venerdì 28 maggio 2021

SHUTTER ISLAND

(di Martin Scorsese, 2010)

Quando nel 2010 Shutter Island esce nelle sale il film viene aspramente denigrato da parte della critica che lo definisce "il peggior film di Scorsese insieme a The departed", un film "normalizzato" e privo dello sguardo autoriale proprio del regista di New York, una narrazione che guarda a quanto già fatto nei generi noir e thriller, priva di originalità, dalla costruzione risaputa e dalle rivelazioni telefonate. Bene, iniziamo con il dire che a mio avviso (opinione personale, certo) non credo sia possibile, scorrendo la filmografia di un regista che ha contribuito a fare la storia del cinema, apporre accanto ad alcuno dei suoi titoli la parola "peggiore" che sottintende non solo un ultimo posto in un'ideale classifica ma anche un esito molto molto scadente. Al limite, come sicuramente succederà a ciascuno di noi, si potranno avere delle preferenze, citare opere meno riuscite o a seconda dei gusti meno accattivanti, meno interessanti, io potrei citare Hugo Cabret per esempio, uno dei film che mi hanno appassionato meno all'interno della filmografia del regista, pur riconoscendone alcuni innegabili meriti. Questo per dire quanto a mio avviso Shutter Island sia stato ingiustamente vilipeso, parliamo di un'opera di un regista che all'epoca ha già firmato più di venti lungometraggi di finzione, molti riconosciuti come capolavori assoluti, un numero più o meno simile di documentari, incursioni nella serialità televisiva, numerosi cortometraggi, un uomo che conta quasi settanta primavere e che realizza un bellissimo film, magari sì, poco originale. E quindi? Credo che a Scorsese lo si possa concedere, anche in virtù dell'età, un bel film che segue binari già tracciati, e che senza troppi traumi si possa godere di questo Shutter Island che in quanto a tensione, ricostruzione d'ambiente e descrizione del protagonista non lascia il fianco scoperto a critiche di sorta, senza contare il lavoro di altissimo livello portato avanti su un sonoro avvolgente e a tratti inquieto e sulle splendide scenografie di Dante Ferretti.

1954. L'agente federale Edward Daniels (Leonardo DiCaprio) viene inviato insieme al suo nuovo partner Chuck Aule (Mark Ruffalo) su Shutter Island, un'isola che ospita un manicomio criminale dove si cerca una strada efficace per curare i criminali violenti affetti da patologie psichiatriche. I due agenti sono sul luogo per indagare sulla misteriosa scomparsa di una paziente, Rachel Solando (Emily Mortimer), che sembra essere svanita nel nulla dalla sua cella: porta chiusa dall'esterno, sbarre alle finestre, una scogliera e un'oceano come difese naturali contro ogni fuga. L'istituto di correzione è seguito dal luciferino Dottor Cawley (Ben Kingsley), medico all'apparenza illuminato alla ricerca di vie alternative alla lobotomizzazione dei pazienti difficili da recuperare. Fin da subito l'ambiente sembra molto ostile ai due agenti, lo stesso dottore, il capo delle guardie McPherson (John Carroll Lynch), il direttore dell'istituto, sembrano tutti voler mettere i bastoni tra le ruote ai due agenti per intralciarne le indagini. Il luogo diviene sempre più cupo e minaccioso, l'uragano che si abbatte sull'isola non aiuta di certo l'umore e dal passato di Daniels riemergono i fantasmi: i ricordi dei lager nazisti durante la Guerra Mondiale in Europa, i lutti familiari, anche l'equilibrio dell'agente inizia a vacillare.

Shutter Island potrà anche avere uno sviluppo intuibile da chi mastica storie con una buona frequenza, ciò nonostante Scorsese crea una tensione da manuale mettendo in campo tanto del suo talento, magari non tutto, ma alcune inquadrature claustrofobiche e articolate sono realmente impressionanti e tutto il gioco creato sui sospetti continui, supportato dal comparto sonoro e dal montaggio che dona un ottimo ritmo alla narrazione, tiene lo spettatore sempre con l'attenzione altissima; ci troviamo di fronte a un film di genere, tesissimo e girato mirabilmente, le sequenze dove anche gli agenti atmosferici sembrano mettersi contro gli agenti federali sono da manuale del thrilling, DiCaprio è una garanzia e qui sbaraglia la concorrenza di un Ruffalo un po' sottotono e di un Kingsley di maniera, ben adeso alle atmosfere anche lo score musicale assemblato da Robbie Robertson. Non sarà il film balzato in cima alle preferenze degli spettatori tra quelli girati da Scorsese ma a mio modo di vedere Shutter Island rimane un gran bel film, anche perché se critichiamo aspramente esiti come questo Dio salvi molto di ciò che circola nelle sale.

4 commenti:

  1. "il peggior film di Scorsese insieme a The departed", e pensare che quest'ultimo è un quasi capolavoro e che Shutter Island quasi gli si avvicina, ma dopotutto la critica è opinabile.

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    1. Si, assolutamente, anche a me The departed era piaciuto, penso che la critica rimproveri a Scorsese di essersi inserito per questi due film nel solco tracciato da altri, ma appunto io credo che alla sua età possiamo anche concedergli di fare un gran bel film invece di un capolavoro da tramandare alla storia.

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  2. Beh, a parte che a me il film è piaciuto molto, credo che molti lo critichino perché in fondo non è farina del suo sacco, ma la semplice conversione di un libro di Dennis Lehane ( autore tra l'altro di Mystic River ).
    Magari i film brutti fossero di questo livello!

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    1. Ma infatti, se i film brutti fossero come questo saremmo tutti più che a posto!

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