martedì 20 settembre 2022

SOLE ROSSO

(Soleil rouge di Terence Young, 1971)

Mi chiedo se sia possibile non provare un'ottima predisposizione d'animo per un film, western per giunta, che riesce a unire nel cast nomi molto diversi tra loro come quelli del "giustiziere" Charles Bronson, della splendida "Bond girl" Ursula Andress, dell'elegantissimo Alain Delon e addirittura quello di Toshiro Mifune, il Samurai senza padrone, uno dei mitici sette di Akira Kurosawa. Voglio dire, hai già vinto, almeno da queste parti; basta dare un'occhiata a una delle locandine del film (la mia preferita è quella con i quattro in bianco/nero nel tondo rosso) per avere l'impressione in nuce di una costruzione perfetta. Il film poi nel suo sviluppo lo è forse meno, ma ormai il gioco è fatto, il cuore è già stato catturato. Quindi per recensioni spassionatamente obiettive, almeno per questa volta, conviene rivolgersi altrove, qui Terence Young, in questa occasione almeno, parte con un certo vantaggio, vantaggio tra l'altro circoscritto solo a quest'opera in quanto il regista, pur avendo diretto diversi capitoli del James Bond di Sean Connery, non guadagna punti ai miei occhi in quanto rimango abbastanza freddo nei confronti delle vicende legate all'agente segreto al servizio di Sua Maestà. Al netto di simpatie varie, Sole rosso rimane un buon western, curioso e atipico proprio grazie al cast eterogeneo e all'inserimento poco usuale dell'elemento giapponese che è qui capace di risultare originale come di prendersi un po' la scena a discapito di tutti gli altri personaggi comunque ben scritti e inseriti ottimamente nel contesto.

Una delegazione giapponese, che comprende l'ambasciatore (Satoshi Nakamura), viaggia in treno per raggiungere il Presidente degli Stati Uniti Ulysses Grant. Oltre al vagone su cui viaggiano i rappresentanti del paese nipponico, sul treno ce n'è un altro con un bel carico d'oro; è questo che fa gola alla banda di Link (Charles Bronson) e Gauche (Alain Delon), uomini che non si fanno scrupolo a sparare al fine di ottenere quel che vogliono. Dopo aver ammansito gli occupanti del treno e una pattuglia dell'esercito americano, Link e Gauche non mancano di depredare l'ambasciatore giapponese che viaggia scortato da due samurai tra i quali il fido Kuroda (Toshiro Mifune). Non pago del bottino l'avido Gauche, amante del bello, sfila ai giapponesi anche un'antica spada che avrebbe dovuto essere il loro regalo per il Presidente Grant. È questa la goccia che farà traboccare il vaso e che porterà a nuove e strane alleanze. Il viscido Gauche tradisce il suo compagno Link per tenersi tutto l'oro, l'ambasciatore del Giappone ordina a Kuroda di recuperare la spada (pena il seppuku in caso di fallimento), Link vuole Gauche vivo per recuperare l'oro, Kuroda vuole Gauche morto per recuperare la spada, i vecchi nemici diverranno riluttanti alleati, impareranno nel corso dell'inseguimento il rispetto reciproco e l'amicizia e anche quanto una sgualdrina possa contare nel cuore di un uomo, nella fattispecie Christina (Ursula Andress), la donna di Gauche.

Sole rosso non rientrerà mai nelle classifiche dei migliori western della storia del cinema eppure l'inserimento di Toshiro Mifune con tanto di costume tradizionale da samurai, di legame con il bushido e con il codice d'onore che ne deriva, mischiato a quello che a prima vista può sembrare un cast inverosimile ma che a parere di chi scrive si rivela la chiave di lettura più interessante del film, rende il risultato complessivo ben più che piacevole nonostante sotto altri aspetti, come il rapporto tra ritmo e durata e la scelta degli scenari, Sole rosso venga sorpassato a destra da altri titoli. Dietro il western ci sono le dinamiche da buddy movie e da "strana coppia", con un delinquente all'occorrenza spietato ma simpatico, interpretato da un Bronson più espressivo e accattivante del solito, e un samurai tutto d'un pezzo, serioso, ma che saprà sciogliersi un poco e fare più di un passo verso un uomo dal modo di essere che nella maniera più assoluta non gli appartiene. Bene anche Delon nel ruolo del bastardo con grazia, accompagnato da una Andress semplicemente splendida, a prendersi la scena è però Toshiro Mifune, un vero mito calato per bene nel vecchio west, ricordiamo tra l'altro che I sette samurai è stato prototipo per I magnifici sette di Sturges, pietra miliare del western. Ottima la sequenza iniziale con l'assalto al treno, qualche calo di ritmo nella parte centrale e l'immancabile attacco degli indiani che appare inserito un po' per dovere e legame con il genere. Ne esce un film comunque divertente che si segue molto volentieri in virtù di personaggi indovinati e di uno scostamento dalla norma decisamente piacevole, i duetti Bronson/Mifune non si dimenticheranno così in fretta, in fondo le ragioni per valutare un recupero di questo Sole rosso sono più d'una.

4 commenti:

  1. Proposto abbastanza spesso su raimovie, molti lo odiano ma a me è sempre abbastanza piaciuto (come fa a non piacere Mifune doppiato da Cigoli?).
    Certo è difficile guardare gli "indiani" senza mettersi a ridere, ma sarà stata una banda di predoni imbastarditi e abbrutiti dall'alcool.

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    1. Si, è vero, gli indiani sono comici, nel complesso però il film a me è piaciuto, dai, come fa a non piacere con questi attori e queste caratteristiche?

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  2. Classicone ad alta rotazione nelle reti italiane. Debbo rivederlo prima o poi,

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