Dopo trent’anni di onorata carriera il regista tedesco Werner Herzog, per la realizzazione di questo film, si affida per la prima volta alla macchina hollywoodiana. Ne esce un film ambientato durante la guerra del Vietnam che solo in un paio di occasioni si concede alla spettacolarizzazione, all’uso della scena madre o della retorica presente in molti film U.S.A. Poche esplosioni, scontri a fuoco limitati, carneficine tenute a distanza dalla macchina da presa. L’alba della libertà racconta una storia che evidentemente sta particolarmente a cuore al regista in quanto la stessa è stata già spunto per un documentario girato dallo stesso nel 1997 (Little Dieter needs to fly).
Il film prende spunto dalla vera storia di Dieter Dengler, americano di origini tedesche, arruolatosi nell’aviazione U.S.A. più per una grande passione per il volo che non per affinità con la causa bellica. Prima missione nello spazio aereo tra Laos e Vietnam, velivoli in formazione, l’aereo di Dieter viene colpito e abbattuto. Il pilota sopravvive allo schianto e, senza perder tempo, si fionda nella giungla vietnamita (o si trova nel Laos?) inseguito dai charlie. La sopravvivenza nella giungla è dura, il territorio sconosciuto e l'esito della fuga scontato. Dieter viene catturato e portato in un campo di prigionia dove sono rinchiusi altri americani, ospiti del campo ormai da un anno e mezzo. Il pilota qui si adopererà per infondere nuova fiducia ai prigionieri tra i quali l’ormai poco stabile Eugene e il provato Duane, e per pianificare un tentativo di fuga volto al raggiungimento del territorio Thailandese.
L’attenzione più che al conflitto è rivolta ai protagonisti della vicenda. La loro reazione alla difficoltà della situazione, alla paura e ai maltrattamenti. Le riprese, tutte effettuate in Thailandia, ci mostrano una natura lussureggiante e crudele, un paesaggio tanto affascinante quanto avverso. Poi arriva la stagione delle piogge. Non vi svelo nulla dicendovi che il signor Dieter, quello vero, è sopravvissuto all’esperienza e che la visione della stessa resaci da Herzog forse non è proprio la fotocopia di quella reale. Infatti alcuni sopravvissuti alla terribile esperienza e i parenti di Eugene DeBruin, compagno di Dieter, hanno voluto dire la loro sulla vicenda creando il sito www.rescuedawnthetruth.com contenente la loro versione della storia (ovviamente non sono un fine conoscitore della stessa, incuriosito ho dato un’occhiata sulla rete). Ottima la prova degli attori che hanno dovuto sottoporsi a una cura dimagrante non da poco. Il protagonista è Christian Bale, decisamente più in parte qui che non altrove, Eugene è interpretato da Jeremy Davies (il Daniel Faraday di Lost) e Duane dal meno conosciuto Steve Zahn, bravo quanto se non più degli altri. L’unico altro film di Herzog che io abbia mai visto è lo sperimentale L’ignoto spazio profondo, a un abisso di distanza da questo L’alba della libertà.
Mai visto. Cercherò di rimediare. Noto con una certa curiosità che christian bale ha dato il meglio sempre in film nei quali è dovuto perdere un bel po' di peso. Come anche in "L'uomo senza sonno", altro film riuscito per quanto mi riguarda.
RispondiEliminaMi hanno sempre parlato bene de "L'uomo senza sonno" e purtroppo non sono mai riuscito a vederlo.
RispondiEliminaSecondo me "L'uomo senza sonno" ha un'aura di allucinato e mistero che lo rendono molto affascinante, ma penso che rientri comunque in quei film con una certa retorica e che alla fine son piuttosto scontati, non so, a me non ha fatto impazzire...
RispondiEliminaNon riesco a credere, Firma, che tu non abbia mai visto il "Nosferatu" di Herzog, famosissimo capolavoro del tedesco che omaggia l'opera di Murnau...devi rimediare, perchè è un classicone!
Urz, se ci sei, aggiungi "L’alba della libertà" alla lista; chissà se all'alba del 2012 riuscirò ad avere i miei dischi...