(di Tiziano Sclavi, Marcello Toninelli e Montanari & Grassani)
Un giorno maledetto inizia più o meno come tutti gli altri, con il cantar del gallo. Certo, se il giorno principiasse con una donna come Hazel Dove che viene a bussare alla tua porta innamorandosi di te all'istante, ricambiata ovviamente, il suddetto giorno non potrebbe dirsi di certo maledetto. E infatti non è per il nostro Dylan Dog che questa giornata si rivelerà tale. Sarà l'Ispettore Bloch a doversi confrontare con le rogne di una giornata storta fin dal primo mattino, una giornata prodiga di omicidi a catena. Certo, anche per il Nostro non proprio tutto filerà liscio, la giornata lo scombussolerà a tal punto da fargli addirittura pensare di affrontare un viaggio in aereo, cosa inconcepibile per l'indagatore dell'incubo. Ma un giorno maledetto non può che rimandare a un altro giorno, per qualcuno decisamente peggiore di quello odierno, un giorno avvolto dalle nebbie del passato. Sono proprio queste nebbie che Bloch e Dylan dovranno dissipare per venire a capo di un'intricata vicenda e per salvare la vita alla bella Hazel.
L'orrore è normalizzato in questa ventunesima avventura di Dylan Dog, la costruzione della storia è più da giallo/thriller che non da horror, fermo restando alcune strampalate esecuzioni nella realizzazione dei diversi omicidi da parte del killer di turno, un uomo colpito dalla tragedia, il dolore conseguente alla quale ha minato la sua stabilità mentale. Revenge story potremmo anche definirla, nella quale, a parte la fantasia di alcuni omicidi, non regnano nemmeno atmosfere troppo malate e opprimenti, c'è la follia di un uomo, caricata al grottesco in alcuni gesti, ma che ricorda le follie quotidiane alle quali spesso assistiamo semplicemente guardando un telegiornale in tv.
Mancando le atmosfere tetre, come spesso ho avuto modo di dire, rimangono le matite del duo Montanari & Grassani che continuo a non apprezzare, se la storia non spicca tra le migliori della serie, le matite non aiutano di certo, soprattutto quando arrivano dopo un dittico di albi firmati da Casertano e Roi. Non tradisce però il finale che, quello sì, con il colpo di coda a sorpresa, rientra in una tradizione molto vicina al racconto più orrorifico. Qui non ci sarà il ritorno del mostro, però...
Nemmeno questo lo ricordo, francamente,,,
RispondiEliminaE' probabile che nemmeno l'abbia mai letto, infatti dalla trama che citi mi è sconosciuto...
La tavola che hai messo mi piace, al contrario tuo, perché forse molto "bianca" :)
Moz-
Questa è già una buona tavola, è su altre "rigidità" che il duo di disegnatori mi riesce particolarmente ostico, sopperiscono molto con alcune atmosfere che però in questo albo mancano.
EliminaCapito.
EliminaVedrò comunque di recuperarlo :)
Thanks.
Moz-
Non è che me lo ricordi proprio benissimo. E quel poco che ricordo è dovuto al fatto che era ispirato ad un bellissimo racconto di Richard Matheson, poi diventato (se non erro) anche un episodio di "Ai Confini della Realtà".
RispondiEliminaEcco, la cosa del racconto di Matheson non la sapevo.
EliminaIn assoluto uno dei miei preferiti assieme a Ossessione. Ho perso il conto di quante volte l'avrò riletto negli ultimi 17 anni.
RispondiEliminaAddirittura! Io l'ho trovato piacevole ma meno interessante di altri episodi.
EliminaCol tempo ci si affeziona ad alcuni rispetto ad altri. Poi, voglio dire, confrontato agli ultimi DYD...
EliminaEffettivamente... :)
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