(di Gary Ross, 2018)
Tutto abbastanza prevedibile nello sviluppo di questo Ocean's 8, film che nonostante manchi totalmente di suspense e di reali sorprese riesce nell'impresa di intrattenere e divertire a dovere il suo pubblico. Lo schema è quello già visto in Ocean's eleven, l'esordio di quella che a questo punto possiamo considerare la saga degli Ocean imbastita da Steven Soderbergh (qui produttore) diversi anni fa, un primo episodio che già era un remake di Colpo grosso, film del 1960 interpretato dai membri del celebre Rat Pack (Frank Sinatra, Sammy Davis Jr., Dean Martin e Peter Lawford) e che contava due sequel: Ocean's Twelve e Ocean's Thirteen. Ora si aggiunge alla saga questo nuovo tassello grazie al quale scopriamo che il caro Danny Ocean (ormai defunto?) ha una sorella non meno abile di lui nell'arte del furto. Debbie Ocean (Sandra Bullock) ha appena finito di scontare cinque anni di galera dei quali incolpa il bel gallerista d'arte Claude Baker (Richard Armitage). Durante i cinque anni trascorsi come ospite delle patrie galere la signorina Ocean ha avuto tutto il tempo per pensare ed elaborare un piano per portare a termine il più ambizioso furto di gioielli del secolo, quello di una collana di diamanti di Cartier dal valore inestimabile che (se tutto filerà liscio) farà sfoggio di sé al galà annuale del Metropolitan Museum al collo della bellissima star Daphne Kluger (Anne Hathaway). Per portare a termine l'impresa Debbie vuole una squadra di sole donne che recluterà avvalendosi dell'aiuto della sodale Lou (Cate Blanchett), l'amica di sempre; a completare la squadra ci saranno la stilista di moda Rose Weil (Helena Bonham Carter), l'esperta di gioielli Amita (Mindy Kaling), la ricettatrice Tammy (Sarah Paulson), la borseggiatrice Constance (Awkwafina) e la hacker Palla 9 (Rihanna).
Ocean's 8 è il più classico degli heist movie: idea di base del crimine da compiere, una mente dietro il piano, la ricerca dei componenti che andranno a formare la banda, presentazione dei personaggi, allestimento del piano, esecuzione dello stesso, intoppi e risoluzione con qualche tentativo di sorpresa finale (qui poco riuscito). Sullo schermo non c'è davvero nulla di nuovo, il copione scorre risaputo, nemmeno la regia di Gary Ross regala spunti memorabili, è funzionale e guarda con qualche strizzata d'occhio al lavoro già svolto da Soderbergh anni fa, allo stesso tempo il film funziona, si guarda con piacere e poco impegno più che altro per ammirare al lavoro una manciata di nomi noti in vacanza premio che probabilmente si sono divertiti a girare il film ancor più degli spettatori nel guardarlo. I nomi coinvolti sono importanti, peccato l'assenza di Julia Roberts, volto femminile del primo episodio che non avrebbe stonato qui in mezzo e avrebbe dato quel tocco in più di continuità alla vicenda. Spiace un po' vedere come alcune delle bellezze più mature siano ricorse al classico ritocchino, queste splendide donne sarebbe bello vederle sempre al naturale o quasi, sul versante professionale il talento non manca, scopriamo anche una Hathaway che gioca bene con il lato più comico del suo personaggio e che mostra una marcia in più rispetto alle colleghe (personalmente per la Hathaway ho sempre avuto un debole), autoironica, viene anche presa in giro per i suoi occhioni da Bambi, sorta di tormentone per l'attrice già da diversi anni. La Bullock e la Blanchett sono una garanzia, ma anche tutto il resto del cast è in palla, compresa Palla 9 interpretata da Rihanna che al Cinema inizia a contare ben più di una presenza. Si notano un paio di cameo di componenti del vecchio cast, belle location e il giusto tocco glamour.
Ocean's 8 si va a inserire in quel filone di remake al femminile che sembra ormai un buon appoggio per Hollywood per tornare in maniera diversa su temi già noti, svolta al passo coi tempi o semplice carenza di idee nuove nascosta dietro la bandiera del femminismo? Nulla di male in entrambi i casi, ad ogni modo queste donne meriterebbero qualcosa di meglio di tutto ciò.
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