente non so se rispecchia il libro, a me però sembra fatto bene.
RispondiEliminaQuando scrivi "E quella sensazione di inquietudine di fronte al paranormale che piomba come un fulmine a ciel sereno nel quotidiano dei protagonisti" mi fai venire in mente Kafka, tranne che per il paranormale, ma anche nei suoi romanzi una situazione terribilmente inaspettata piomba nella quotidianità dei protagonisti.
Per me King è da provare, le trasposizioni dai suoi libri non sono tutte riuscite. The dead zone, la serie, non l'ho mai vista, per il film l'accoppiata Walken/Cronenberg garantisce una buona riuscita ma il libro è il libro. C'è tantissimo di King da leggere e le cose interessanti non mancano. Occhio però ad alcune boiate disseminate qua e là lungo tutta la carriera del re.
EliminaHo adorato il libro, letto in adolescenza come la gran parte di ciò che ho letto di King. Concordo con te sul finale, non all'altezza del romanzo e credo che non siano mai riusciti a rendere in maniera adeguata la storia in una trasposizione cinematografica.
RispondiEliminaSono d'acordo con te. La diatriba sui finali di King poi è sempre aperta. Dipende se per il lettore conta più il viaggio o la metà.
EliminaOggi negli Stati Uniti esce Doctor Sleep, ideale seguito di Shining, altro bel romanzo di King; va senza dire che la mia cinquina personale "Hornbyana" di King è 1. Le notti di Salem 2. La zona morta 3.Pet Sematary 4. Misery 5. La metà oscura. 22/11/63 [da cui qualcuno, forse J.J. Abrams, vuol trarre una serie tv com'è capitato al bello ma non altrettanto brillante The Dome] è un omaggio dello stesso King a La zona morta e a It: un romanzo dei più riusciti degli anni zero, in cui Stevie è riuscito a non scivolare troppo sulla buccia di banana del finale detestabile [come se si assentasse per andare a farsi una bella cacata, prima di scrivere un finale; cacata che spetterebbe di diritto all'ormai stitico Hornby o a Palahniuk, bontà loro].
RispondiEliminaLa zona morta rimane un'elegia indimenticabile della giovinezza e dell'innocenza che si porta appresso, un carico che rimane da quando si è bambini, fino alla completa maturità. Non dimentichiamo che il magistrale King è lo scrittore preferito di Bret Easton Ellis [che lo ha omaggiato in Lunar Park]...e forse anche di Patrick Bateman.
Lo Zio [Robbo] è famoso per uccidere i propri blog: l'esilio forzato a scrivere serve solo per i romanzi [assolutamente non di genere].
Guardati Breaking Bad, please, così la pianti con le cacate alla Nick Hornby.
Zio Robbo, [Quel Coglione di]
Mmmm quest'operazione Doctor Sleep mi puzza. A parte che di Dottore ce n'è solo uno e ovviamente non sto parlando di Valentino Rossi (Dottore di che poi?), spero il seguito sia solo moooooolto ideale.
EliminaSulla cinquina niente da dire anche se personalmente, finale a parte, adorai It e anche Shining, poi c'è ancora L'ombra dello scorpione e non teniamo conto di alcuni ottimi racconti.
Ma chi cazzo è sto Nick Hornby? Se fossi in lui si che mi farei una bella cacata.
Forse Dottore in cacate [alla Nick Hornby]? Maybe yes or maybe not...Hornby era uno scrittore che una volta ha scritto un romanzo molto bello sulla musica, sulle donne, sulle relazioni tra boys&girls e poi ancora musica e cinquine memorabili...qualcuno gli aveva detto [o scritto] di farsi una bella cacata...mi sa che da allora non è uscito dal bagno. Credo.
RispondiElimina[Quel Coglione di] Zio Robbo
PS Non perder tempo e guardati Breaking Bad, molla quei due cazzoni di Supernatural [e per inciso, con Black Cadmio ci stiamo sparando in vena Gilmore Girls dalla prima stagione è lì Sam recita la parte di Dean e...insomma...]
Gilmore Girls, serie preferita di mia moglie, l'avrò vista più o meno dieci volte a tutte le ore, in tutti i luoghi e in tutti i laghi, tanto per citare un verso del famoso Nick Hornby (ma era proprio lui?).
EliminaPer Breaking Bad c'è da aspettare mi sa, il tempo non abbonda. Neanche sulla bocca degli stolti come me.