venerdì 18 novembre 2022

SUSSURRI E GRIDA

(Viskningar och rop di Ingmar Bergman, 1972)

Il cinema di Ingmar Bergman non è mai facile, è un cinema che ti entra sottopelle e continua a scavare ben oltre la fine della visione, è un cinema nel quale non sempre è possibile entrare di primo acchito, cosa che capita anche con questo, peraltro bellissimo, Sussurri e grida. Richiede impegno, attenzione, riflessione e rielaborazione il cinema di Ingmar Bergman, è un cinema che diventa Cinema, soprattutto quando sembra di far fatica a capirlo, a sentirlo, ma poi tutto si costruisce, tutto si compie ed esplode l'ammirazione, la comprensione (anche accompagnata dal legittimo dubbio) e nasce la consapevolezza di aver assistito a qualcosa di fuori dal comune, di lontano dalle rotte trafficatissime della banalità, del visto e rivisto e dell'inutile. Come per altre sue opere, anche con questo Sussurri e grida, Bergman affronta temi importanti e a lui cari come il rapporto con la morte, quello con la religione, la condizione borghese e l'universale condizione in cui riversa l'animo umano di fronte alla sofferenza, al lutto, al trapasso o più semplicemente di fronte al rapporto tra consanguinei, conoscenti o consorti. Tutto è soppesato in un film formalmente impeccabile, visivamente perfetto ma anche molto molto duro nei contenuti, quasi spietato nei confronti di alcuni suoi protagonisti.

In una grande casa di campagna si ritrovano tre sorelle, Agnese (Harriet Andersson) che sta morendo di cancro ed è alle fasi terminali della malattia, Karin (Ingrid Thulin) e la più giovane Maria (Liv Ullmann). In realtà è Anna (Kari Sylwan), la domestica, a prendersi veramente cura di Agnese, l'unica a provare dolore, compassione e solidarietà per la donna malata, le due sorelle sono invece molto fredde tra di loro e nei confronti di Agnese; Maria è una donna superficiale, che in fretta dimentica, più interessata a insidiare il dottore della malata (Erland Josephson), con il quale ha già avuto dei trascorsi in passato, che non a occuparsi della sorella morente, Karin è un blocco di ghiaccio che dentro di sé cova rancore, soprattutto nei confronti di Maria, non ha più nessun tipo di rapporto con il marito Fredrik (George Arlin) ed è in procinto di far esplodere il suo odio represso. In questa situazione di glaciale ostilità Anna sembra essere l'unico nodo positivo all'interno di dinamiche decadenti, una donna semplice che trova conforto nella religione, nel contatto fisico e nella memoria di una figlia prematuramente scomparsa che forse rivede attraverso la sofferenza di Agnese. Nonostante i malumori emergano in diverse misure, sembra che le risoluzioni non siano affatto a portata di mano.

Strepitoso sotto il punto di vista formale, Sussurri e grida vince l'Oscar per la migliore fotografia grazie al lavoro superbo di Sven Nykvist, collaboratore abituale del regista svedese, il colore rosso domina su tutto, dalle pareti, dai tappeti, dalle tende della casa di famiglia fino ad arrivare alle numerose dissolvenze tra una scena e l'altra, un impianto carminio da far invidia al Film rosso di Kieslowski, in contrappunto il bianco dei ricordi, il nero del momento luttuoso: passioni, candore, morte, in un'insieme estetico che vale da solo l'intero film, e poi c'è tutto il resto, e poi c'è la ciliegina sulla torta, il rosso della meravigliosa Liv Ullmann. Con pochi flashback e diversi tratteggi Bergman delinea caratteri e temi, l'astio antico di Karin nei confronti di Maria che sembra a un certo punto ripianarsi per poi tornare da capo, nell'impossibilità di queste protagoniste di cambiare, di evolvere, di lasciarsi alle spalle abitudini deleterie, ricordi radicati. La proletaria Anna, guarda caso, è l'unica a esprimere una pietas sincera, uno slancio verso il divino con ben in mente il ricordo della figlia persa, queste figure femminili complesse sono in contrapposizione a quelle maschili, pallide e inutili, con un po' di attenzione solo per la figura del dottore che gode di una bella sequenza nella quale si esibisce in una critica a Maria analizzandole il viso e i tratti. Torna il tema della religione, in età adulta Bergman abbandona le sue convinzioni di gioventù e qui ci mostra un sacerdote dotato di una fede poco convinta, che chiede intercessione all'anima della morta, una donna dotata in vita di una fede più forte della sua evidentemente. Nella costruzione delle protagoniste Bergman intesse passaggi di grande caratura, pensiamo al tentativo di riavvicinamento tra le due sorelle, i tentativi di contatto fisico tra le due, il dolore di Karin che arriva all'autolesionismo, i sussurri e le grida della morente, tutte sequenze che lasciano il segno in un film che cresce poco a poco per lasciare un ricordo duraturo. Tra i migliori film di Bergman?

