venerdì 6 dicembre 2019

HARDWARE - METALLO LETALE

(Hardware di Richard Stanley, 1990)

Con il passare degli anni alcuni film acquistano lo status di invisibili, un po' come è accaduto anche ad Hardware di Richard Stanley, nonostante questo piccolo film in bilico tra fantascienza post apocalittica e horror si sia ritagliato il suo bel seguito e venga generalmente apprezzato da chi è riuscito a vederlo. Qui mi preme avviare una piccola digressione. Ovvio che se proprio voglio questo film in particolare, sul web posso acquistarne il dvd a un prezzo ragionevole (7,50 o 10,50 se preferisco il blu-ray), in fondo parliamo di un film del 90, non troppo vecchio in fin dei conti. Ma facciamo un discorso più generale. Diciamo che un appassionato già va al Cinema ogni tot, supponiamo che abbia acquistato anche qualcuno degli abbonamenti streaming più in voga (e Hardware ad esempio NON è presente su Infinity né su NowTv, né su Prime Video, né sul gratuito Raiplay e, pur non avendo avuto modo di controllare, suppongo nemmeno su Netflix), in chiaro ovviamente è un impresa vederlo passare sulle tv generaliste e arduo anche su quelle dedicate al Cinema (magari la notte). Fino a qualche tempo fa in casi come questo ci veniva in aiuto la rete, ma adesso... Conosciamo purtroppo tutti le vicende legate al più noto portale italiano che metteva a disposizione un mare di cultura al quale è stata fatta una guerra spietata levando lo scudo del "diritto d'autore" (e presumo che in tutto ciò i vari servizi con contenuti a pagamento abbiano avuto la loro parte), così come sappiamo che ormai è sempre più difficile avere accesso a contenuti gratuiti, anche dove questi palesemente non muovono più significativi flussi di denaro, con conseguente sbarramento alla conoscenza come al solito per chi ha poca capacità di spesa, perché chi è ricco o benestante questi problemi nemmeno se li pone. Il discorso è questo: chi già spende una cifra mensile per la sua passione e ha uno stipendio da fame (cosa al momento in Italia non così rara), non avendo più possibilità di reperire materiale senza ulteriori aggravi, non andrà di certo a comprarsi 5/6 dvd al mese per recuperare quei titoli che potrebbero interessargli, perché non se lo potrà permettere, semplicemente rinuncerà, e questo contribuirà col tempo a far sparire dalla memoria opere che i più curiosi avrebbero potuto invece visionare, commentare, pubblicizzare gratuitamente come facciamo noi che ne scriviamo e magari portarne anche un beneficio economico indiretto. Mi sembra sia in atto l'ennesimo processo di impoverimento che va a colpire chi avrebbe voglia di maggiore conoscenza (alta o bassa che sia), senza che questo possa risollevare le sorti economiche di chichessia o arricchire ulteriormente chi ha già beneficiato largamente dei frutti del proprio lavoro, con il rischio di togliere visibilità a opere che qualcuno ancora si prendeva la briga di andare a cercare; una grande perdita, anche e soprattutto una perdita dell'abitudine democratica alla scelta, perché non inganniamoci, le piattaforme di nuova generazione scelgono per noi cosa guardare, tra profiling, suggerimenti, campagne di mass marketing, i film consigliati per te, etc., etc...


Ma come si è arrivati a questo discorso? Semplicemente per il fatto che essere riuscito a vedere questo film mi ha dato l'impressione di aver ritrovato un piccolo residuato underground, tanto poco visibile quanto prezioso, e non vorrei che a breve tutto ciò non fosse più possibile.


Futuro post atomico. Il livello di radiazioni è alto, fuori dalla città il deserto è di un rosso infuocato, poca vita ma se si è fortunati si possono trovare tra le dune incandescenti i rottami di qualche vecchio costrutto. Un cercatore solitario (Carl McCoy, voce dei Fields of the Nephilim) recupera i resti di un vecchio androide modello M.A.R.K-13, rivendendolo al commerciante di metalli Moses Baxter (Dylan McDermott) che lo vuole donare alla sua ragazza Jill (Stacey Travis), un'artista che costruisce su commissione opere in metallo e che farà della testa del M.A.R.K.-13 il centro della sua nuova scultura. Peccato che ancora nessuno sappia che il M.A.R.K.-13 è stato costruito per controllare gli umani, è un modello estremamente ostile capace di autoripararsi in presenza di sufficiente materia metallica, cosa che in quella sorta di prigione che diventerà la casa di Jill non manca di certo.


Il regista sudafricano Richard Stanley riesce a donare al film un'aura opprimente e tossica che rende al meglio un futuro invivibile grazie ai toni di un rosso radioattivo in contrasto con i toni più scuri del metallo. Sceglie la fantascienza per contesto e approccio visivo, film incentrato sulla condizione ambientale e sulla prevalenza dell'artificiale sull'umano, se non si arriva ancora al connubio carne/metallo del Tetsuo di Tsukamoto i germi sono comunque gli stessi. Ibrida però con l'horror e con il thriller del filone "il nemico è in casa", rendendo molto tese le sequenze survival di Jill, letta questa anche in chiave erotica e costantemente spiata dal lascivo vicino di casa Lincoln (William Hootkins). Hardware non si distingue per la presenza di grandi attori, anzi, rientra in una serie B di grande interesse e spinge anche sul versante musicale, colonna sonora metal e comparsate eccellenti, dei Nephilim abbiamo già detto, troviamo poi il buon vecchio Lemmy nel ruolo di tassista acquatico e la voce della città è scandita dal d.j. Angry Bob che ha l'ugola infuocata di Iggy Pop (in originale ovviamente). Attuale visto la tendenza al surriscaldamento del pianeta, Hardware alla fine non delude, se non avete intenzione di comprare il dvd trovarlo potrebbe non essere così semplice, soprattutto in una versione di alta qualità. La speranza è che con l'espandersi delle offerte in streaming, alcune delle quali hanno effettivamente prezzi alla portata di molti, possa arrivare qualche servizio interessato al Cinema sommerso, alla serie B di valore, al prodotto datato e di qualità che aiuti a non appiattire i gusti e a non conformare una ricerca culturale preziosa e stimolante.

2 commenti:

  1. Amo tutto di questo film, persino la sua rossa (e sexy) protagonista, penso sia il capolavoro di Richard Stanley, uno a cui sto per dedicare dei post anche io dalle mie parti. “Hardware” è uno slasher cyberpunk per davvero, spesso questo genere è stato invocato in vano ma per questo film è necessario. Condivido in pieno la tua riflessione, è ancora un invisibile questo film, e le nuove piattaforme tengo troppo ad omologare, invece Stanley è il re dei disallineati, non vedo l’ora di vedere il suo nuovo film tratto da Lovecraft. Cheers!

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    1. Bellissima la definizione "il re dei disallineati" e niente niente male anche la rossa (e di che colore poteva essere in questo film?). Temo seriamente che nel prossimo futuro opere come questa rischieremmo sempre più di perdercele, speriamo arrivi qualcosa a colmare il vuoto (che sappiamo la natura aborre).

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