venerdì 1 febbraio 2013

FUOCHI E ALTRE STORIE

Non tutte le ciambelle riescono col buco. Oppure riescono col buco ma non tutte hanno lo stesso sapore, almeno per il mio palato.

La Graphic Novel Fuochi, scritta e disegnata da Lorenzo Mattotti è considerata una specie di spartiacque nella narrativa adulta italiana. La storia presentata dall'autore si slega dalla narrazione tradizionale e lineare per affacciarsi su territori quasi inesplorati dal fumetto italiano (parliamo dei primi anni ottanta). Elementi visionari, consequenzialità incerta e sperimentazioni rendono l'opera sicuramente fuori dal comune senza rinunciare completamente a uno storytelling fruibile, a metà tra racconto e sogno, accadimento e visione. Una sequenza di eventi da interpretare e, volendo, analizzare. Non siamo di certo di fronte alla classica storia d'avventura, al racconto d'appendice o al fuilletton più classico.

Inoltre le illustrazioni (riduttivo chiamarli disegni) di Mattotti contribuiscono in maniera decisa a rendere l'opera un fumetto fuori dal coro.

Si inizia con una corazzata, la Anselmo II, che giunge sulle coste dell'isola di Sant'Agata. L'ufficiale in comando vuole vederci chiaro su strane dicerie e misteriosi accadimenti legati all'isola e che hanno portato alla scomparsa di alcuni mercantili. I primi a sbarcare sull'isola sono il Tenente Assenzio e la sua squadra.

Fin dalle prime tavole al lettore vengono proposti elementi onirici, sogni, o semplicemente accadimenti reali ma incomprensibili. Strane apparizioni e fenomeni inspiegabili coinvolgeranno in prima persona il Tenente che, vignetta dopo vignetta, verrà coinvolto in una spirale di strana follia.

Le tavole di Mattotti sono realizzate a pastello a olio con tinte decise a creare diversi contrasti forti tra rossi e neri e ad avvolgere la storia tra ombre soverchianti la luce e sprazzi ambigui a tratteggiare fuoco e fuochi. Le vignette sono lì per essere guardate e riguardate, i tratti (che proprio tratti non è la parola giusta) richiamano vagamente varie correnti dell'arte pittorica e hanno una bella resa visiva che migliora ancora nelle storie successive.

Insomma, presentato così questo Fuochi sembra avere le giuste prerogative per essere una bella storia, anche ben disegnata. Bene, io devo dire di averla trovata una vera noia. Per quanto Mattotti sia considerato tra i grandi autori del fumetto italiano, almeno per queste tre storie (Fuochi, La zona Fatua e Caboto) non mi sento di incensarlo più di tanto. Non ho trovato in queste tavole nè un coinvolgimento emotivo seppur vago, nè un'empatia con i personaggi, nè momenti particolarmente avvincenti. Forse la mia sensibilità è scarsa, forse narrazioni meno convenzionali non fanno per me (eppure amo Moore, Morrison, David Lynch e chissà quale altro matto), forse, forse. Forse Fuochi non è così eccezionale, potrebbe essere un'ipotesi.

Il volume è occupato solo per un terzo dalla storia citata nel titolo. Il lato artistico prosegue con una certa coerenza nella seconda storia, con scelte cromatiche più vivaci e varie per culminare al meglio nella conclusiva Caboto. Può piacere o può non piacere, la bravura come disegnatore di Mattotti non si discute. Di contro la narrazione (non sua nelle ultime due storie) continua a non convincermi, la lettura di Caboto non l'ho neanche portata a termine. Sono aperto a qualsiasi illuminazione. Fatevi avanti.


Questo articolo è pubblicato anche sul blog Fumettopènia.

12 commenti:

  1. Un grande del fumetto italico, non c'è dubbio, un titolo che è una pietra miliare del fumetto italico ... di certo, può non piacere, mi sembra coraggioso e onesto intellettualmente, ammetterlo. In confidenza, ti dico, che a me non è mai piaciuto "Blade Runner", considerato da tantissimi un cult assoluto del cinema mondiale (e adoro Dick).