14 commenti:

  1. Ho letto con un occhio solo ma quanto basta per percepire il tuo entusiasmo e a Bergman non si sfugge, piano piano li sto guardando tutti.
    Avevo messo la mia lista chilometrica di film appuntandola sul telefonino. Ho cambiato telefono, il mio era arrivato al capolinea e la mia lista è finita nell'etere. Faticosamente creata sono ripartita da capo cercando di ricordare cosa avevo messo....ne ho persi tantissimi di titoli, inutile dirti lo sconforto. Aggiungo volentieri questo perché di Bergman ho in lista solo Persona al momento, il suo cinema va preso a piccole dosi.

    Ieri sera in dvd ho visto "Dear Wendy", regia di Vinterberg, spiazzante e strano....parte in un modo e ti coinvolge lentamente. Mi era sfuggito il fatto che fosse scritto da Lars von Trier, cerco di leggere poco o niente prima della visione e allora ho capito. Non avevo mai sentito parlare di questo film, mi piacerebbe sapere se lo hai visto.

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    1. No, ho visto Persona (se spulci nel blog trovi la rece), da vedere anche quello assolutamente, di Vinterberg invece se non erro ho visto solo Festen (lo trovi sul blog, anche quello molto consigliato) che risale ai tempi del Dogma, ma di suo ho diverse cose nella lista infinita di appunti (della quale ora vado a fare una copia), Dear Wendy me lo segno allora. Comunque sì, Bergman non è uno da farci scorpacciate, però grandi cose...

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    2. Vai a farne una copia?!? 😄 guarda, io di digitale e funzioni varie non ne capisco nulla, aggiornamenti, backup non so quanto siano veramente indispensabili oltre a riempire la memoria interna. Immagino tu sia molto più scafato di me in materia, ma sì, salva la copia fosse solo per scrupolo, per un appassionato è davvero un peccato 😪
      Di Bergman ho visto "Fanny e Alexander", "Il posto delle fragole", "Il settimo sigillo". Mi sono piaciuti tutti, si può dire solo così di un film di Bergman? Di cuore ho amato "Il posto delle fragole", di testa ritengo "Il settimo sigillo " un capolavoro, film complesso, erudito e non basta una visione, credo che Bergman vada veramente studiato.

      Vinterberg non mi ha mai deluso, ho visto 'Festen', " Il sospetto" e 'Un altro giro ', il prossimo sarà 'Kursk'.

      Ora mi cerco le tue recensioni, non ricordo se le avevo già lette.

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    3. Guarda, se hai una lista di film dove segni solo titoli e registi, informazioni così, conviene sempre fare una copia, tanto sono file di testo, senza immagini né video, che quindi pesano pochissimo, non sono di certo quelli a riempirti le memorie di telefono o computer, però la loro perdita, almeno per me, sarebbe una grande perdita, quindi sì al backup in questi casi. Anche io di Bergman ho visto poco, Il settimo sigillo, Persona, questo Sussurri e grida e anche un altro film che avevo sul dvd de Il settimo sigillo di cui ora non ricordo il nome. Vale sempre la pena, un autore appunto da studiare.

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  2. Un giorno dovrò fare pace con Bergman...

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    1. Si, credo ne valga la pena, io invece devo cercare di riappacificarmi con Pasolini e il Godard della seconda parte di carriera... :)

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  3. Di Godard non mi sembra di avere mai visto niente, da cosa partire?

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    1. Per Godard io partirei dalle prime cose, non tutte semplici ma più approcciabili rispetto ad alcune cose successive, io proverei Fino all'ultimo respiro o Questa è la mia vita ad esempio.

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  4. La recensione di Persona che ho trovato preferisco leggerla dopo la mia visione, invece Festen, non riesco a trovarla.
    Un giorno se non è troppo faticoso sarebbe bello avere la lista per ordine alfabetico dei tuoi film, giusto per avere un riscontro immediato .

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    1. Festen lo trovi qui:
      https://lafirmacangiante.blogspot.com/2011/05/festen.html

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  5. Ok, grazie alle tue etichette sono riuscita a trovare Festen tramite il nome del regista 👍a posto, sì , non risolleva una serata ma una visione da fare, ricordo ancora la mia incredulità, stavo entrando in un mondo sconosciuto disturbante abbastanza nel suo racconto bizzarro e i temi controversi sono sempre stati la sua cifra, come farne a meno?
    Ciao e grazie.

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    1. Perfetto, Vinterberg è infatti un autore che vorrei approfondire. Comunque in alto a sinistra trovi la lente per fare le ricerche, mettendo lì ciò che ti interessa dovresti trovare tutto. Se consulti il blog da cellulare potresti non vederla, allora vai a fondo della Home page, fai click su "visualizza versione web" e in alto a sinistra troverai il campo per fare le ricerche che ti servono. :)

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