(di Sergio Citti, 1977)
Con Casotto Sergio Citti demolisce la commedia balneare in voga nel Cinema italiano già dai primi anni 50, poi consolidata nella nostra memoria con episodi successivi come Sapore di mare (datato 1983), non mancando di far riferimento alla nostra commedia classica, quella del dopoguerra, dove tra i temi ricorreva spesso quello della fame, quella atavica, dettata dalla carenza di cibo, di soldi, di benessere, due filoni del nostro Cinema qui ripresi e, soprattutto per quel che riguarda il versante vacanziero, spogliati da ogni romanticismo per essere catapultati nel cinismo, nei modi rozzi, nell'opportunismo e tra le basse voglie di un'umanità sempre avida di qualcosa, incline al materiale e a diversi tipi di egoismo. Questa povertà, di risorse, di cultura, di eleganza e di valori, viene sottolineata da un'altrettanta povertà di mezzi nella messa in scena, Casotto è un film balneare che può permettersi di non mostrare mai il mare, lo vediamo solo nella prima ripresa, una panoramica a 360° su una spiaggia squallida e poco curata, poi la camera entrerà nel casotto numero 19 (una cabina collettiva dove i bagnanti possono andare a cambiarsi) senza uscirne praticamente mai, con sguardi sull'esterno solo attraverso l'uscio di questo casotto che, come fatto notare da più critici già all'epoca, è parola che indica anche la gran confusione generata da questa strana accozzaglia di tipi umani. Nelle intenzioni di Citti, come lui stesso dichiarò rilasciando un'intervista alla stampa, c'era quella di raccontare qualche momento della vita di quelle persone che nelle altre commedie balneari stavano sullo sfondo, venivano inquadrate di sfuggita, entravano in una cabina senza dire mai una battuta, senza mai lasciare traccia di sé. Guardando Casotto lo spettatore può forse comprendere perché registi e sceneggiatori più pudici decisero di lasciare questi elementi ai margini delle loro narrazioni.Citti invece non ha scrupoli, mostra tutta la volgarità del popolo, nella favella come nei pensieri e nelle azioni, non lesina sui nudi integrali mostrando grazie ma soprattutto brutture, di fisici poco eleganti, di uomini poco dotati, di mutazioni a due membri, di zone pubiche esageratamente rigogliose e che ora paiono così fuori moda, di culi flaccidi e via discorrendo, non si risparmia nemmeno sul versante alimentare, perché qui l'importante è lo scopo, riempire la pancia, grazia e buone maniere sono cose altre, che poco hanno a che vedere con la fame, e allora carni dilaniate, bocconi esagerati, ingordigia disturbante, il balletto del cocomero, fettine panate nascoste nelle mutande e poi addentate con gusto, una carrellata di piccoli orrori e meschinità a tratteggiare l'uomo, una descrizione per spunti, per momenti, che non ha uno sviluppo se non quello della giornata di mare con annessi secondi fini.
Giulia e Bice (Mariangela e Anna Melato) sono due giovani donne pronte a irretire il signor Cerquetti (Ugo Tognazzi), uomo dell'assicurazione, con ogni tipo di favore sessuale pur di ottenere da lui un cospicuo rimborso assicurativo per la morte del marito di una delle due donne. Lui, irreprensibile, in fondo non aspetta altro che essere scopato. Gigi (Gigi Proietti) e Nando (Franco Citti) sono due spiantati squattrinati che vorrebbero venire al dunque con Iole (Clara Algranti) e Gloria (Julie Sebestyen) che però non ne vogliono sapere e mirano almeno a farsi offrire un buon pranzo. La giovane Teresina (Jodie Foster) è in uscita con i nonni (Paolo Stoppa e Flora Carabella) e il cugino mezzo scemo Vincenzo (Michele Placido), un ingenuotto che i nonni tentano di buttare tra le braccia (o meglio tra le gambe) della nipote prematuramente incinta al fine di trovare una dignitosa (?) riparazione. Carlo (Carlo Croccolo) e Ketty (Cathy Marchand) cercano di appartarsi e far l'amore per la prima volta, colmi di desiderio vengono sempre interrotti sul più bello, e ancora un prete con due uccelli, un militare in fissa col fisico costretto a imbottirsi il costume con i calzini, una squadra di pallavolo femminile, un guardone (Ninetto Davoli)...
Tratteggio di un'umanità variamente disastrata in un interno, la camera si muove nel casotto dando il giusto spazio ai vari personaggi, su tutti si distinguono un grande Paolo Stoppa ("Ma 'ndo cazzo vai? Ma nun lo vedi che c'hai 'na palla de' fori?"), il più elegante Tognazzi e l'accoppiata Citti/Proietti al cui ricordo dedico con affetto questo post. Da segnalare la partecipazione straordinaria di Jodie Foster dopo il successo di Taxi Driver di Scorsese e quella "onirica" di Catherine Deneuve. Casotto è la lampante dimostrazione sul perché preferire la vacanza in montagna a quella al mare!
Film veramente bello che mi piacerebbe rivedere.
RispondiEliminaMa tutta la vita le vacanze al mare o al massimo al lago.
:)
Io al mare, e intendo proprio la vacanza sole, spiaggia, caldo, ombrelloni, sabbia, etc... non resisto più di due giorni. Quest'anno abbiamo fatto lago e montagna :)
EliminaVidi questo film tanti anni fa solo perchè c'era Jodie Foster (che adoravo) e mi piacque tantissimo. Ricordo un'intervista di Jodie di qualche anno fa: "avevo 15 anni, non capivo una parola di italiano, eppure ero circondata da persone gentilissime e capaci, come Gigi Proietti e Ugo Tognazzi. Erano grandi interpreti che parlavano una lingua musicale, bellissima, che avrei voluto tanto imparare. Ho un gran bel ricordo di quel set".
RispondiEliminaC'era un sacco di gente in gamba, oltre a quelli che hai citato tu anche Stoppa, la Melato, Davoli, per lei così giovane deve essere stata un'esperienza!
EliminaE' un film che amo e che conservo gelosamente nella mia filmoteca da vari anni. E pensa che il mio sogno da sempre è vivere in una casa su una spiaggia.
RispondiEliminaLontano da ombrelloni e stabilimenti balneari si può fare :)
EliminaIo adoro anche quelli...
EliminaIo devo dire di no, ma si sa, i gusti non sono tutti alla menta per fortuna 😉
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