(di David Leitch, 2018)
Dopo l'enorme successo che il primo capitolo riscosse tra fan e profani, era abbastanza scontato che il sequel di Deadpool si sarebbe andato a inserire nella scia del predecessore rivelandosi un prodotto derivativo, realizzato sulla falsariga del precedente e che ne mantiene le caratteristiche più accattivanti e irriverenti. Se questo secondo episodio dedicato al mutante chiacchierone risulta meno riuscito del primo, ciò è dovuto al fatto che qui viene a mancare il "fattore sorpresa", quella meraviglia che si provava trovandosi per la prima volta davanti a un personaggio oltremisura cazzaro, sboccato e scorretto, incurante del politically correct così come dell'esistenza della quarta parete. A ogni modo, ripetizione della formula a parte, Deadpool 2 rimane un film spassoso e divertente e il pubblico che ha amato la prima volta l'osceno Wade Wilson (Ryan Reynolds) l'amerà ancora senza riserva alcuna. Si stacca un poco il piede dall'acceleratore per quel che riguarda la sfera sessuale vera e propria (anche se la disgustosa parodia di Basic instinct va a riequilibrare il tutto) ma non si lesina in fantasia nel campo uccisioni, tentativi di suicidio, massacri e violenza applicata (ovviamente in maniera relativa, parametrata al genere supereroico). Il nuovo regista David Leitch si concentra sui risvolti più action (tra l'altro in maniera egregia) e sulla gestione di un cast decisamente più corale rispetto a quanto fece Tim Miller nel primo episodio. Le sequenze dinamiche si alternano ai siparietti comici, alle battutacce del protagonista che spaziano dalle frecciate verso i canadesi ai meme sulle canzoni di Frozen, dagli insulti autoironici a Ryan Reynolds (canadese tra l'altro) fino ad arrivare alle prese per il culo dei personaggi del mondo X, X-Force in primis, e del loro creatore, nello specifico Rob Liefeld, che, anche se mai nominato, è il vero ideatore di Deadpool per la Marvel. Il plot ricade in pieno negli stilemi del film di supereroi con una spruzzata di Terminator qui portata in eredità dal personaggio di Cable (Josh Brolin), un cronoviaggiatore proveniente dal futuro e deciso a mettere fine all'esistenza del giovane Russell Collins (Julian Dennison), un mutante destinato a diventare negli anni una vera iattura per la razza umana. Le novità stanno proprio nel cast: il personaggio di Cable, duro e il più lontano possibile da ciò che anche solo di striscio potrebbe ricordare l'ironia, è il contraltare perfetto per Deadpool, cretino fino al midollo, mentre la new entry Domino (Zazie Beetz) si mangia la scena non solo per la sua presenza fisica ma anche per una serie di sequenze dinamiche e divertenti che la incoronano personaggio meglio riuscito del film, a partire fin dalla scena del colloquio. Lo status di culto che Deadpool si è guadagnato è rafforzato anche dalla disponibilità di attori del calibro di Matt Damon e Brad Pitt a concedersi praticamente in maniera gratuita per realizzare brevissimi cameo, apparizioni quasi subliminali come nel caso demenziale dello Svanitore, personaggio invisibile che non vediamo praticamente mai se non in una manciata di fotogrammi.
Dopo aver subito un trauma impossibile da superare (un altro), il vecchio Wade Wilson, in arte Deadpool, si prende a cuore il destino del giovane Russell, tanto da volerlo proteggere a tutti i costi dall'ira di Cable, tornato dal futuro proprio per neutralizzare la minaccia che il giovane rappresenterà negli anni a venire; insomma, se aveste la possibilità di tornare indietro nel tempo e uccidere Hitler bambino e bla, bla, bla, bla, bla, bla... Per far questo Deadpool mette su una squadra che con gran fantasia chiamerà X-Force (altra idea di Liefeld), reclutando i suoi componenti grazie a una serie di provini altamente esilaranti - una delle sequenze migliori del film - mettendo insieme una banda di sciroccati niente male. Il pezzo forte è Domino, una mutante con il potere di essere fortunata (applausi, please), poi ci sono Peter, uno che passava di lì per caso e ha pensato che la cosa potesse essere divertente, lo Svanitore di cui già abbiamo parlato, Bedlam (poteri elettrici?), l'inutile e inguardabile Shatterstar e poi ancora un tizio che vomita acido. In realtà i veri comprimari sono ancora una volta il buonista e bacchettone Colosso, l'adolescente Testata Mutante Negasonica e il nuovo arrivo Yukio, stereotipo della ragazzina giapponese un po' tonta.
Poco rimane da aggiungere, Deadpool 2 è un film ottimamente girato e diretto, non ha la carica esplosiva dell'esordio al Cinema del personaggio ma si lascia guardare più che volentieri, diverte, intrattiene, solamente non stupisce e proprio per questo sembra sia un poco addomesticato. La sfida sarà mantenere interessante nel tempo un personaggio di questo tipo, aspetto fondamentale per non cadere in cliché già abusati e che avremo comunque modo di vedere sviluppati in altri cinecomics. Se alla fine della visione del primo capitolo non si vedeva l'ora di averne ancora, ecco, ora il desiderio è semplicemente molto meno pressante.
Si, probabilmente è facile esaurire la carica esplosiva con un personaggio così, magari si potrebbe anche chiuderla qui.
RispondiElimina