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    1. Ma si, a volte si incensano film e autori unanimamente riconosciuti per seguire la corrente. Non discuto Mattotti, per carità, semplicemente questo volume a me non è piaciuto. Per Blade Runner al momento non saprei cosa dirti perché l'ho visto talmente tanto tempo fa che non lo ricordo più. Prossimamente (che potrebbe voler dire anche tra tre anni) guarderò il director's cut.

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    2. Concordo pienamente, a volte si segue la corrente, e, per conformismo non si dice che non è piaicuto un film, un libro, un libro a fumetti proprio come dici tu. Io di Mattotti qualcosa ho letto, forse anche questo libro, ma non mi ricordo, sapevo solo della suo essere molto citato.

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  2. Io mi stupisco sempre più: addirittura i pastelli a olio nei fumetti, chissà cosa ne pensavo un tempo, ma adesso non penso più, aspetto di scoprire che esistono anche ricamati a punto croce!
    Peccato, i misteriosi accadimenti mi avevano preso al solo sentirli nominare..

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    1. Perché peccato? Se ti capita provala, è comunque un opera di un grande autore italiano, a me non è piaciuta molto ma non è detto che a te non faccia l'effetto opposto :)

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  3. Letto millenni fa nell'edizione extra lusso cartonata di (mi pare) Dolce Vita. Dovrei rileggerla, ma ricordo che all'epoca mi piacque molto, per ragioni contrarie a quelle alla base del tuo scarso gradimento: mentre altri autori si perdevano in sperimentazioni e deliri privi di senso avevo molto apprezzato il rigore fumettistico dell'impostazione di Mattotti, con le singole puntate dalla durata standard e la tensione verso un finale risolutore che sveli il mistero. Che poi la storia si basi più sulla suggestione che su una vera e propria trama è innegabile.

    All'epoca Fuochi ebbe un grande riscontro perchè venne considerato l'opus magnus di Mattotti, la "rivincita" del fumetto rispetto alle lusinghe degli altri ambiti in cui Mattotti stava lavorando. Se invece che Fuochi avesse pubblicato qualcos'altro realizzato con quella cura, allora sarebbe stato quello il suo capolavoro. Ma secondo me ci è andata comunque bene, a me Fuochi piacque molto. Ma, chissà, forse rileggendolo cambierei idea.

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    1. mentre altri autori si perdevano in sperimentazioni e deliri privi di senso avevo molto apprezzato il rigore fumettistico dell'impostazione di Mattotti

      Su questo siamo d'accordo infatti scrivevo che le sperimentazioni di Mattotti non rinunciano a uno storytelling fruibile, il grande merito dell'autore è stato quello di sperimentare nuove soluzioni rientrando comunque in standard intelligibili. Co,e capisco anche che a qualcuno (molti probabilmente) l'opera sia piaciuta, ci sta.

      Diciamo che le suggestioni proposte su di me non hanno fatto breccia, non c'è stato feeling :)

      E a volte il feeling è tutto :)

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  4. Io mi faccio avanti per salutarti e per dirti che sono finalmente a casa..ma non aspettarti da parte mia lumi sui fumetti..come sai, sono molto ignorante in materia..ma mi piace molto leggere ciò che scrivi :)

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    1. Ti ringrazio. Sono contento tu sia tornata a casa e spero il tuo papà stia meglio. Colgo l'occasione per ricordarti che non è mai troppo tardi per cominciare :)

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    2. Mi piacciono anche le tue raccomandazioni :)
      Mio papà sta meglio..domani torna a casa anche lui, grazie :)

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  5. Mai piaciuto Mattotti.
    Almeno, non come fumettista (come illustratore riesco a dargli un senso).
    Non riesco neanche ad avvicinamici.

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    1. Come hai potuto leggere anche a me il suo lavoro non è piaciuto, però devo dire di aver letto solo questo. Le illustrazioni ovviamente possono piacere o meno, ha un'interpretazione personale innegabile. Io preferisco semplicemente altri generi e altri stili.

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