mercoledì 23 aprile 2025

THE BIG WHITE

(di Mark Mylod, 2005)

Il nome di Mark Mylod, regista britannico classe '65, è poco noto al pubblico italiano (e al pubblico in generale con tutta probabilità); per il cinema Mylod ha diretto quattro film nell'arco di vent'anni dei quali nessuno è riuscito a lasciare un segno duraturo e tra questi solo l'ultimo, The menu del 2022, ha ottenuto critiche mediamente positive; più controversi gli esiti delle altre pellicole del regista: Ali G del 2002, questo The big white del 2005 e (S)Ex list del 2011. È in veste di produttore e di regista per la serialità televisiva che Mylod ha lasciato intravedere i segnali più positivi del suo passaggio raccogliendo anche diversi premi dedicati al mondo del piccolo schermo come gli Emmy ottenuti per serie parecchio note come Entourage o Succession. Se prendiamo in esame e come riferimento questo The big white, non stupisce che l'opera di Mylod sia passata più o meno sotto silenzio; The big white è una black comedy (e guardiamo alla parola "comedy" con molta generosità) di stampo assolutamente derivativo, come detto da più parti il paragone che viene naturale fare, non fosse altro che per i panorami ampli e completamente innevati, è quello con il Fargo dei fratelli Coen che però "non è lo stesso campo da gioco, non è lo stesso campionato e non è nemmeno lo stesso sport". Le similitudini non si limitano all'ambientazione, si gioca con lo stesso genere di racconto, ci sono i criminali grotteschi, sopra le righe e incapaci, c'è la provincia americana, la ricerca del denaro per dare una svolta alla propria vita, lo stesso approccio alla commedia e via di questo passo, a essere diversi sono i risultati finali che purtroppo per The big white hanno tra loro davvero poco da spartire.

Paul Barnell (Robin Williams) è finanziariamente nei guai: la sua agenzia viaggi sita in Anchorage, Alaska, non gira per niente bene, l'uomo deve provvedere anche a sua moglie Margaret (Holly Hunter) affetta da sindrome di Tourette, una patologia che la porta a comportamenti imprevedibili e ad attacchi di volgarità che la donna elargisce a chiunque gli capiti sotto tiro, bambini compresi. Inoltre i debiti contratti da Paul si fanno pressanti, la compagnia elettrica minaccia di staccargli la luce, ciò che potrebbe salvare Paul sarebbe riscuotere finalmente l'ingente premio dell'assicurazione sulla vita di suo fratello Raymond (Woody Harrelson) scomparso dalla circolazione ormai da più di cinque anni. Purtroppo la legge dell'Alaska dice che gli anni per dichiarare un decesso in assenza di cadavere debbano necessariamente essere almeno sette, ragion per cui l'assicurazione non è disposta a pagare il premio. Un bel giorno Paul, neanche a farlo apposta, si imbatte in un cadavere congelato gettato in un cassonetto da due bizzarri delinquenti, Gary (Tim Blake Nelson) e Jimbo (W. Earl Brown) che ovviamente dovranno recuperarlo in un secondo tempo. Paul decide così di inscenare un finto ritrovamento e far passare il cadavere per quello di suo fratello Raymond, ma non sarà così semplice convincere lo zelante perito assicurativo Ted (Giovanni Ribisi) della veridicità dei fatti raccontati da Paul per ottenere il lauto rimborso che ammonta a circa un milione di dollari.

Tutto già visto, e anche realizzato meglio peraltro. Intendiamoci, non è che The big white non si possa guardare; se vi piacciono le commedie criminali (ma qui scappa la risata una o due volte) e le ambientazioni da estremo nord innevato il lavoro di Mylod potrebbe anche rivelarsi nelle vostre corde. Il cast presenta nomi validi, Robin Williams sembra un po' in vacanza premio e pare non credere troppo nel progetto, Ribisi sta nel suo e non è neanche male, Holly Hunter ci regala qualche soddisfazione in più a partire dall'intrigante sequenza iniziale. Purtroppo The big white rimane un prodotto scialbo per quasi la sua interezza, le situazioni grottesche sembrano un poco stereotipate e non affondano mai il colpo, il film fa fatica a scrollarsi di dosso la sensazione da "brutta copia" e le similitudini con il più illustre predecessore risultano essere un po' troppe anche se graziate almeno da qualche distinguo (in Fargo si voleva inscenare un falso rapimento della moglie del protagonista, qui un falso ritrovamento del cadavere del fratello, proprio per garantire un futuro alla moglie, in entrambi i casi il leit motive è la necessità di fare soldi facili). Non c'è molto altro da aggiungere, non ci sono elementi "storti" sui quali puntare il dito, cinema medio sul quale (forse) non vale la pena investire il vostro tempo, poi se proprio amate il freddo, la neve, non potete fare a meno di Robin Williams, questo e quell'altro, allora...

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