domenica 26 aprile 2020

ZOOLANDER

(di Ben Stiller, 2001)

Sembra che per Derek Zoolander (Ben Stiller) non ci sia altro oltre l'essere "bello bello in modo assurdo", cosa che purtroppo, nonostante la fama di culto che Zoolander è riuscito a costruirsi negli anni, non si può dire del film che più che altro si rivela "cretino cretino in modo assurdo"; ciò non vuol dire che il film non sia divertente, anzi, è proprio il suo essere "cretino" a portare lo spettatore più volte alla risata, considerata però la fama che il film si porta dietro in tutta sincerità mi aspettavo qualcosa di più. A sua discolpa c'è da dire che arrivo alla visione con un ventennio di ritardo e che la mia soglia di tolleranza verso le derive più demenziali raggiunge facilmente il livello di guardia. Collocandolo nella sua epoca Zoolander arriva poco dopo la tragedia dell'undici settembre, cosa che probabilmente un poco lo penalizzò a causa della sua frivolezza (il film era già pronto prima della caduta delle torri, cancellate da Stiller in fase di post-produzione dallo skyline di New York), d'altro canto potrebbe aver donato qualche momento più leggero a una popolazione molto segnata, la fama di cui oggi gode Zoolander comunque è arrivata dopo, nel corso degli anni. Il portato del film viene lievemente esagerato dai suoi sostenitori, i contenuti presenti, abbastanza superficiali e banali, vengono enunciati per dare maggior dignità a un prodotto che essenzialmente punta a divertire e tutto sommato è in questo aspetto che riesce, anche tutti gli altri elementi del film (i tantissimi camei famosi, le citazioni a "veri" film di culto, etc...) vanno giustamente nella stessa direzione, qui bisogna dare atto a Stiller di onestà e coerenza. Poi qualcuno cita in merito anche la denuncia allo sfruttamento del lavoro minorile da parte del mondo della moda, lo spostamento e la rielaborazione di diversi stili d'abbigliamento che qui raggiungono il limite del farsesco, la morale celata dietro al ravvedimento del personaggio, ma queste sembrano tutte giustificazioni pretestuose per assegnare sovrastrutture alle quali il film dubito fortemente mirasse (se non appunto in maniera del tutto superficiale), Zoolander è una pura e semplice commedia demenziale. Assodato questo punto, è qui che entra in gioco il gusto personale, il mio preferisce semplicemente altri rami della commedia (e in assoluto il dramma, ma questo è un altro paio di maniche).


Derek Zoolander, oltre a essere un perfetto imbecille, è il supermodello più famoso del mondo, inventore di varie pose (o espressioni) delle quali la "Blue Steel" è la più famosa, in via di perfezionamento la "Magnum" che potrebbe nuovamente far tremare le fondamenta del mondo della moda. Jacobim Mugatu (Will Ferrell) è un celebre stilista, l'unico con il quale Derek non è mai riuscito a lavorare, dietro al quale si celano i poteri forti e malvagi dell'industria della moda, un manipolo di farabutti che sfrutta il lavoro minorile dei bambini malesi e che ora si è messo in testa di eliminare il primo ministro di quel paese il quale ha deciso di porre fine a questo tipo di sfruttamento. Per riuscire nel piano Mugatu ricorre al lavaggio del cervello di Zoolander che, in seguito a un impulso di attivazione (la canzone Relax dei Frankie Goes to Hollywood), dovrà uccidere il primo ministro che sarà ospite della sfilata per la nuova collezione di Mugatu. In parallelo la rivalità con l'altro supermodello Hansel (Owen Wilson), una specie di hippy che in fondo è cresciuto nel mito di Zoolander, e le indagini della giornalista Matilda Jeffries (Christine Taylor, ex moglie di Stiller) che ha intuito il marcio dietro la figura di Mugatu.


Film demenziale per amanti del genere, indubbiamente divertente nel suo essere "cretino" e dallo sviluppo abbastanza scontato, si distinguono tra le varie gag diverse situazioni al limite dell'assurdo tra le quali un'orgia molto colorata (e ovviamente casta) e una sfilata/duello che definire sopra le righe sarebbe riduttivo. Ci si diverte anche nell'individuare le numerosissime star presenti nel film, oltre a personalità del mondo della moda si prestano al gioco gente come Fred Durst dei Limp Bizkit, Billy Zane, Lenny Kravitz fino ad arrivare a David Bowie (ma i cammei sono moltissimi). Uso ruffiano e riuscito della colonna sonora che contribuisce a dare un buon ritmo al film, finale palliduccio che nei piani di Stiller avrebbe dovuto essere un po' diverso. In fin dei conti Zoolander si rivela una buona commedia per tutti gli amanti del Frat Pack e del loro genere di comicità, qualcuno azzarda ad affibbiare al film il ruolo di satira sul mondo della moda, probabilmente più una grossa presa in giro e forse nemmeno quello, giusto un film buono per farsi due risate.

6 commenti:

  1. Tutto sta nel lasciarsi trasportare dalla sua demenzialità, altrimenti ne rimani sconvolto :D

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    1. Si, è vero, sono degli idioti allo stadio terminale 😂😂😂

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  2. Sicuramente commedia demenziale, ma è quasi un mondo a sé dove entrare e lasciarsi assuefare dall'assurdità^^

    Moz-

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  3. Assolutamente demenziale, ma migliore di certe robe che ho visto (The Interview), anche se no al livello di genialità di altre (The Onion Movie).

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    1. I due che citi mi mancano, diciamo che questo non è proprio il mio genere d'elezione

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