venerdì 10 marzo 2023

MACHETE

(di Robert Rodriguez, 2010)

Quattro musicisti bravi ma ancor di più furbi incantavano grandi platee al grido di "You wanted the best! You've got the best! The hottest band in the world, Kiss!"; i fan della band di Detroit, e non solo loro, sapevano benissimo a cosa sarebbero andati incontro lasciandosi travolgere dal carrozzone magniloquente di Gene Simmons e soci, nessun fraintendimento, tutto alla luce del sole, magari nascosto giusto un po' da una bella dose di trucco, tutto però onestissimo. Non erano la band migliore del mondo e nemmeno la più calda ma tant'è, il pubblico si divertiva (e mi ci sono divertito anche io). Allo stesso modo è bene che il pubblico (quello di passaggio, i fan già lo fanno) con lo stesso approccio si avvicini al cinema di Rodriguez che di sicuro non è qui per scrivere pagine imprescindibili e indimenticabili della settima arte; il regista di San Antonio, Texas, è qui per divertirsi, cazzeggiare e dar vita alle sue fantasie più sfrenate che a volte, come in questo caso, si traducono in scorribande tamarrissime dietro le quali si può provare a vedere dei contenuti alti solo se si è ingenui o un po' scemotti. Prendiamo questo Machete, sì, ci sono gli immigrati messicani, la prepotenza U.S.A., lo sfruttamento, tutto vero, ma qui il succo sono le stronzate, nulla più, nulla meno, filosofia che se portata avanti in maniera onesta come fa Rodriguez alla fine è anche rispettabilissima. L'idea di Machete nasce già qualche anno prima dell'uscita di questo film: ricorderanno tutti il finto trailer di una pellicola con protagonista il nostro Danny Trejo comparire tra i due episodi del progetto Grindhouse, ovvero A prova di morte di Quentin Tarantino e il Planet terror di Rodriguez, ecco, l'indole giocosa e cazzara di Rodriguez ha fatto il resto trasformando quel piccolo divertissement in un lungometraggio circa tre anni più tardi.

Machete (Danny Trejo) è un federales messicano che durante le sue indagini incrocia la strada del fetentissimo signore della malavita Rogelio Torrez (Steven Seagal), uno duro da uccidere, pestandogli i piedi e incorrendo quindi nella sua ira. Torrez di conseguenza elimina la famiglia del Nostro e tenta di uccidere lo stesso Machete. Dato per morto il federale compare qualche anno più avanti negli Stati Uniti; costretto a cercare lavoro capita nelle mire di un altro fetentissimo, un riccastro di nome Booth (Jeff Fahey) che offre a Machete 150.000 dollari per far fuori il senatore razzista McLaughling (Robert De Niro), un politico che vuole fermare l'immigrazione clandestina dei messicani togliendo così a gente come Booth la possibilità di procurarsi mano d'opera a bassissimo costo da poter sfruttare a loro piacimento. Trovandosi però incastrato per il tentato omicidio del senatore Machete sarà costretto a darsi alla macchia, tallonato non solo dai cattivoni di cui sopra ma anche dall'agente dell'immigrazione Sartana Rivera (Jessica Alba) che presto si invaghirà di questa figura sospesa tra realtà e mito. A dar manforte al messicano ci sono suo fratello Cortez (Cheech Marin), un prete molto, molto sui generis, e la giovane Luz (Michelle Rodriguez), ufficialmente una venditrice di hot dog, in realtà comandante e figura simbolo di una resistenza volta a tutelare i messicani immigrati dalle prepotenze di gente come il vigilante Von Jackson (Don Johnson).

Annegato in una fotografia torrida e in ettolitri di sangue il volto indimenticabile di Danny Trejo trova qui finalmente un ruolo da vero protagonista, una cosa che con tutta probabilità poteva accadere solo per mano di Robert Rodriguez. Machete è infatti il balocco del suo regista, forse non l'unico ma in maniera indubbia uno dei suoi più desiderati. Il film è l'elogio all'esagerazione truce, grottesca e tamarra volta al puro divertimento; se pure si volessero prendere con un minimo di serietà le vicende di immigrazione qui raccontate, bastano scene come quella in cui Machete si cala da una finestra appeso agli intestini di un ormai ex delinquente, oppure la versione armed and dangerous di Lindsay Lohan vestita da suora e armata di tutto punto per demolire qualsiasi riflessione e riportare il tutto sul piano di un'exploitation ignorante alla quale il film orgogliosamente appartiene. Preso in questo senso Machete fa il suo e diverte, a Danny Trejo basta la mera presenza per iscrivere il suo personaggio nella sfera del mito, come accade nel film, il resto del cast, tutte facce indovinatissime, si diverte e diverte con ammiccamenti vari (Steven Seagal ridato al cinema in primis) e ruoli cuciti ad hoc. Siamo nel trash volontario realizzato con i giusti mezzi: sangue a fiumi, arti e teste che volano, immagini di rara demenza (le budella, le auto dei messicani) e accorgimenti come i finti segni sulla pellicola a valorizzare il tutto. Nessuna pretesa, Rodriguez ci si è divertito, noi pure, tanto basta, almeno fino al recupero di Machete kills...

4 commenti:

  1. Adorabile nel suo essere un'immensa, sfacciata, divertentissima pu**anata col botto. Non ho altro da aggiungere se non che lo amo.

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