venerdì 14 maggio 2021

INTERSTATE 60

(Interstate 60: Episodes of the road di Bob Gale, 2002)

Sentite questa teoria: dati un universo infinito e un tempo infinito tutto accadrà. Significa che tutti gli eventi sono inevitabili, compresi quelli ritenuti impossibili. E questa è una valida spiegazione per la mia storia.

Bob Gale è un sodale del ben più noto Robert Zemeckis, il suo lavoro è facilmente riconducibile dalla nostra memoria agli anni 80 grazie soprattutto alle sceneggiature siglate proprio da Gale per quel gioiello che ancora oggi è la trilogia di Ritorno al futuro. Poi collaborazioni con Spielberg, un episodio della serie tv antologica Amazing stories (da noi Storie incredibili) e parecchio fumetto sia per Marvel che per DC Comics. Infine, a distanza di parecchi anni, la sua unica regia proprio con questo Interstate 60.

Già dalle prime battute il film di Gale vuole rinverdire la tradizione delle narrazioni fantastiche con toni comici tipiche degli anni 80, che poi sono state il vero cavallo di battaglia del Gale sceneggiatore; nella struttura il film riprende anche alcune caratteristiche delle serie antologiche a tema fantastico come potevano essere la già citata Storie incredibili o la più iconica Ai confini della realtà proprio nella sua versione eighties. Il film si apre con un preambolo che richiama proprio questi serial: in un bar della provincia americana due ragazzi discutono su come molte culture abbraccino la figura di "colui che realizza i desideri": gli arabi hanno i geni, gli irlandesi gli gnomi, i cinesi draghi e scimmie, gli europei hanno le fate e gli spiriti del bosco, solo gli americani non hanno nulla di simile. Scorretto, interviene un cliente al bancone, gli americani hanno O. W. Grant (dove O. e W. stanno per One Wish), personaggio a volte dispettoso con la peculiarità di esaudire un solo desiderio per ogni persona, un tipo strano con un farfallino rosso, una pipa magica a forma di testa di scimmia e che porta in giro il volto di Gary Oldman, non è impossibile incontrarlo lungo la Statale 60. Peccato che di questa strada non ci sia traccia sulle cartine ufficiali. Al prologo partecipa in una piccola scena anche Michael J. Fox e se questo non bastasse a titillare la vostra vena nostalgica vi aspettano anche Christopher Lloyd (e con Back to the future siamo a posto) e Kurt Russell.

Per il giovane Neil Oliver (James Mardsen) si avvicina il giorno del suo compleanno ma anche il momento in cui scegliere le sorti del suo futuro che potrebbe essere spianato dal padre facoltoso e influente verso una noiosissima e promettente carriera legale o finanziaria. Neil però vorrebbe dipingere, ha del talento ma non ha il coraggio di affrontare il padre, frequenta Sally (Melyssa Ade), la ragazza perfetta per la sua famiglia, ma sogna e disegna un'altra donna che non ha mai conosciuto (Amy Smart). Il giorno del suo compleanno Neil incontra O. W. Grant che si rende disponibile a esaudire un desiderio del giovane, vista la richiesta di Neil affatto materiale e parecchio originale, lo strambo essere magico prende in simpatia il ragazzo e lo indirizza verso un viaggio tanto enigmatico quanto incredibile alla ricerca di ciò che per Neil potrebbe significare la vera felicità. Ovviamente sarà un viaggio lungo l'inesistente Interstate 60.

Pur essendo datato 2002 Interstate 60 è un ritorno al cinema degli anni 80 richiamato più volte anche esteticamente, non mancano però strizzate d'occhio a film più moderni, pensiamo ad esempio alla presenza in alcune scene dei fumetti degli X-Men il cui leader Ciclope è stato interpretato al cinema proprio da James Mardsen. Il film riprende in parte la struttura episodica dei serial ai quali accennavamo prima, il protagonista infatti nel suo viaggio viene coinvolto o è testimone di diversi accadimenti all'apparenza uno slegato dall'altro e che faranno crescere nel protagonista la consapevolezza di cosa per la sua vita conti realmente, cosa è importante e invece cosa è inutile orpello da lasciarsi alle spalle, quasi una serie di prove da superare per raggiungere il premio: la ragazza dei suoi sogni e la vita che in segreto ha sempre desiderato. Interstate 60 è un road movie e insieme un coming of age dai toni leggeri e divertiti, non all'altezza dei più celebri film divenuti cult per la gioventù di quella generazione nata a cavallo tra i 70 e gli 80 ma che sulla scia della nostalgia si lascia guardare con piacere, anche un attore spesso insipido come Mardsen qui non disturba, i vari camei ripagano l'eccessivo essere strampalato del film che forse giunge fuori tempo massimo ma che in fondo trova un suo perché, passato abbastanza sotto silenzio e senza suscitare clamore lo si può scovare nel catalogo di Prime Video. Adatto a chi ha amato quella stagione del cinema fantastico, per noi ragazzi di quegli anni un tuffo piacevole nella nostra adolescenza e quindi da vedere, per chi non è interessato a quel periodo Interstate 60 è un film che indubbiamente presenta dei contenuti di fondo ma che con tutto il bene che gli si può volere rimane comunque trascurabile.

3 commenti:

  1. Vedi che qualcuno ti ascolta? 😂 Spulciando il catalogo di Prime mi ci sono imbattuto e mi sono rocordato di averne letto qualcosa ma non ricordavo dove. Se ne hai scritto sul blog probabilmente allora avevo letto da te...

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  2. Ricordo di averlo beccato una quindicina di anni fa su Italia 1 (probabile fosse la prima tv) in seconda serata e me ne sono innamorato immediatamente: un cult che purtroppo conoscono in troppo pochi. Per la sua struttura mi ricorda i fumetti pulp della EC Comics e anche quelli di Topolino per le strisce sindacate (quelli scritti da Bill Walsh e disegnati da Floyd Gottfredson)

    Spettacolare lo spezzone con Amy Jo Johnsson che dopo Power Rangers non avevo più visto in tv o al cinema.

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    1. Nella realtà probabilmente nessuno avrebbe resistito alla tentazione 😂

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