Ha fascino da vendere questa prima stagione di Carnivale, serial tv del 2003 ideato da Daniel Knauf e pensato per svilupparsi su sei stagioni ridotte in seguito a sole due dalla produzione (o dalla direzione se preferite). La vicenda è ambientata nel centro-sud degli Stati Uniti d'America negli anni '30, gli anni duri della grande depressione, molti degli scenari prendono vita nelle numerose zone desertiche colpite dalle grandi tempeste di sabbia scatenatesi proprio in quel decennio. Grandi tempeste che visivamente danno una connotazione molto particolare e originale all'intera serie.
Gli elementi presenti in Carnivale sono davvero numerosi, è facile all'inizio rimanere spiazzati tra sogni, visioni, freaks, preveggenze, entità sovrannaturali, fervore religioso e materie pagane. Gli spunti interessanti non mancano e la narrazione dal ritmo volutamente non rapidissimo riesce a porre la giusta attenzione su ognuno di essi. Il grande fascino della serie viene tutto dai molti protagonisti, dalla dicotomia bene/male e dall'insinuarsi continuo dell'inspiegabile tra i carrozzoni del circo itinerante di Carnivale.
Il giovane Ben Hawkins (Nick Stahl) è maledetto da terribili sogni nei quali viene catapultato in zone di guerra, in mezzo a trincee dove si muovono orsi da circo e corpi mutilati, distingue chiaramente il volto di un soldato mentre rimane sfuggente quello dell'uomo tatuato, misteriosa figura che si muove minacciosa in un notturno campo di grano. E' proprio l'incontro tra Ben e il circo di freaks guidato dal nano Samson (Michael J.Anderson) a dar il via alla vicenda, nano che è anche l'unico a poter parlare con la direzione, sorta di identità incorporea che decide le sorti della compagnia. Una compagnia eterogenea che offre attrazioni di tutti i tipi: Lila, la donna barbuta (Debra Christofferson) impegnata in una relazione con il veggente cieco Lodz (Patrick Bauchau) a sua volta molto interessato alle visioni di Ben e al rapporto privilegiato tra Samson e la direzione. C'è Jonesy (Tim DeKay) il tecnico zoppo innamorato della giovane Sofie (Clea DuVall), cartomante in grado di leggere le carte grazie alle dritte telepatiche della madre Apollonia (Diane Salinger), da tempo immobilizzata a letto e completamente catatonica. Ci sono Rita Sue (Cynthia Ettinger) con le figlie Libby (Carla Gallo) e Dora Mae (Amanda Aday), ballerine e spogliarelliste, l'incantatrice di serpenti Ruthie (Adrienne Barbeau) e il figlio Gabriel (Brian Turk), una sorta di gigante buono e stupido, e ancora l'uomo rettile, le gemelle siamesi e altri personaggi di contorno.
I sogni di Hawkins, i suoi strani poteri e le vicende dei componenti del Carnivale viaggiano in parallelo alla storia del metodista Padre Justin (Clancy Brown), anche lui afflitto da strane visioni. Gli eventi della serie porteranno il personaggio ad assumere la valenza di antagonista di Hawkins e a sopportare dure esperienze che lo conduranno a un inevitabile trasformazione.
Insomma, la carne al fuoco è davvero molta e anche ben cucinata, il cast numeroso ricrea un amalgama affiatato per narrare una vicenda stracolma di spunti ed enigmi. La speranza è che nella seconda stagione Knauf sia riuscito a tirare tutti i fili che avrebbero dovuto dipanarsi per altri quattro anni e a concludere anzitempo la vicenda in maniera convincente, non mancherò di farvi sapere. Una bella serie che certo, non è Twin Peaks, ma che mi ha regalato sicuramente dei bei momenti, davvero un buon recupero.
Una bella serie che però hanno interrotto troppo presto, quindi monca. La prima stagione è fantastica, non c'è che dire.
RispondiEliminaIo devo ancora vedere la seconda stagione, ma finisce proprio monca monca o cercano di raggiungere una sorta di chiusura con il finale della seconda stagione?
EliminaAll'epoca avevo visto i primi episodi e mi era piaciuta parecchio. Mi ero ripromesso di vederla tutta, ma con il passare del tempo (ormai degli ANNI), l'avevo quasi completamente rimossa. Quasi quasi...
RispondiEliminaVai, se riesci recupera, sono solo un paio di stagioni e neanche di quelle lunghe (12 episodi l'una), a vedere la prima ne vale la pena.
EliminaCavolo, interessante, me l'ero completamente persa, pensavo che Carnivale fosse un giocatore del Napoli anni 80/90. ;-)
RispondiEliminaInfatti la serie è ispirata alla sua biografia, in realtà lui è la direzione.
EliminaPensa che quel tamarro dopato e non proprio al di sopra di ogni sospetto era il marito della Perego, quando era giovane e gnocchissima e si occupava di calcio e non di trash pomeridiano... .
RispondiEliminaE adesso gli dedicano pure una serie tv... .. ;-)