(Gun monkeys di Victor Gischler, 2001)
"Imboccai la Florida Turnpike con il cadavere decapitato di Rollo Kramer nel bagagliaio della Chrysler, continuando a ripetermi mentalmente che avrei dovuto stenderci sotto un telo di plastica".Inizia così La gabbia delle scimmie, opera d'esordio di Victor Gischler pubblicata in Italia nel 2008 da Meridiano Zero nella collana Meridianonero. A oggi l'autore statunitense ha portato a compimento una quindicina di romanzi e si è fatto un nome nell'ambito della letteratura noir e hard boiled grazie al suo stile cinetico, pulp, violento e scorrevole che gli ha aperto le porte anche nell'ambito del fumetto permettendogli di lavorare su alcune delle principali icone della Marvel Comics come Il Punitore, gli X-Men, la versione marvelliana di Dracula e l'ormai idolo del pubblico cinematografico Deadpool, nonché su progetti per Dark Horse Comics, Dynamite Comics e Titan Comics. Pur avendo solamente assaggiato la sua produzione a fumetti l'impressione è che in ogni caso l'ambito d'elezione di Gischler sia proprio il noir, quello letterario, di cui l'autore in questo La gabbia delle scimmie fornisce una versione molto dinamica e divertente, non troppo incline a particolari riflessioni ma adatta a una lettura immersiva e veloce, una narrazione che con facilità si presterebbe a una trasposizione cinematografica dallo stile (post) moderno.
E così il nostro Charlie Swift di Orlando, Florida, si trova a guidare in compagnia di Blade Sanchez (così chiamato per la sua noiosa e prevedibile ostinazione nell'uccidere con il coltello, sempre il classico sorriso da orecchio a orecchio) con il cadavere senza testa di Rollo nel bagagliaio. E sì che lui con Sanchez non ci voleva proprio lavorare, quel coglione, si era messo in testa, visto che tutti lo prendevano per il culo per la sua fissa per il coltello, di uscirsene con un omicidio originale, giusto per far vedere che anche lui sapeva essere estroso all'occorrenza. Ovviamente Sanchez aveva fatto un casino, cosa che poi a Charlie non è che proprio arrivò inaspettata. Questo poi per Charlie non sarebbe stato nemmeno il più grande dei problemi, quelli sarebbero arrivati in seguito, l'episodio gli diede anche modo di conoscere la bella e sveglissima Marcie, gran donna quella. A ogni modo Charlie lavora per Stan, un pezzo grosso della mala locale, gli sistema delle faccende, è l'uomo di fiducia diciamo. Ecco, per tornare ai guai di cui si parlava prima, da Miami arriva Beggar Johnson, uno che sta ancora più in alto di Stan e che a quest'ultimo vuole ora rubare il territorio, una cosa del tipo Stan ha fatto il suo tempo è meglio toglierlo di mezzo. Charlie però è un bastardo col senso dell'onore al posto giusto, la sua fedeltà va a Stan e a quei cazzoni dei suoi compagni della gabbia delle scimmie, quel ritrovo sul retro del locale di Stan dove insieme si beve qualcosa, si gioca a Monopoli e si parla di donne. Quando scoppia il casino Charlie si trova tra i pochi superstiti di un mucchio di cadaveri, pero in mano ha dei libri contabili che potrebbero far prudere il culo persino a Beggar Johnson...
Bene, mi son fatto prendere la mano, a ogni modo il sunto è questo. Victor Gischler scrive un protagonista ambivalente, un malavitoso duro e spietato all'occorrenza, mai inutilmente violento, con un senso della lealtà e dell'amicizia radicato, un uomo capace di innamorarsi sul serio, preoccupato e affettuoso nei confronti della vecchia madre, protettivo con il fratello più piccolo che vorrebbe instradare sulla via dello studio e di una vita rispettabile, insomma, un uomo capace di gesti efferati ma anche di slanci altruistici. Attorno a questo Charlie Swift l'autore costruisce un noir violento ma al contempo leggiadro, che si lascia leggere senza nessuna fatica e che invoglia a tenere un ritmo indiavolato anche nella lettura: nessuna frizione, nessuna caduta di tono, tutto oliato in maniera perfetta tra dramma, humor, azione e intreccio, una costruzione che, ripetiamolo, sarebbe perfetta per un noir d'azione cinematografico. Manca forse nella scrittura di Gischler quella profondità meditativa propria di molti noir, quel malessere esistenziale, quel tono crepuscolare che spesso innalza il genere a una forma di letteratura più alta; a ogni modo poco male, La gabbia delle scimmie è un romanzo d'intrattenimento divertente e ben costruito, linguaggio diretto ed efficace che cesella le parole per ciò che è necessario narrare e per creare il giusto contesto d'ambiente. Semplice, onesto, senza fronzoli. Può bastare.
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