(Haywire di Steven Soderbergh, 2011)
Soderbergh è un regista parecchio prolifico e capace di esiti dai risultati altalenanti, ma in qualche modo questo ragazzo di Atlanta (56 primavere, eternamente giovane) riesce a confermarsi ogni volta quantomeno interessante o accattivante e a imprimere alle sue opere, anche quelle non particolarmente esaltanti come questo Knockout, quell'elemento sul quale vale la pena di soffermarsi. A volte questo elemento è dato dalla storia, altre volte dai mezzi usati per realizzare l'opera, altre ancora dalle scelte di regia o montaggio; in questo caso il fulcro del film è la sua protagonista, la campionessa di arti marziali miste Gina Carano. Sul suo corpo Soderbergh costruisce un film dove la trama (la trama?) è un mero pretesto per imbastire una storia di spionaggio con risvolti personali il cui unico scopo è farci ammirare le evoluzioni acrobatiche della Carano, un corpo femminile per una volta protagonista in maniera parecchio originale, lontano dagli ammiccamenti sexy (anche se la Carano non difetta di fascino) e sempre al centro dell'azione tra combattimenti, inseguimenti, fughe e sparatorie: la Carano è la donna forte al centro del film attorno alla quale ruota un cast di uomini decisamente più famosi di lei e ai quali l'attrice/atleta ruba tutta la scena, e parliamo di Michael Douglas, Ewan McGregor, Michael Fassbender, Antonio Banderas, Channing Tatum, Bill Paxton e l'attore e regista Mathieu Kassovitz. In tutto ciò, come dicevamo, la trama è un banale orpello ornamentale.
Mallory Kane (Gina Carano) è un'agente segreto di un'agenzia privata diretta dal suo ex Kenneth (Ewan McGregor) che appalta i suoi servizi a diversi clienti, compreso il governo degli Stati Uniti rappresentato da Coblenz (Michael Douglas). Dopo un'operazione a Barcellona svolta insieme ad un altro agente, Aaron (Channing Tatum), durante la quale la squadra avrebbe dovuto liberare un ostaggio, Mallory si dimette. Poco dopo, in memoria dei vecchi tempi, Kenneth chiede a Mallory di partecipare a un ultimo lavoro a Dublino, una cosetta facile facile dove dovrà impersonare la dama di un agente segreto inglese, un certo Paul (Michael Fassbender), ma le cose a Dublino non fileranno propriamente lisce.
Come in molte altre spy stories la trama sembra ingarbugliata ma più o meno, una volta giunti a fine film, i nodi si dipanano e tutto torna e come di consueto non manca la classica alternanza di tempi e location che attingono a scenari canadesi, messicani e capatine in città come Barcellona e Dublino. L'azione si spreca ed è appannaggio della protagonista femminile che Soderbergh segue senza tregua facendo ricorso ad alcune tecniche di montaggio e regia sempre piacevoli da guardare ma che tutto sommato dal regista ormai ci aspettiamo e che già conosciamo, da questo punto di vista nulla di nuovo sotto il sole, sebbene il già noto resti comunque piacevole. La novità sta in questa donna atletica capace di incantare nel gesto, che poi è quasi tutto quello che questo Knockout ha di interessante, lo sviluppo è abbastanza scontato e il film di per sé rimane un episodio trascurabile sia nella carriera del regista sia nella produzione cinematografica tout court, insomma, con tutto quel che c'è da vedere in giro questo film è consigliabile per gli amanti delle coreografie e delle arti marziali, a poco valgono poi i tentativi di attori bravi come Fassbender di donare il giusto apporto a un film che tutto sommato rimane poca cosa.
Però, come anticipato in apertura, Soderbergh l'elemento interessante lo trova sempre e in fondo la prestazione della Carano potrebbe stupire dove magari non ce lo si aspetta. Vuoi vedere che alla fine anche questa volta ha avuto ragione lui?
Non male, Gina Carano è sempre sul pezzo, però film abbastanza dimenticabile..
RispondiEliminaConcordo, tranquillamente dimenticabile.
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