Il mood rimane lo stesso con l'avvicendarsi dei brani, aleggia la sensazione che alla fine di questo ideale viaggio non ci aspetti nulla di buono, o che forse non ci aspetti nulla del tutto, cosicché anche il semplice sorgere del sole sarebbe un ottimo risultato. Non è difficile capire, con l'avanzare dell'ascolto, i motivi per cui Duke Garwood sia tanto apprezzato da un talento come Mark Lanegan (con il quale ha collaborato a più riprese) e il perché venga spesso accostato a Nick Cave, gli estimatori di questi due grandi nomi avranno ottimi motivi per dare una possibilità a questo Garden of ashes. Le atmosfere restano cupe, se possibile in alcuni passaggi divengono ancor più ferme e paludose (Days gone old) e procurano brividi di pura inquietudine, ascoltate Garwood nel buio più totale e sappiatemi dire. Ben si incastrano nel contesto anche i brevi passaggi acustici capaci di donare all'album qualche sparuto spiraglio di luce (Sing to the sky) prima di tornare alla dolente oscurità della titletrack Garden of ashes. La cifra stilistica dell'album, coerente fino al parossismo, potrebbe essere anche l'unico vero limite della proposta avvolgente e conturbante di Garwood, per qualcuno il viaggio potrebbe infatti rischiare di diventare faticoso e monotono, soprattutto nella seconda metà dell'album in cui ulteriori motivi d'interesse arrivano da Sleep, una nenia oscura, una ninna nanna che non sarebbe stonata in un album degli Screeming Trees. Si chiude con Coldblooded the return, perfetto epilogo di un viaggio che ci lascia con la sensazione di una fine imminente.
Duke Garwood, classe '69, è ormai al suo quinto album (più un EP). Polistrumentista di talento, vanta all'attivo diverse collaborazioni, la più nota delle quali è quella con il cantante statunitense Mark Lanegan con il quale ha pubblicato nel 2013 l'album Black pudding. Interessante curiosare tra le partecipazioni di Garwood in album altrui per carpire l'eclettismo del personaggio, consigliamo l'ascolto di Perpetual dawn dei The Orb e Marshal dear dei Savages nella quale il Nostro suona il clarinetto.
Garden of ashes, 2017 - Heavenly/PIAS
Tracklist:
01 Coldblodeed
02 Sonny Boogie
03 Blue
04 Days gone old
05 Sing to the sky
06 Garden of ashes
07 Heat us down
08 Hard dreams
09 Move on softly
10 Sleep
11 Cooldblooded the return
Me lo segno e me lo ascolto con calma
RispondiEliminaVai, as usual... :)
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