(di Kelsey Mann, 2024)
È possibile che quella che andrete a leggere sarà un'impressione sull'ultimo film di casa Pixar un poco di parte. Non credo che in questo ci sia nulla di male, soprattutto se la cosa viene esplicitata in maniera chiara e limpida. Diciamo subito che rispetto al suo predecessore Inside out 2 compie un passo in avanti. Dal primo episodio che vedeva protagonista per la prima volta la giovane Riley sono passati quasi dieci anni (Inside out uscì nel 2015); in che cosa dunque la casa di produzione "della lampada" compie questo passo in avanti? Per rispondere a questa domanda non servono grandi analisi né particolari elucubrazioni perché la risposta è la più immediata tra quelle possibili. Semplicemente Inside out 2 si sposta un poco in avanti nel tempo e vede la sua protagonista, Riley appunto, passare dalla pre-adolescenza del film d'esordio a un'adolescenza piena con tutti gli sconquassi che questa particolare età può portare nella vita di una giovane fanciulla. Lo schema messo in campo già dieci anni fa trova terreno fertilissimo nella nuova situazione psicologica ed emotiva in cui Riley si viene a trovare, in Pixar si muovono quindi sul sicuro, sia dal punto di vista meramente formale (lo stile di animazione per intenderci), sia sul piano della struttura narrativa. Il film infatti non presenta grosse novità, l'esordio del regista Kelsey Mann non stupisce quanto fece il primo episodio, opera che reputai all'epoca (e reputo tutt'ora) un piccolo grande gioiello d'animazione, però, nonostante lo schema vada a ripetersi senza grandi innovazioni, Inside out 2 è un film, soprattutto se messo in relazione ai nostri tempi, forse ancor più prezioso del suo predecessore.La piccola Riley è cresciuta e si è finalmente ambientata nella sua nuova città; qui ha trovato Bree e Grace, le sue due amiche del cuore, continua a praticare con amore il gioco dell'hockey e si prepara per il passaggio alla scuola di grado superiore. Nel mezzo di tutti questi aspetti positivi, mentre Gioia nella sua testa è salda al comando della ormai affiatata squadra di emozioni formata anche da Disgusto, Rabbia, Tristezza e Paura, irrompe nella vita di Riley quella forza sconosciuta e difficilmente gestibile che va sotto il nome di adolescenza. Così nella testa di Riley partono i lavori di rinnovamento, una nuova consolle viene installata per far posto alle nuove emozioni che andranno ad affiancare il team di Gioia per i prossimi anni, tutte emozioni con le quali finora Riley non aveva avuto a che fare: queste sono Invidia, Ennui (noia), Imbarazzo e soprattutto la più nociva e pericolosa (se non controllata) Ansia. Prima dell'inizio del liceo le tre amiche hanno la possibilità di frequentare un campo estivo di alcuni giorni durante il quale verranno selezionate alcune giovani ragazze per entrare nella prestigiosa squadra femminile di hockey delle Firehawks. Mentre Bree, Grace e Riley si recano al campo quest'ultima scopre che le prime due non frequenteranno il suo stesso liceo; a Riley crolla il mondo addosso, si vede già proiettata nella nuova scuola in completa solitudine, Ansia inizia a prendere il controllo nella mente della ragazza facendole compiere scelte a volte discutibili e mettendo in pericolo quella costruzione dell'io che finora per Riley aveva prodotto una personalità attiva e positiva. Starà al gruppo di Gioia tentare di mettere a posto le cose.
