venerdì 19 luglio 2013

SUPERGODS

(di Grant Morrison, 2011)

E così anche Grant Morrison giunge alla pubblicazione del libro in prosa ma non lo fà con un'opera di finzione, ci propone invece un appassionante amalgama di storia del fumetto e autobiografia dal quale scaturisce un divertente e utile saggio sulla figura del supereroe dal 1936, data della nascita di Superman, fino ai giorni nostri.

Attenzione, perché quella di Morrison non è una fredda carrellata colma di nomi e date sulla figura del supereroe bensì una vitale e accalorata dichiarazione d'amore per il genere (e per la persona di Morrison stesso in fin dei conti), una puntuale analisi dell'eroe calata nel contesto e nel tessuto sociale di un determinato momento storico, una riflessione sul fumetto supereroistico in relazione ad aspettative e bisogni dei lettori (ma non solo) dell'epoca.

Un saggio che quando collide sulla linea temporale con la nascita del futuro scrittore scozzese diventa anche una divertente autobiografia centrata non solo sul fumetto ma capace di abbracciare spesso e volentieri i temi della famiglia, della musica, fino a toccare le interessanti teorie divulgate da Morrison che spaziano tra tematiche assimilabili a narrazione, multiverso, futurismo (inteso come capacità di intuire sviluppi a venire), simbolismo e altro ancora.

A differenza di alcune sue opere a fumetti, tanto interessanti e dense quanto ostiche, questo libro si legge che è una meraviglia. Che Morrison sia un ottimo autore di fumetti è fuor di dubbio, conferma qui di essere un grande narratore/intrattenitore tout court con una conoscenza enciclopedica e una facilità d'esposizione impressionante. A volte l'autore potrà dare l'impressione d'essere una star vanesia e un pizzico invidiosa (non posso spiegare altrimenti il suo accanimento contro diverse opere del collega Alan Moore, è come se Platinì affermasse che Maradona ha nuociuto al calcio), altre quella d'essere una specie di svalvolato fuori come un balcone di un hotel di Katmandu (leggere per credere), in fin dei conti questo cazzone scozzese si conferma ancora una volta come un professionista dal talento straordinario capace di regalarci ore di puro godimento.

Nel libro si trovano, argomentati in maniera encomiabile, i primi passi dei maggiori supereroi della Golden Age (Superman, Batman, Capitan Marvel, Wonder Woman, Capitan America) e di alcuni minori, stili e contributi di diversi autori, la rivoluzione Marvel degli anni '60 con i suoi eroi con superproblemi, le derive cupe del supereroismo, l'entrata dei fumetti nell'età adulta, l'analisi di alcune tra le opere più importanti della nona arte (Infinite Crisis, Watchmen, The Dark Knight returns, Year One,etc...)  e della gran parte di quelle di Morrison stesso (Animal Man, Doom Patrol, Arkham Asylum, The Invisibles, New X-Men, Flex Mentallo, etc...), il rapporto tra cinema e fumetto e tanto altro ancora.

Una lettura da non mancare per rispolverare la storia del genere più popolare del fumetto americano, utile per chi non conosce a fondo l'argomento ma anche come utile ripasso, cosa che, come dice giustamente anche Orlando su Fumettidicarta, alla fin fine non fà mai male. Una lettura buona anche per riflettere e soffermarsi su alcuni concetti e teorie non così immediati da assimilare, ottima per conoscere meglio uno degli autori cardine del fumetto degli ultimi vent'anni.

Grant Morrison

5 commenti:

  1. Causa questi chiari di luna io me lo sto leggendo a sbafo in una fumetteria dove vado regolarmente.
    Da quello che ho potuto leggere, veramente un saggio documentatissimo e originale (mi ha colpito il capitolo sull'O.M.A.C. di Kirby), oltre che una dichiarazione d'amore per il fumetto.
    Piuttosto interessanti anche le note personali di Morrison, non tanto sulla sua famiglia ma sul panorama del settore in Inghilterra (riuscì a entrare nel mondo del fumetto grazie alla raccomandazione di Alan Grant).
    Ricordo di aver notato una faciloneria nella traduzione, forse un termine non tradotto dando per scontato che il pubblico ne conoscesse il significato, ma adesso non ricordo di preciso.

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    1. Ora mi sfugge questo errore/imprecisione di traduzione a cui alludi, però il libro è una lettura davvero ottima, tra l'altro cita anche Maledetti Fumetti altra lettura imprescindibile per gli appassionati di comics.

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  2. In effetti, come dice Luca Lorenzon, nel volume compaiono alcune traduzioni non indispensabili, mentre alcuni termini - indispensabili non dico per il neofita, ma anche per chi non è proprio espertissimo - vengono lasciate in lingua originale.
    Peccato veniale, per carità, però... :-)

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  3. Ahimè, stamattina sono passato in fumetteria ma il libro non c'era più (non dove lo lasciavano di solito, almeno) quindi non ho potuto controllare nè andare avanti con la lettura.

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