Chi vi scrive (e qui torniamo alla poca imparzialità nel giudizio) è, prima che un appassionato di cinema, un papà di una ragazza adolescente che da diversi anni combatte un rapporto difficile e per alcuni aspetti (quello della socialità) quasi invalidante con stati d'ansia incontrollabili e conseguenti crisi di panico. È questa una condizione che quando si presenta a certi livelli di importanza, come è capitato per nostra figlia, va affrontata con l'ausilio e il supporto di personale preparato. Per chi vive da anni una situazione di questo tipo un film come Inside out 2 non può essere visto (per fortuna) con l'occhio clinico e distaccato che potrebbe avere uno spettatore meno coinvolto. Nel mettere in scena il passaggio all'adolescenza la sceneggiatura di Meg LeFauve coglie perfettamente quello che può essere considerato uno dei mali delle generazioni giovani di questo particolare periodo storico, un male meno diffuso fino ad alcuni decenni orsono; gli stati d'ansia fuori controllo sono in aumento continuo nei ragazzi e la struttura narrativa del film ne evidenzia benissimo la pericolosità quando questi fenomeni non si riescono a tenere a bada. C'è una scena in particolare nel film, un momento di una partita decisiva al campo estivo, minuti in cui nella testa di Riley si affastellano dubbi, preoccupazioni e rimorsi gestiti da un'Ansia sempre più dominante alla consolle nella sua testa, che sfocia in una vera e propria crisi di panico, una scena coraggiosa che al cinema ha fatto scoppiare in lacrime nostra figlia e noi genitori (e tantissime altre persone suppongo), un momento che ha piazzato lì sullo schermo, ben evidente, il dolore, il trauma, la fatica con le quali la nostra bambina (che ormai bambina più non è) si trova a combattere tutti i giorni. È una scena che ti strazia il cuore, probabilmente è un effetto che farebbe a qualsiasi spettatore dotato di un minimo di sensibilità, figuratevi a noi che combattiamo con situazioni come queste ormai da molto tempo. La gestione di questo nuovo personaggio, Ansia, deve aver richiesto uno studio accurato in casa Pixar, un lavoro che rischia di venire un po' sottovalutato (come mi è capitato di leggere) da chi ovviamente è meno coinvolto da questo aspetto in particolare che in effetti si mangia (proprio come fa la vera ansia) tutto il resto. Uno dei difetti che si potrebbero attribuire al film è infatti quello di sfruttare meno di quel che sarebbe stato possibile emozioni come Imbarazzo ed Ennui, personaggi che si sarebbero potuti prestare a un sacco di situazioni, sia di alleggerimento (che in una certa misura ci sono) che più seriose, e che avrebbero potuto arricchire ancor di più questo Inside out 2, ma in fondo in poco più di un'ora e mezzo va da sé che non si può infilare proprio tutto. Di tanto in tanto fa capolino Nostalgia, rappresentata come una vecchina che viene a più riprese invitata a togliersi di torno perché ancora non è arrivato il suo momento di mettersi alla consolle, altro tocco intelligente usato con levità in casa Pixar ma che fa breccia nella testa degli spettatori più adulti. Poche novità quindi se valutiamo il film dal punto di vista dell'innovazione ma grande attenzione nei contenuti e una grande importanza nel veicolare messaggi e consapevolezza. Troppo spesso i nostri ragazzi non stanno bene, ma noi, come società, come collettivo, non tanto come singole famiglie (che ovviamente si concentrano sui propri figli), che cosa stiamo davvero facendo per loro?
A proposito di adolescenti, non puoi dire a tua figlia di riprendere col blog? Era una delle poche cose decenti di internet.
RispondiEliminaGrazie mille Luca, in questo periodo è presa da altro ma glielo dirò sicuramente, ne sarà molto felice. Grazie ancora.
EliminaEh, immagino, avrà altri interessi adesso. Il giochino di indovinare i personaggi era divertente perché mi faceva capire quanto fossi vecchio. :D
EliminaMa va, finché abbiamo le nostre passioni siamo tutti giovani. Con il mal di schiena 😂
EliminaInteressante analisi, mi dispiace che tua figlia abbia di questi problemi, mio figlio non ci è ancora arrivato ma per fortuna non sembra il tipo, anzi, a volte dobbiamo trattenerlo dal socializzare "troppo". Nonostante abbia solo nove anni, comunque, direi che ha capito abbastanza il messaggio del film, il che significa che gli autori sono stati abbastanza bravi da riuscire a far arrivare il significato anche a un bambino.
RispondiEliminaCiao, si, secondo me hanno costruito molto e bene il film intorno al messaggio, uno tra l'altro molto attuale. Mia figlia ha avuto anche la sfortuna di fare il passaggio tra medie e superiori negli anni del covid, nel bel mezzo di quelle reclusioni forzare che per i ragazzi sono state un vero disastro, ora pian piano ci stiamo lavorando...
EliminaMi spiace tua figlia abbia questi problemi. Da ex adolescente "problematico" (prendi il termine nell'accezione più affettuosa possibile) capisco in pieno cosa sta passando e mando un abbraccio a tutti voi.
RispondiEliminaSe non altro, oggi si parla molto più di sanità mentale.
Tornando al film... Bello, ma mi ha dato la sensazione di una barzelletta già sentita...
Grazie Jean, come ho ammesso nel pezzo il mio giudizio è molto di parte, noi lo abbiamo sentito parecchio.
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